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Storia: Mata Hari (la ballerina spia) e la prima guerra mondiale
Ed fisica: fisiologia del movimento applicata alla danza
Arte: Degas (ballerina di 14 anni) -> Francese: la sala da ballo
Economia aziendale: turismo culturale in Sicilia -> matematica: domanda e offerta
Tesi di Claudia Maria Terranova VB ITER a.s. 2011/2012 6
P REMESSA
La scelta dell’argomento oggetto della tesi è legata alla passione e al personale interesse che nutro verso la
disciplina della danza corporea.
Ho cominciato a seguire le prime lezioni di danza da piccola ed è stato subito amore.
La pratica della danza, al pari dello studio delle discipline teoriche e scientifiche, richiede esercizio, precisione,
costanza e impegno. Quando ho iniziato a misurarmi con il movimento e le posizioni, quando, ancora molto
piccola, ho imparato ad ascoltare il mio corpo, ho scoperto e constatato il valore autentico di questa pratica,
via maestra per leggere e guidare il legame profondo e innato tra corpo e psiche.
Durante il mio percorso di studi, ho spesso riflettuto sulla possibilità di collegare la danza con le materie
studiate ponendomi un interrogativo: esistono in qualche misura delle relazioni e/o dei punti di contatto tra le
discipline accademiche e il mondo, la storia, le metodologie della danza?
Ho scelto di approfondire la valenza della danza come disciplina e di individuare i collegamenti con gli ambiti
di studio, nella convinzione che provare ad avvicinare alle materie scolastiche gli ambiti di interesse
predominanti può aprire le porte alla curiosità che stimola e produce orizzonti di conoscenza insoliti e in
qualche modo inattesi.
Questo lavoro persegue pertanto il fine di approfondire il ruolo della danza nei vari contesti storici, nella storia
dei popoli, danza come metodo, sviluppo di espressività e di idee, movimento, energia e colore nella piena
considerazione che oggi risulta indispensabile accostarsi ad ogni conoscenza non fine a se stessa, ma
secondo un’ottica di continuo rapporto e influenza con le altre e in relazione al contesto con il quale siamo in
continua interazione dinamica. l’amore che nutro nei confronti della
Attraverso questa mia tesi vorrei inoltre trovare un modo per esprimere
danza e per dimostrare che è possibile, con un attento lavoro di ricerca, coniugare con efficienza e in modo
appropriato anche discipline apparentemente distanti e inaccostabili.
.
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I
NTRODUZIONE
“La prima volta che ho danzato è stato nell’utero di mia madre”
Così scrisse Isadora Duncan, una delle madri della modern dance nella sua autobiografia, narrando una
esperienza di movimento ampiamente studiata in ambito medico secondo cui il feto, all’interno dell’utero
materno, si muove seguendo il ritmo scandito dal battito cardiaco della madre.
Il movimento del corpo a ritmo di musica accompagna l’uomo da decine di migliaia di anni; il suo carattere
istintivo e primordiale è rinvenibile nelle arcaiche danze religiose e propiziatorie, in quelle belliche e erotiche
fino ad arrivare ai balli di corte e ai balletti.
La danza conferma così la sua importanza vitale e storica all’interno della vita dell’uomo, diventando parte
integrante di riti religiosi, “musa ispiratrice” di musici, scultori e pittori.
Danza come linguaggio, danza come movimento, danza come leggerezza ed elevazione verso Dio o come
ritorno alla terra: la danza è tutto questo; è libertà, è unione di passioni, di energia vitale, di mente, anima e
corpo.
Chi ha conosciuto la danza, chi ha danzato riconosce il senso profondo e pervasivo di questa attività,
apprezzandone la fatica, l’impegno rigoroso e il sudore in virtù della passione che spinge a sostenere che “la
danza è vita”.
Con le parole di Isadora Duncan:
“Ringrazio Dio per avermi fatta schiava del balletto…”.
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Storia della Danza
definita dall’etnomusicologo Curt Sachs “madre di tutte le arti”, in quanto è da essa che derivano il
La danza fu
canto, la poesia e anche il teatro. La sua origine va ricercata, infatti, in tempi lontanissimi, si può quasi
affermare che la danza è nata con l’uomo e si è evoluta con esso.
La Danza costituisce un tipo di linguaggio particolare, perché non usa la parola come la poesia, né il suono
come la musica, né tele o colori, creta o marmo come la pittura e la scultura. In un certo senso, essa è l'arte
più essenziale, più "povera" di tutte, perché si esprime esclusivamente mediante i gesti del corpo.
Dalle sue origini al Medioevo
Utilizzata dalle civiltà primitive per celebrazioni religiose, riti di passaggio o
propiziatori e come parte del rituale di corteggiamento, (in alcune popolazioni
le danze erano gli unici momenti d’incontro per persone di sesso opposto), la
danza trovava spazio anche nel lavoro (ad esempio i piantatori di riso
giapponesi, per lavorare più velocemente, seguivano, scandendo con il canto,
dei movimenti ritmici ben precisi). Decorazione greca di
un vaso riguardante
Anche presso gli egizi la danza assumeva un importante ruolo nelle festività e la danza
questo si può capire dalle figure presenti sulle tombe, rappresentanti uomini e
donne in pose acrobatiche.
nell’antica Grecia che la danza assume centrale importanza: dai balli dei pigiatori d’uva di Atene, che
Ma è
sfociavano in invasamento collettivo, nasceva il culto di Dioniso in cui l’uomo era posseduto dal dio in uno
stato di estasi e di totale alterazione di coscienza.
ad esclusione della pratica del mimo che si sviluppò in quell’epoca, ebbero scarsa considerazione
I romani,
della danza. Lo stesso Cicerone, disprezzando questa pratica perché irrazionale e quindi lontana dall’intelletto,
scrive che “Nemo fere saltat sobrius” (“L’uomo sobrio non danza”). Intorno al 200 a.c. però la danza si diffuse
nell’antica Roma tanto da diventare un fenomeno di massa.
Con l’avvento della religione cristiana, che considerava il corpo e le sue espressioni peccaminosi, la danza fu
ritenuta una manifestazione del male. Essa quindi non fu più legata alla religiosità e al rito anche se fu
mantenuta viva nella tradizione goliardica attraverso il lavoro dei nuovi artisti quali mimi, menestrelli e buffoni.
La danza nel Rinascimento
Durante il Rinascimento, nelle corti, la danza era pratica di intrattenimento per gli ospiti durante i matrimoni o
come occasione per mostrare la ricchezza e il potere dei nobili. Nelle rappresentazioni vi era un misto di
recitazione, musica e danza e le storie erano ispirate ai miti dell'antica Grecia e Roma, o basate su temi
particolari quali le stagioni dell'anno, il mondo della natura o le terre lontane.
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Inizialmente i balletti di corte erano interpretati dagli aristocratici e dai reali e le danze erano considerate un
modo per rallegrare la vita di corte. Pertanto, sapere danzare era una necessaria qualità sociale dei nobili e
rientrava nelle pratiche della loro educazione sin dall'infanzia.
Un avvenimento decisivo per la diffusione della danza professionale fu l'istituzione della prima scuola di ballo
per i nobili avvenuta a Milano nel 154. La salita al trono di Francia di Luigi XIV, che fu un appassionato e abile
il ruolo di Apollo ne ‘Le Ballet de la Nuit” a soli 15
ballerino (fu soprannominato il Re Sole perché interpretò
anni), favorì la valorizzazione e l'evoluzione del balletto.
Egli fondò l'Académie royale de la danse e la Scuola Nazionale di Danza. Fu proprio il primo direttore
dell'Accademie Beauchamps a codificare le cinque posizioni dei piedi e l'uso dell'en dehors che è alla base
della danza classica. Cominciarono così a formarsi i primi ballerini professionisti e la danza si spostò dalle corti
ai teatri pubblici.
Nel 1681 fu rappresentato Il Trionfo dell'Amore: il primo balletto in cui appaiono in scena ballerine
professioniste. Fino allora i ruoli femminili erano stati, infatti, sempre eseguiti da uomini e alla fine del Seicento
nasceva l’ Opéra-ballet, spettacolo in cui la danza e il canto avevano pari rilievo.
Varie forme di danza nel frattempo si sviluppavano nel resto del mondo che sopravvivono quasi immutate fino
ai giorni nostri (si pensi al ruolo della danza nelle civiltà asiatiche, indiane e oceaniche).
Il Secolo dei Lumi
Con l'illuminismo, le danzatrici divennero richieste e ricercate più dei colleghi
danzatori e la danza cominciò a espandersi un po’ dovunque conquistando
borghesi e intellettuali. L'invenzione del pianoforte nel 1711 da parte di Cristofori
agevolò in modo consistente lo sviluppo dell'interesse della gente e consentì alle
Accademie di formare danzatori sempre più abili e dotati.
Nella seconda metà del secolo Jean George Noverre si batté per l'abolizione degli
scomodi costumi. A quell'epoca i costumi femminili, pur se molto belli e preziosi,
essendo lunghi e pesanti, impacciavano enormemente il movimento che non era
Jean George neppure agevolato dalle scarpe in uso, che erano con tacco alto e spesso a spillo.
Noverre Gli uomini, inoltre, indossavano una specie di tunica che arrivava al ginocchio che
richiama l’immagine di un tutù. La dimensione notevole dei costumi non consentiva di danzare insieme.
Inoltre, proprio in questo periodo e grazie all'intervento di Noverre, l'uso delle maschere fu soppresso.
Il balletto romantico
Intorno al 1830, in linea con il pensiero dell’epoca, un nuovo e appassionato ballo prende avvio: il valzer. Si
proclama una rinnovata modalità del far danza e del danzare che non vede più dunque i ballerini tenersi per
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mano a debita distanza ma impegnati in una danza che coinvolge i
danzatori, ognuno con i suoi passi per una coreografia d’insieme e di
coppia.
Anche i soggetti dei balletti si aprono a nuovi interessi, abbandonando gli
argomenti classico-mitologici per ispirarsi alla letteratura e ai racconti di
carattere romantico dell'epoca.
La ballerina diventa il simbolo della donna immateriale e, mentre le
scarpette da punta la rendono aerea dando la sensazione del
sollevamento da terra di un corpo senza pesantezza, la vaporosità del tutu
bianco la fanno apparire evanescente e soprannaturale, come uno spirito.
L'Ottocento fu il secolo dei grandi balletti: Il Lago dei Cigni, Lo
Schiaccianoci, La Bella Addormentata ma, soprattutto, fu il secolo del Isadora Duncan
grande balletto russo, delle splendide musiche di Ciaikovskij e dello
straordinario coreografo Marius Petipa.
Il secolo si conclude con i lavori di Isadora Duncan (1878-1927) che dona un impulso nuovo e vigoroso alla
danza e che getta le basi della danza moderna.
Dal Novecento a oggi
Il XX° fu il secolo della sperimentazione sulla nuova danza. All'inizio del Novecento nacquero i Ballets Russes.
La danza esplose anche negli Stati Uniti, dove nacquero compagnie di alto livello. Anche dopo il 1930 la
danza di società ha continuato a ricercare ispirazione nei ritmi e nei balli di origine afro- americana come il
samba e le danze. Il twist e lo shake degli anni ’70 segnano la fine delle danze di coppia tradizionali, perché
potevano essere eseguiti in gruppo, ma singolarmente, senza rapporto con un partner.
Tuttora la danza è un fenomeno in continua evoluzione, al pari di qualunque altra forma di comunicazione.
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Storia dell’Arte: L’impressionismo e Degas
L’impressionismo è un movimento pittorico francese che
nasce intorno al 1860 a Parigi. È un movimento che deriva
direttamente dal realismo, in quanto come questo
s’interessa soprattutto alla rappresentazione della realtà
quotidiana. Ma rispetto al realismo, in esso non si ritrova
manifestazione dell’ottica e/o dell’impegno ideologico o
politico: non vuole infatti evidenziare le eventuali criticità,
concentrandosi piuttosto sulla nitidezza degli elementi
distintivi della società del tempo. La tecnica impressionista
nasce dalla scelta di rappresentare solo e soltanto la realtà
sensibile. Evita qualsiasi riferimento alla costruzione ideale della realtà, per occuparsi solo dei fenomeni ottici
della visione. E per far ciò cerca di riprodurre la sensazione ottica con la maggior fedeltà possibile.