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Sintesi

PERCORSO INTERDISCIPLINARE SULLE MATERIE D'ESAME

Materie interessate: SCIENZE DELLA TERRA, ITALIANO, MATEMATICA, FILOSOFIA, BIOLOGIA, FISICA, STORIA, INGLESE

Estratto del documento

Fu scoperta per caso nel 1965 da

Arno Penzias e Robert Wilson,

entrambe ricercatori della

Compagnia dei telefoni americana

Bell mentre studiavano le sorgenti

dei rumori radio, scoprirono un

segnale anomalo, che proveniva da

tutte le direzioni e non trovava

alcuna plausibile connessione con

sorgenti terrestri o celesti.

La radiazione era uguale a quella che sarebbe emessa da un

corpo perfettamente radiante a una temperatura di 2,7

Kelvin al di sopra dello zero assoluto (-270,3°C). Secondo i

calcoli di alcuni teorici doveva essere a questo livello il calore

residuo della radiazione del big bang primordiale.

Nel 1989, la NASA lanciò il satellite Cosmic Background

Explorer (COBE) e i risultati erano coerenti con la teoria del

Big Bang: il satellite ha tracciato una mappa che mette in

evidenza minuscole variazioni nella radiazione di fondo.

Tali variazioni sono interpretate

come disuniformità nella

distribuzione della materia ,una

sorta di “increspature” dalle

quali avrebbe tratto origine la

distribuzione di galassie

riconosciuta nella struttura

dell’Universo.

Le osservazioni estremamente precise del

Telescopio Spaziale Hubble

forniscono informazioni altrettanto precise

sulla velocità di espansione a tempi remoti,

cioè per grandi valori dello

spostamento verso il rosso.

La temperatura è ormai quella di

una qualsiasi stella e la materia è

fatta di idrogeno, elio, elettroni,

protroni e fotoni .

Diventano sempre più numerose le

galassie a spirale, formate da miliardi

di stelle, in continua evoluzione.

Nei nuclei delle stelle e nelle

esplosioni delle supernovae si

formano via via gli elementi Circa 5 miliardi di

chimici più pesanti, che, sotto anni fa, si accese il

forma di ceneri, finiscono per Sole.

mescolarsi alle polveri e i gas

delle nebulose, dove nascono

nuove popolazioni di stelle

La previsione è ostacolata dall’incertezza con cui

conosciamo la densità media della materia di cui è

costituito l’Universo.

Se il valore della densità è quello Se la densità è inferiore al

definito critico, l’espansione valore critico , l’espansione

rallenterà , fino a fermarsi e così continuerà senza fine, le stelle

avrà inizio il fenomeno opposto, un consumeranno tutto il loro

collasso incontrollato che si combustibile e le galassie

concluderà con quello che è stato diventeranno sistemi oscuri di

definito Big Crush. corpi freddi e inerti.

Tenendo conto della materia “oscura”, la densità attuale è circa il

10% del valore critico. FINE

Materia non oscura Materia oscura: Non emette

luce visibile

Ogni stella appartenente ad una galassia a spirale ruota con una propria

velocità intorno al centro.

La velocità di una stella dovrebbe decrescere all'aumentare della distanza.

Si trova invece un andamento crescente della velocità e, non decrescente,

come nelle aspettative.

La spiegazione più accreditata della maggiore velocità delle stelle esterne

presuppone la presenza di materia non visibile diffusa nell'alone di ogni galassia

“il naufragar m'è dolce in questo mare”

L'Infinito viene scritto fra il 1819 e il 1821.

Dal settembre di quell'anno Leopardi,

comincia a rinchiudersi in una progressiva

solitudine, che va peggiorando anche a causa

di un fisico che uno studio forsennato di

molti anni ha irreversibilmente rovinato.

E' in questo clima che nasce il piccolo idillio,

pubblicato per la prima volta nel 1825.

Gli Idilli sono per lui componimenti che esprimono "situazioni,

affezioni, avventure storiche del mio animo", componimenti cioè di

carattere intimo dove è posta sempre in primo piano la figura del

poeta solitario, mentre del mondo esterno non compaiono che alcuni

aspetti della natura.

Sempre caro mi fu quest'ermo colle / e questa siepe, che

" da tanta parte / dell'ultimo orizzonte il guardo

esclude".

Il poeta dice di trovarsi in un luogo preciso, che ama e frequenta

abitualmente: un colle solitario, tradizionalmente identificato

nel monte Tabor, che domina sulle campagne di Recanati.

Solo, il poeta guarda, ma non riesce a vedere parte dell'"ultimo

orizzonte“ a causa di una siepe; i sensi vengono soppressi e

soffocati. "Ma sedendo e mirando, interminati / spazi di là da

quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quiete

/ io nel pensier mi fingo; ove per poco / il cor non si

spaura “.

L’infinito è frutto dell’immaginazione. E’ la forza del

pensiero, infatti, che può superare l’ostacolo della

siepe, per immaginare sovrumani spazi .

Si rivela il confine tra la limitatezza della vita umana e

l’immensità della Natura, di cui l’uomo fa parte, ma che

non può cogliere appieno.

Questa intuizione determina un senso di paura, è uno

sgomento dato dalla consapevolezza di aver superato i

propri limiti e di aver trasceso la propria quotidianità.

"L'anima immagina quello che non vede, che quell'albero, quella

siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio

immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista si

estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe

l'immaginario“ (Zibaldone)

“ E come il vento / odo stormir tra queste piante, io quello /

infinito silenzio a questa voce / vo comparando: e mi

sovvien l'eterno, / e le morte stagioni, e la presente / e

viva, e il suon di lei.“

Una sensazione uditiva e cioè lo stormire del vento tra le

piante ci porta alla realtà (passaggio dalla vista all'udito cioè

dallo spazio al tempo) e quindi quei sovrumani silenzi ora sono

lontani da chi parla. Egli pensa allora all'eterno, l'infinito

spazio in senso temporale, al passato (le morte stagioni) e al

presente che ancora vive attraverso il rumore del vento;

"(...) Così tra questa / immensità s'annega il pensier mio:

/ e il naufragar m'è dolce in questo mare".

Nell’immaginare l’infinito, il pensiero del poeta si

smarrisce, si perde, ma questo naufragare

nell’immensità provoca una sensazione indefinibile di

piacere; percepire l’infinito significa evadere da una

realtà circoscritta e illimitata, per perdersi nel nulla

e dimenticare per qualche istante il dolore della vita

All’uomo resta solo la consapevolezza di poter

annegare in esso solo per il breve istante, perché

come basta una siepe ad evocarlo, basta un soffio di

vento per riportarlo alla sua essenza limitata

• L’insistenza dell’uso dell’aggettivo dimostrativo (questo/questa) intende dare un segno

di concretezza al paesaggio che circonda il poeta e vuole esprime anche la familiarità

e la vicinanza che Leopardi ha con esso.

• Gli enjambement danno una sensazione di una vastità infinita accentuata dalle

parole polisillabe: tutto acquista una dilatazione in ogni direzione.

• La forte avversativa Ma introduce il momento di distacco, del superamento

dell’ostacolo esterno attraverso la visione interiore.

• Entrambi gli aggettivi riferiti al poeta (caro mi fu, m’è dolce) nel primo e

nell’ultimo verso della lirica sono di grado positivo e rimandano ad una condizione di

limite, di piccolezza;

• Tutti gli altri, riferiti ad elementi esterni al poeta, sono invece di grado

superlativo (profondissima) o comunque contengono in sé l’idea superlativa (ermo,

ultimo, interminati, sovrumani, infinito, morte, presente, viva).

• Il passaggio continuo dal concreto all’astratto, dal finito all’infinito viene

sottolineato ritmicamente dai numerosi enjambements e dalla frequenza delle

particelle congiuntive, che allacciano i singoli periodi (ma sedendo, ove per poco, e

come il vento, e mi sovvien, così tra questa, e il naufragar).

• La scoperta e l'esperienza dell'infinito sono processi

immaginativi sottoposti al controllo razionale;

• Il soggetto crea consapevolmente il contrasto tra

ciò che è limitato e ciò che è illimitato (L'ostacolo e

l'infinito spaziale);

• L’infinito diventa il principio stesso del piacere, il

fine stesso a cui tende questo slancio dell’uomo;

•La concezione di infinito di Leopardi è quindi

potenziale

Si riscontrano tre momenti nello sviluppo del pensiero

leopardiano:

• 1° pessimismo personale: Leopardi crede di essere lui solo

infelice, ma gli altri possono essere felici

• 2° pessimismo oggettivo storico: tutti gli uomini del suo periodo

storico sono infelici, a causa dell'evoluzione della coscienza e

della ragione che rende limitato e passeggero il piacere umano.

La natura è ancora vista come benevola, ma la ragione umana è

meccanismo crudele.

• 3° pessimismo cosmico o universale: tutte le creature viventi e

non solo gli uomini sono infelici da quando sono nati.

È’ la natura che ha messo nell’uomo quel desiderio di felicità

infinita, senza dargli mezzi per soddisfarlo.

La natura non è più madre amorosa, ma matrigna.

. ESCI

Cosmo e umanità: sono i due termini

essenziali di gran parte della meditazione

svolta dal Pascoli attraverso le sue opere.

In questo filone cosmico ha degli squarci di grande

bellezza, intessuti di trame sonore, di allusioni, di

simboli, di analogie e di immagini fantastiche altamente

suggestive.

E’ una tematica nuova, nata da sensazioni profonde di

fronte agli spettacoli meravigliosi del cielo da lui

trasfigurati in evocazioni simboliche.

X AGOSTO

... E tu, Cielo, dall'alto dei mondi

sereni, infinito, immortale,

oh! d'un pianto di stelle lo inondi

quest'atomo opaco del Male!

Questa è l’ultima quartina della poesia X Agosto, in cui la

figura del cielo si contrappone a quella della terra.

Il cielo è infinito, immortale, immenso, mentre la terra non

è altro che un piccolo atomo di dolore, un granello

dell’universo, insignificante e opaco, perchè privo di luce

propria e perchè, metaforicamente, dominato dal Male, sul

quale il cielo sembra piegarsi per piangere.

Il dolore individuale del Poeta, condiviso, diviene dolore

collettivo, un dolore immenso, di fronte al quale il Cielo

“infinito e immortale” piange sconsolato .

La vertigine

....di là da ciò che vedo e ciò che penso,

non trovar fondo, non trovar mai posa,

da spazio immenso ad altro spazio

immenso;…

Il poeta in questa poesia riesce a comunicare il brivido

della vertigine dell’uomo di fronte all’immensità dello

spazio che avvolge la terra e ai miliardi di stelle

infinitamente più grandi del nostro pianeta.

E’ lo smarrimento dell’essere sperduto nel cosmo, un

orrore che gli paralizza il cuore, ben diverso da

Leopardi che vorrebbe invece naufragare in quel mare

infinito dello spazio e dell’eternità.

In Italia tra gli anni ’20 e ’30 si sviluppa una corrente poetica

chiamata “ Ermetismo” di cui Giuseppe Ungaretti è il massimo

esponente Le composizioni dei poeti ermetici sono

molto brevi, scarne, si esprimono

attraverso poche parole di intenso valore

allusivo, simbolico, capaci di evocare

sensazioni straordinarie

I poeti ermetici, in modi concentrati ed essenziali,

esprimono il senso di vuoto, la solitudine morale dell’ uomo

contemporaneo, il suo "male di vivere“ (Giuseppe Ungaretti)

Questa poesia, tratta dalla raccolta

l'Allegria, è tra i testi più noti di Ungaretti.

E' forse la lirica più breve ma anche tra le

più famose del Novecento.

Straordinaria per concisione, essenzialità,

potenza evocativa ed espressiva, questa

brevissima lirica è composta da due soli versi-

parola, con i quali il poeta giunge a percepire un

sentimento d'Infinito.

La lirica è costruita su un'unica sinestesia analogica, che mette in connessione

due campi diversi della percezione,:

• l'uno sensibile, che coinvolge : -la vista e il tatto( la luce è anche calore);

- l'olfatto (l'aria fresca del mattino);

- l'udito (l'immensità è eco e silenzio).

• l'altro interiore: l'immensità è il luogo dello spirito in cui si acquietano tutti

i desideri di infinito e di eterno dell'uomo.

L’analogia pone quindi in stretta relazione

• il finito, rappresentato dal poeta nella sua pochezza d'uomo,

• l'infinito, rappresentato dall'immensità in cui terra, cielo e mare si

fondono e confondono.

La prima stesura di questa poesia era intitolata Cielo e mare. A Papini

mandò questa versione:

Siamo in guerra, siamo in trincea e siamo verso Trieste

in una mattina di sole; all'improvviso i soldati ed anche

Ungaretti vedono la distesa infinita del mare. E s'illuminano

"d'immenso".

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