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Storia: Mafia (dalle origini ai giorni nostri), Brigate Rosse e Mafia cinese;
Tecnologia: la risorsa dei rifiuti;
Scienze: Il sistema nervoso e droghe;
Ed. Fisica: Il doping;
Geografia: Cina;
Francese: les droits de l'homme;
Inglese: Race discrimination and the civil rights movement;
Storia dell'arte: il graffitismo;
Musica: The Beatles.
Leonardo Sciascia
Sciascia, Leonardo (Racalmuto, Agrigento 1921 - Palermo 1989), scrittore italiano
noto per i suoi romanzi incentrati sul potere e la corruzione in Sicilia. Fu insegnante di scuola
elementare a Caltanissetta dal 1949 al 1957 e a Palermo dal 1957 al 1968, pubblicando
frattanto romanzi, racconti, opere teatrali e saggi che, come egli stesso affermò, formavano
un'unica opera, mirante a illustrare la tragedia del passato e del presente della sua isola
d'origine.
Le parrocchie di Regalpetra (1956) è una raccolta di racconti che esaminano le
condizioni della Sicilia rurale, sottoposta ai condizionamenti della mafia, del Partito fascista e,
dopo la guerra, alla deviata gestione del potere da parte dei nuovi amministratori locali
democristiani. Fecero seguito i racconti di Gli zii di Sicilia (1958) e i romanzi sulla Sicilia
contemporanea, quali Il giorno della civetta (1961), A ciascuno il suo (1966) e Todo modo
(1974, adattato cinematograficamente nel 1976 dal regista Elio Petri), incentrati sul racconto
di indagini condotte dalla polizia: in essi però la suspence, tipica di questo genere narrativo,
tende a proiettarsi in una dimensione filosofica e metaforica. Sempre caratterizzata da un
intreccio da romanzo giallo è La scomparsa di Majorana (1975), sulla misteriosa sparizione
del fisico catanese Ettore Majorana. Dal romanzo Il contesto (1971), anch'esso appartenente a
questo gruppo di opere, derivò il film di Francesco Rosi Cadaveri eccellenti (1976). Anche Il
consiglio d'Egitto (1963), Candido (1979) e altri romanzi mettono in scena, da diversi punti di
vista e presentando vari ambiti sociali, aspetti della storia siciliana che, come già avveniva
nelle opere di Pirandello, tende a trasformarsi in modello della condizione umana.
Dal 1978 Sciascia si concentrò sull'attività saggistica e politica (L'affare Moro, 1978;
Dalla parte degli infedeli, 1979) e, come rappresentante del Partito radicale, divenne membro
del Parlamento europeo e del Parlamento italiano nel 1979. Degli ultimi anni sono i romanzi
brevi La strega e il capitano (1986), Porte aperte (1988, dal quale nel 1990 Gianni Amelio ha
tratto l'omonimo film interpretato da Gian Maria Volonté) e Una storia semplice (1989), opere
nelle quali dietro alla consueta avvincente traccia narrativa compaiono sempre più
insistentemente contenuti di sofferta e profonda riflessione morale e filosofica. 6
Il racconto mafioso
Il giorno della civetta
Scrittore di grande impegno civile e morale, Leonardo Sciascia si distingue, nel
panorama della narrativa italiana contemporanea, per la fedeltà delle proprie tematiche alla
sua terra, la Sicilia.
Nei suoi scritti Sciascia ha saputo rivestire gli interventi politici e la denuncia contro i
vari tipi di corruzione con forme narrative avvincenti: questo è il caso anche di Il giorno della
civetta, uno dei romanzi più celebri, pubblicato nel 1961. In questo libro, considerato tra i
capolavori dello scrittore, emerge la drammatica realtà della mafia, protetta da una fitta e
salda rete di omertà. Secondo le parole dello stesso Sciascia, «La mafia è un “sistema” che
contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente
possiamo dire borghese, e non sorge e si sviluppa nel “vuoto” dello Stato, ma “dentro” lo
stato». Il romanzo, in cui vengono trasferiti casi di cronaca siciliana, è ambientato negli anni
Cinquanta in un paese della Sicilia dove si compiono tre delitti mafiosi.
Il protagonista del romanzo, il capitano Bellodi, originario di Parma ma trasferitosi in
Sicilia, riesce a far arrestare Mariano Arena, capomafia e mandante degli omicidi;ma alla fine
sarà costretto a scarcerarlo a causa delle false testimonianze prodotte dall’imputato grazie alle
sue amicizie politiche.
L’autore, pur sforzandosi di comprendere a fondo la sua terra e di indagare le cause
complesse e remote dei suoi mali, manifesta apertamente la sua condanna.
La conclusione dei suoi libri è spesso amara e pessimistica, ma forse, proprio per
questo, la sua denuncia, risulta più efficace. Lo stile di Sciascia ci offre una scrittura netta,
precisa, capace di comunicare ai lettori, con chiarezza ed ironia, la denuncia di determinate
situazioni. 7
Roberto Saviano
Roberto Saviano, nato a Napoli nel 1979, è un giovane scrittore e giornalista italiano,
balzato alla ribalta della notorietà con il libro-denuncia Gomorra. Egli ha avuto la capacità
di utilizzare il reportage per raccontare la realtà economica, il controllo del territorio e
l’organizzazione d’impresa della camorra e della criminalità organizzata in genere, in
Campania.
Si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, dove è stato
allievo dello storico meridionalista Francesco Barbagallo. Collabora con “L’espresso” e “La
Repubblica”. Suoi racconti e reportage sono apparsi su “Nuovi Argomenti”, “Lo Straniero”,
“Nazione Indiana”, “Sud”, e si trovano inclusi in diverse antologie fra cui Best Off. Il meglio
delle riviste letterarie italiane (Minimum Fax 2005), e Napoli comincia a Scampia (L’Ancora
del Mediterraneo 2005).
Nel 2006 in seguito al successo del romanzo Gomorra ha vinto: Il premio Viareggio-Repaci
Opera Prima, il Premio Giancarlo Siani, il Premio Dedalus, il Premio Lo Straniero, il Premio
Letterario Edoardo Kihlgren Opera Prima, il Premio Tropea, il Premio Vittorini per l’impegno
civile.
L’opera
Roberto Saviano documenta in maniera straordinaria, con ricchezza di particolari, il
mondo della camorra e non solo. Nel libro non si parla solo di Napoli o della Campania o del
Sud; Gomorra è il motore del capitalismo, di tutta la società capitalista in Italia, così come
in Europa e nel mondo intero.
È un inchiesta accurata e tagliente che mette in evidenzia come potere e ricchezza,
violenza e controllo capillare costituiscono l’architettura di questo enorme fenomeno
economico della criminalità.
Gli stessi imprenditori che operano nella “legalità” hanno bisogno di manodopera a
costo quasi zero procurata dal Sistema e non potrebbero perciò vivere senza di esso.
Saviano dimostra così che l’illegale sta alla base anche di ciò che appare legale. 8
Tecnologia
LA RISORSA DEI RIFIUTI
Ogni oggetto che l'uomo costruisce e poi utilizza é destinato, prima o poi, a diventare
un rifiuto. I rifiuti sono i residui delle attività industriali, artigianali, agricole, e dei consumi
dei cittadini. In una società come la nostra, basata prevalentemente su un utilizzo sfrenato dei
beni di consumo e di risorse, il problema dello smaltimento è diventato uno dei più difficili da
risolvere.
Nel passato, in una società basata fondamentalmente sull' agricoltura, il problema non
sussisteva: i rifiuti alimentari venivano utilizzati per l’alimentazione del bestiame o per farne
concimi, mescolati con il letame delle stalle; gli altri rifiuti venivano generalmente bruciati
nelle stufe e non inquinavano perché non contenevano sostanze sintetiche come le plastiche. E
poi, fondamentalmente, si buttava via poco: le cose venivano fatte durare molto più a lungo,
passavano di mano in mano, sovente da generazione a generazione, venivano riparate quando
si rompevano.
Un tempo si riutilizzava molto di più e c'era meno inquinamento . La parola "buttare"
non esisteva. La maggior parte delle volte i vestiti venivano passati da figlio in figlio e i
giochi venivano fabbricati a mano. Con la cenere della stufa o del caminetto si creava il
detersivo e, con gli scarti del maiale, il sapone . Persino le piume del pollo venivano
riutilizzate per fare materassi e cuscini. Dopo che i conigli venivano uccisi per essere
mangiati, si prendeva la pelle, si conciava e si rivoltava per metterla nelle manopole della
bicicletta e tenere calde le mani.
Inoltre esistevano solo bottiglie in vetro e damigiane e botti in legno per il vino.
Il latte delle mucche veniva munto e messo nei contenitori di alluminio o di rame,
visto che non esisteva la plastica.
Le cose non più riutilizzabili come il letame delle mucche e i resti del cibo, sempre
scarsi, che non potevano essere dati in pasto agli animali della casa (cani o maiali), venivano
messi in un buco e usati come concime per la terra; gli stracci, ferri e cartone venivano
venduti a un uomo che li raccoglieva, passando col carretto per la campagna.
Un pensiero comune di tutti era che, circa 60 anni fa, tutto era prezioso e a nessuno
passava per la testa di buttare via qualche cosa.
Oggi, l’aumento del benessere economico e dei consumi,condizionati spesso dalla
pubblicità che fa apparire vecchi e sorpassati gli oggetti dopo pochi mesi, si accompagna al
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diffondersi dell' abitudine di usar le cose per poco tempo, e poi di buttare tutto nella
spazzatura (usa e getta).
Negli ultimi anni i rifiuti hanno acquisito una loro dignità di merce, vengono anche
chiamati materie prime seconde, hanno un loro prezzo e un loro mercato.
Considerare i rifiuti come risorsa non è soltanto positivo dal punto di vista economico, ma è
anche una visione più corretta dello sviluppo compatibile con l'ambiente.
UTILIZZO DEI RIFIUTI
I rifiuti prodotti possono avere diverse destinazioni:
finire nelle discariche;
essere bruciati (con o senza recupero di energia utile)
essere raccolti in maniera differenziata (separatamente), per subire i necessari
trattamenti che consentano il loro reinserimento nel ciclo produttivo (riciclaggio).
Le discariche
È evidente che la prima destinazione è la peggiore. Anche se oggi è la fine che spetta al 90%
dei rifiuti solidi urbani (RSU) prodotti nel nostro paese. È la soluzione peggiore perché
rappresenta, innanzitutto, un grande spreco di materiali e di energia, e poi perché le discariche
occupano grossi spazi, ed è sempre più difficile trovare luoghi adatti nei quali collocarle,
anche per le proteste della popolazione locale. Un tempo le discariche erano solo degli
accumuli di materiali effettuati nelle buche scavate nel terreno e questo discorso vale,
purtroppo, ancora per le discariche abusive. 10
L’ incenerimento
I rifiuti possono anche essere inceneriti in forni speciali, recuperando il calore per produrre il
vapore che farà funzionare una turbina, o per scopi di riscaldamento. Questi impianti, per
funzionare bene,devono trattare i rifiuti con un elevato potere calorifico, cioè quelli che
producono molto calore quando bruciano, come la carta, il legno e la plastica, ma non i rifiuti
organici (ad esempio, i rifiuti alimentari). Inoltre devono avere degli adeguati sistemi di
depurazione dei fumi. Il residuo della combustione è rappresentato dalle ceneri, che
costituiscono solo il 15-20% dei rifiuti trattati, e che quindi occupano molto meno spazio nelle
discariche. L'incenerimento avviene in impianti come quelli dell'IRE, Integrazione Recupero
Energetico.
POTERE CALORICO DI ALCUNE TIPOLOGIE DI RIFIUTO
Sostanze organiche 1000 Kcal/kg;
Plastica e gomma 7300 Kcal/kg;
Carta e cartone 2900 Kcal/kg;
Tessili e legno 1309 Kcal/kg;
Vetro e inerti 0 Kcal/kg; 11
Metalli 0 Kcal/kg;
La raccolta differenziata dei rifiuti
Consiste nel dividerli, al momento della loro produzione, nelle loro componenti recuperabili e
in quelle pericolose per l'ambiente. Le varie tipologie dei rifiuti già divisi (carta, vetro,
plastica ...) possono essere raccolte separatamente dal servizio della nettezza urbana e trattate
opportunamente (ad esempio, triturate e imballate):
dalle industrie che le recuperano: è il caso della carta, del vetro, della plastica, del
ferro, dell'alluminio;
dagli impianti di riciclaggio per la trasformazione in concime per l'agricoltura (il
compost)
dai forni inceneritori con recupero di energia.
I rifiuti pericolosi (pile, farmaci) sono destinati a speciali trattamenti di recupero o resi inerti
in modo da non inquinare l'ambiente.
Rifiuti tossici
I rifiuti tossici sono quei materiali di scarto che possono causare dei danni o la morte a
creature viventi, o che possono porre a rischio l'ambiente circostante. Generalmente si tratta di