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Introduzione Cloud Atlas, tesina
La scelta di trattare come fulcro fondamentale, per la conclusione di questa prima parte della mia tesina di maturità, Cloud Atlas di David Mitchell, sta nel fatto che ho sempre trovato un gran interesse nella ricerca e nella teorizzazione del percorso dell'uomo nel corso dei secoli, ma non propriamente visto dal punto vista teologico o cristiano. Ho sempre pensato che l'uomo fosse all'interno di un meccanismo nel quale la sua anima continua a migliorarsi, vita dopo vita, reincarnazione dopo reincarnazione, mentre, passo dopo passo, si ricorda le cose essenziali di ciò che ha vissuto in quella precedente. E ho sempre pensato anche al fatto che, per esempio, magari coloro che hanno un'anima cosiddetta “maligna” o rimangono bloccati in un'altra dimensione o arretrano nel percorso di evoluzione, vivendo una vita ancora più triste di quella vissuta anteriormente.
Il romanzo mi ha coinvolta emotivamente anche per il suo essere un enorme vortice di rassegnazione, speranza e intraprendenza. Spiega come il caos sia strettamente connesso alla logica. È un paradosso. Senza il caos, non esisterebbe la logica così come, senza la logica, non esisterebbe il caos. C’è una causalità nella casualità. C’è un destino, ma cambia. Cambia ogni volta che uno di noi compie un’azione. È come una cassaforte. Ogni volta che si gira la manovella sul numero giusto c’è un suono, momentaneo, la speranza, ma se è errato, si perde tempo, si rischia, si muore. Un meccanismo in continuo movimento di combinazioni infinite, che hanno le stesse possibilità di essere giuste o sbagliate.
Ripercorre mesi, anni, secoli della storia dell’uomo, ma tutto è connesso. Paradossalmente, aggiungerei. In una vita possiamo essere dei criminali, in quella dopo degli avvocati ed in quella dopo ancora degli eroi, poi essere ancora degli assassini. Ma sottolinea anche come l’uomo continui a fare gli stessi errori ogni volta nella vita fintamente sua. Tuttavia, di certo il tema prevalente del romanzo è la libertà, per cui si deve lottare e, in caso, morire. Anche se qui, nella speranza, ci sembra essere anche un velo di pessimismo. Ogni tentativo di arrivare alla libertà, viene fermato, spesso anche nel peggiore dei modi e quella libertà che l’uomo percepisce è impossibile per lui da raggiungere. È come se quella libertà sfociasse inevitabilmente nella morte. Il limite dell’uomo è la sua dannazione: percepire qualcosa di irraggiungibile. «La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso», dice Robert Frobisher, il pianista che sognava la fama. Non aveva la possibilità di viaggiare, aveva una relazione omosessuale clandestina, eppure era convinto di poter diventare uno dei migliori musicisti del suo tempo e non solo. Quel desiderio di fama e di libertà, quel desiderio di superare i suoi stessi limiti, economici e sociali, lo porteranno alla morte. Sembra quasi una punizione divina per la sua superbia, tema tra l'altro ricorrente sia nel libro che nella letteratura.
Queste sei storie apparentemente non sembrano sempre connesse fra di loro, alcune più e altre meno. Eppure lo sono. L’avvocato Ewing scriverà un libro che accompagnerà il giovane Frobisher nella sua permanenza in Belgio. L’Atlante delle Nuvole e le lettere scritti dal giovane pianista saranno delle chiavi per la giornalista Rey per scoprire i retroscena sulla morte di Sixsmith e del progetto HYDRA a cui era legato. Questo fascicolo finirà nelle mani di Timothy prima e dopo la sua permanenza nella casa di riposo. Di quest'esperienza deciderà di fare un libro, grazie al quale riuscirà a guadagnare e a far anche girare un film sulla propria vita. Pellicola che sarà poi vista da Somni 451 e che sarà parte fondamentale delle sue ispirazioni per la libertà per cui lotterà fino alla morte. La sua storia giunge ad un popolo primitivo dopo la distruzione di buona parte del mondo per opera dell'uomo e verrà venerata come una Dea protettrice dei diritti umani e guida spirituale. Inoltre, questi personaggi, fisicamente, sono accomunati fra loro da una voglia a forma di cometa, poste in sedi corporee differenti da persona e persona. In epoche e luoghi lontani, si incontreranno, vivendo vite spesso quasi del tutto diverse, con le stesse anime. La tesina permette di sviluppare dei collegamenti interdisciplinari con le varie materie scolastiche.
Collegamenti
Cloud Atlas, tesina
Inglese - De Profundis di Oscar Wilde.
Chimica - Il meltdown nucleare di Three Mile Island.
Latino - Satyricon di Petronio.
Letteratura - Germinal di Zola.
Storia della filosofia - Aleksandr Solgenitsin.
Storia - Le condizioni dei kulaki nei Gulag sotto Stalin.
Fisica - L'equazione di Dirac.
Greco - Menone di Platone.
father was very important in English society and that he wanted to find him out with his son, but he
didn't want to get into trouble Rufus. Douglas wants to point out his relationship with Wilde to spite
his father, passing over the problems that he could create to Oscar.
De Profundis and Letters from Zedelghem
“De Profundis” was written in the Reading Gaol on prison paper during the last months, from
January to March, of Oscar Wilde’s two-year sentence for “unnatural practices” and homosexuality.
It was addressed to Lord Alfred Douglas, but when Wilde was not allowed to send it from prison he
handed it to his friend Robert Ross the day after he was released on May 19, 1897, with instructions
to type a copy and send the original to Alfred Douglas, who always claimed he never received it.
Part of the work was first published under Ross’s title, “De Profundis”, in 1905.
The theme is tragedy, its expression and possibility. The text has a controlled voice and turns often
toward the writer's old extravagance of expression, the petty generosity of a rich man who takes
pleasure in making constant small expenditures; but underlying this is the heavy tone of one who
feels himself to be speaking from the depths of potentially final defeat.
Since it is cast in the form of an epistole, the work needs some contextual reference to Wilde’s life
and works before and after his imprisonment and the composition of the letter. The prison sentence
marked the end of his marriage, his income, and his life in England; thereafter he lived in exile. One
link with the past, however, was not broken: the association with Lord Alfred Douglas. Wilde’s
return to the young man, the cause of his imprisonment, divorce, and bankruptcy, and to the kind of
associates whose evidence had convicted him, seems to invalidate the promise to lead a new life
with which “De Profundis” closes. Wilde claimed, however, that while, on one hand, the conditions
of exile, disgrace, and penury drove him to those acquaintances, on the other, they were the
creations of his art and not the conditions of his life. Wilde’s one conviction was that he was an
artist, and he doggedly transposed the terms of life and art. It was more true to his life because of its
artistry than was his biography. The strain of maintaining this paradox ended his life three years
after his release and finished his writing career shortly after the composition of “De Profundis”.
The resolution of the paradox is the intention of the long letter.
This epistle is therefore connected both with Wilde’s biography and with his literary canon. Wilde
sums them up as constant hunger, diarrhea from the rotten food, and insomnia from the diarrhea and
the plank bed in his cell. His description of prison life is vivid and awful.
Frobisher writes his letters from Zedelghem to his lover Rufus Sixsmith to tell him about his new
experiences. He's pleased and satisfied about his work and his life in Belgium. He talks about Ayrs,
that he always admired. Complications have begun to rise when Vyvyan wanted to take his sextet,
Cloud Atlas, and publish it as his own work. He blackmails him to say anyone that he was
homosexual, so he starts to live there as in a prison, continuing to write his letters to Rufus until the
day of his suicide. Chimica
“Perché noi continuiamo a ripetere gli stessi errori ogni volta?”
- Luisa Rey
Il terzo racconto, la cui la protagonista è Luisa Rey, fa riferimento espressamente al disastro di
Three Mile Island, a livelli di certo più catastrofici. È ambientato nella fittizia città californiana di
Buenas Yerbas nel 1975. Luisa si ritrova coinvolta in un caso di una nuova centrale nucleare,
apparentemente con i dati nella norma. Tuttavia, un rapporto di Rufus Sixsmith, lo stesso della
storia precedente, dimostrerebbe che l'impianto sarebbe tutt'altro che sicuro, bensì guasto e che
potrebbe creare danni irreversibili. Questo rapporto viene ritrovato da Luisa al momento
dell'omicidio di Sixsmith, tra le lettere di Robert.
L'incidente di Three Mile Island: un caso di meltdown nucleare
L'incidente avvenne nel 1979 ed è tutt'oggi considerato tra i disastri più gravi avvenuti negli Stati
Uniti. In quell'occasione furono evacuate 140 mila persone e, secondo dati ufficiali, non vi furono
conseguenze. Si trattò di un incidente gravissimo, ma la struttura del reattore limitò i danni,
evitando il dramma. Ma neppure oggi si sa con assoluta certezza che cosa sia esattamente successo.
Il termine tecnico dell'incidente è «meltdown», cioè la fusione del nocciolo. L'unica conseguenza
accertata al 100% del dramma è che la compagnia elettrica proprietaria della centrale, la
Metropolitan Edison, fallì, non potendo far fronte né alle ingenti spese di decontaminazione
dell'area, né ai risarcimenti da pagare. Secondo l'inchiesta, il reattore surriscaldato raggiunse una
temperatura di 2.650 gradi, solo 150 gradi in meno rispetto al punto di fusione del nucleo di uranio,
il che avrebbe provocato una tragedia di dimensioni apocalittiche.
La fusione del nocciolo in una centrale nucleare consiste nella liquefazione del nocciolo radioattivo
e delle strutture di contenimento, con conseguente dispersione del materiale radioattivo. È causata
dalla reazione nucleare incontrollata che si innesca quando il sistema di raffreddamento non è più in
grado di controllare la reazione a catena, portando la temperatura del reattore a migliaia di gradi
centigradi. Tuttavia, non va confusa con la fusione nucleare. In secondo luogo, la fusione del
nocciolo in una centrale nucleare non esplode come la bomba atomica anche se le conseguenze non
sono meno catastrofiche per l'ambiente e per l'uomo. Infatti, nonostante si dica che non ci siano
state vittime, i pochi studiosi che hanno indagato hanno evidenziato un aumento di casi di tumore e
numerosi aborti spontanei negli anni successivi all'incidente.
Vi è la dispersione del materiale radioattivo, che comporta la contaminazione dell'ambiente
circostante. L'insorgere di incendi può trasportare le particelle radioattive in atmosfera, creando una
nube radioattiva che può spostarsi per migliaia di chilometri, ampliando la contaminazione
radioattiva su scala continentale. Per tali ragioni il nocciolo del reattore nucleare è circondato da
strutture in acciaio e da una gabbia di contenimento.
Con radioattività si indicano le proprietà dei nuclei di alcune sostanze di disintegrarsi
spontaneamente emettendo radiazioni intense e trasformandosi in nuclei di altri atomi più leggeri.
Solitamente, le radiazioni emesse possono essere di tre tipi:
1. Radiazioni α, costituite dal nucleo dell'atomo di elio. Se un elemento radioattivo emette una
particella di tipo α, il suo nucleo si trasforma in quello di un elemento dal numero atomico
minore di due unità e un numero di massa minore di quattro.
2. Radiazioni β, che possono essere di due tipi:
- β‾, emesse dal nucleo di un atomo che subisce una trasformazione nella quale un neutrone
si trasforma in un protone. Nel mentre, viene emesso anche un elettrone insieme ad un
antineutrino. Il nucleo pertanto si trasforma in quello dell'elemento avente numero atomico
maggiore di un'unità.
- β+, emesse dal nucleo di un atomo che subisce una trasformazione nella quale un protone
si trasforma in un neutrone. Nel mentre, viene emesso anche un positrone insieme ad un
neutrino. Il nucleo pertanto si trasforma in quello dell'elemento avente numero atomico
minore di un'unità.
3. Radiazioni γ, privi di carica elettrica e costituiti da cariche elettromagnetiche ad altissima
frequenza. Hanno un elevato potere penetrante.
Latino
“Il successo e il denaro intossicano gli esordienti in un battito di ciglia.”
- Timothy Cavendish
Il quarto racconto, ambientato nel 2012, in Gran Bretagna, utilizza di certo una chiave comica,
seppur nella sua tragicità. Infatti il personaggio di Timothy Cavendish, editore di una casa in
fallimento e ossessionato dalle apparenze, può essere strettamente collegato a quello di
Trimalchione, del Satyricon di Petronio. Si arricchisce in seguito all'assassinio di un recensore da
parte di uno degli autori scadenti di cui aveva deciso di pubblicare il libro. Non esita a spendere il
ricavato per sé, a ostentare la sua ricchezza e a scrivere ad un ipotetico regista per rappresentare la
propria storia, ossessionato dall'idea della morte, così come Trimalchione.
Dalla “Cena” al party: una società statica
Timothy Cavendish si ritrova ad un party a cui sono invitati le maggiori figure dell'editoria e del
giornalismo britannico ed i personaggi più influenti della vita pubblica. Si trova lì poiché aveva
fatto numerose pressioni all'organizzatore dell'evento, nel tentativo di promuovere alcuni libri dei
suoi scrittori, quasi tutti ormai sull'orlo del fallimento. Tuttavia, pur non essendo l'anfitrione e
ancora non un uomo ricco, bensì pieno di debiti, è come se Timothy si ritrovasse catapultato in una
“Cena Trimalchionis” degli anni 2000. Infatti, dai dialoghi che si possono scaturire tra i personaggi,
sono ben distinguibili i loro caratteri frivoli e i loro tentativi di innalzarsi a intellettuali, che
assolutamente non sono. Cosa che accade anche nell'episodio più importante descritto da Petronio
nel Satyricon. Infatti, i commensali di Trimalchione tentano di improvvisarsi retori o poeti, finendo
in discorsi scadenti inerenti solo al sesso ed al cibo. In entrambi i casi intavolano quindi discorsi
apparentemente seri ed elevati sul senso della vita e della morte, ma si finisce per raccontare
soprattutto storie scabrose, per poi abbandonarsi all'alcool. Nel caso del party di Timothy, si
giungerà ad un episodio macabro, ossia l'assassinio del recensore, cosa che, tuttavia, passato il
terrore del momento, passerà in secondo piano non troppo tempo dopo.
Anche Mitchell, forse involontariamente, forse volontariamente, muove una critica al sistema a lui
quasi contemporaneo, descrivendo personaggi che sono la rappresentazione, a volte realistica, a
volte caricaturale, di alcune tipologie umane che hanno abitato e che abitano tutt'ora la società. I
vari commensali esprimono i tratti di un'umanità meschina, ipocrita ed adulatrice, che ostenta la
propria ricchezza materiale pur senza possederne alcuna interiore.
Timothy, a differenza di Trimalchione, non è assolutamente ignorante, non quanto il secondo.
Tuttavia, risulta alquanto rozzo e grottesco. Anche lui può essere definito l'emblema del “servo
arricchito”, nell'età Giulio-Claudia chiamato liberto, ossia colui che è riuscito ad accumulare
numerose ricchezze, ma che non sa che altro fare se non ostentarle. Ed è anche simbolo di una
società in cui i valori aristocratici sono ormai andati in crisi.
Tuttavia, su questo punto Timothy è leggermente diverso: lui ha accumulato numerosi debiti, ma,
nonostante questo, decide di spendere e ostentare le sue ricchezze, proprio perché, proprio come
Trimalchione, anche lui vuole essere ciò che non è.
Entrambi vogliono rendersi immortali e sono ossessionati e terrorizzati dall'idea della morte. Infatti,
Timothy cercherà, e riuscirà, a far girare un film sulla sua vita, diventando paradossalmente l'eroe di
una delle protagoniste più importanti del libro.
La Cena Trimalchionis
Trimalchione tiene nella sala da pranzo un orologio e un suonatore di tromba per ricordarsi di volta
in volta quanto ha già consumato della sua vita. Encolpio, con i suoi amici avventurieri con i quali
attraversa le vicende del romanzo, va a mangiare da lui, che li accoglie a tavola senza nemmeno
conoscerli e mostra loro la sua ricchezza.
Si comincia con il suo ingresso, sul quale compare un avviso minaccioso che rivela la sua vera
natura: “Quisquis servus sine dominico iussu foras exierit, accipiet plagas centum.”
“Qualunque servo esca senza il permesso del padrone riceverà cento frustate.”
Subito dopo, sulle pareti si trovano immagini dipinte: un mercato di schiavi e poi una celebrazione
della biografia di Trimalchione da quando arriva a Roma, guidato dalla dea Minerva, a quando