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-STORIA: ADOLF HITLER
-INGLESE: VIRGINIA WOOLF
-TECNOLOGIA DELLE COSTRUZIONI: IL MUSEO
-COSTRUZIONI: IL MURO DI SOSTEGNO
-TOPOGRAFIA: GLI SPIANAMENTI MISTI
-ESTIMO: ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITA
Introduzione
In questa tesi tratterò un argomento che ha contrassegnato sia nel
bene che nel male alcuni grandi della storia, poeti e artisti. Quello
che in questa tesi cercherò di far capire è che la follia che ha
contrassegnato queste persone denota un'espressione del loro animo
che va in contrasto con modi usi e costumi, nonché ideologie comuni
dell'uomo cosiddetto sano. Andrò a capire il modo di interfacciarsi
con il mondo esterno da parte di queste persone e del loro rapporto
con il cosiddetto "comune". Andrò a vedere in italiano la poetessa
Alda Merini, che ha subito i dolori del manicomio; in storia Hitler,
che con la sua follia ha fatto uccidere milioni di persone innocenti
solo perchè li riteneva inferiori; in inglese Virginia Woolf che ha
fatto della sua paura di diventare folle una vera e propria malattia
che l'ha portata al suicido. Nelle materie tecniche invece, per
sviluppare questo argomento, ho pensato di progettare un piccolo
museo che espone opere di artisti considerati folli: "il museo della
follia". In costruzioni ho pensato di parlare del muro di sostegno che
serve appunto per progettare il museo. In topografia, sempre per
progettare il museo, sarà utile approfondire l'argomento degli
spianamenti misti visto che il museo sarà progettato su un terrapieno.
Infine in estimo l'espropriazione per pubblica utilità, visto che per la
progettazione del museo verrà espropriato un terreno. 4
Breve definizione di "follia"
Esistono due concetti nettamente distinti di follia. Uno è orientato
alla società, l'altro orientato all'individuo. Nel concetto di follia
legato alla società, specie nelle letterature moderne, il "matto" è
colui che è più cosciente delle convenzioni e dell'assurdità della vita
borghese. Proprio come sosteneva Pirandello, nel concetto di salute
psichica orientata alla società, l'uomo è sano quando è all'altezza dei
compiti che la società gli assegna, ovvero quando funziona in modo
conforme ai bisogni di una data società. Si definisce folle chi invece
decide di staccarsi dalle maschere che gli sono state assegnate e
sceglie di vivere mettendo a nudo il suo più profondo e autentico
modo di essere, la sua vera natura.
Il concetto umanistico, invece, si distingue nettamente da quello
orientato alla società. Non è il funzionamento conforme ad una data
società a determinare cosa sia la malattia o la salute psichica, ma
criteri insiti nell'uomo stesso. Esiste infatti il concetto di follia
spesso utilizzato in psichiatria: la follia consiste nella presenza di
malattia psichica. Di conseguenza si può parlare di individuo
relativamente sano, se non c'è nessuna nevrosi, psicosi o sintomo
psicosomatico e se su un piano socialmente rilevante non ci sono
alcolismo, omicidi e disperazione. 5
ITALIANO
Alda Merini
Alda Merini nacque a Milano il 31 Marzo marzo 1931 da una
famiglia di modeste condizioni economiche. Della sua infanzia si
conosce ben poco tranne ciò che lei stessa scrisse in alcuni racconti
autobiografici. Era una ragazza di carattere malinconico e isolato,
amava lo studio, infatti, lei stessa disse che " lo studio era una sua
parte vitale". Tentò di essere ammessa al liceo Manzoni ma non vi
riuscì perchè non superò la prova d'italiano. Già dall'età di quindici
anni esordì come giovane autrice. Nel 1953 sposò Ettore Carniti da
cui ebbe quattro figlie. Una notte, dopo il rientro del marito che
aveva speso tutti i soldi con gli amici, Alda gli scaraventa addosso
una sedia e lo mandò in ospedale. Questo le costò un internamento in
manicomio e la separazione dalle figlie che furono affidate a un
istituto. Soffriva. Soffriva perchè era picchiata dal marito quando era
ubriaco, ma lo amava e si crogiolava nell'illusione che alla fine
cambiasse. 6
Dopo la morte del marito Alda rimase sola vivendo la sua solitudine
di artista e donna, in uno stato psichico ancora debole. La non felice
situazione economica in cui versava, la portò ad affittare una stanza
a un amico pittore. Nello stesso periodo iniziò un'amicizia con il
poeta Michele Pierri che aveva dimostrato di apprezzare le sue
poesie. Nonostante la differenza d'età e la distanza che li separava,
nel 1983 decise di sposarlo trasferendosi a Taranto, dove vi rimase
per circa quattro anni. Questo periodo di apparente tranquillità non
dura a lungo. L'aggravarsi delle condizioni di Pierri fu preso come
pretesto dai figli del medico-poeta, da sempre contrari al loro
matrimonio, per allontanare Alda. Questo le provocò un profondo
stato depressivo che la portò a vivere nuovamente le torture e gli
orrori dell'ospedale psichiatrico, questa volta di Taranto. Ricevette
una laurea honoris causa e molteplici premi per le sue poesie.
Divenne un personaggio di successo, ma non cambiò mai il suo
modo di vivere. Viveva in un appartamento sui Navigli, immersa nei
libri e nel disordine, come un clochard. Tutti i soldi che vinse li donò
in parte ai clochard che incontrava per strada e in parte li spese in un
hotel. Morì il 1° novembre 2009, in un ospedale in seguito ad un
tumore causato dalle sue amatissime sigarette che, nonostante i
rimproveri, continuava a fumare.
Alda: " Io la vita l'ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno
dicendo sul manicomio. Io la vita l'ho goduta perchè mi piace anche
l'inferno della vita e la vita è spesso un inferno.....per me la vita è
stata bella perchè l'ho pagata cara".
Alda Merini può essere considerata una delle scrittrici e poetesse più
grandi del Novecento. Ha uno stile limpido ma nello stesso tempo
incisivo con cui l'autrice descrive perfettamente il suo mondo
interiore. 7
Nonostante i lunghi periodi di ricovero in case di cura mentale riuscì
a fare del suo personale disagio una straordinaria fonte di
ispirazione. La sua prima raccolta poetica venne pubblicata nel 1953
dal titolo "La presenza di orfeo" in cui si riconoscono già quei
motivi presenti nella sua futura poesia come l'intrecciarsi dei temi
erotici e mistici. La poesia della Merini è istintiva, quasi ingenua
nella sua spontaneità, ha qualità visionarie ed orfiche: l'autrice infatti
procede per accostamenti di immagini apparentemente senza alcun
accostamento logico. Lo stile della poetessa viene definito come
dominato da una "fantastica irruenza" creando uno stile particolare
definito "frammento lirico" cioè un misto di poesia e di prosa. Nel
1988 Alda raccoglie tutte le sue poesie in una grande antologia
chiamata "Testamento" in cui confluiscono molti testi della
precedente raccolta dal titolo "Terra Santa", titolo che indica la
tormentata ricerca dell'autrice per raggiungere una condizione di
serenità, proprio come gli ebrei che dopo il passaggio del Mar Rosso
giungono finalmente nella tanto sospirata Terra Promessa.
Nata il ventuno a primavera...
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera. 8
In questa poesia Alda situa la sua nascita nel giorno che dà l'avvio
alla rinascita della natura :la primavera.
La primavera è una stagione considerata 'folle' perché proprio in
questa stagione si verificano fenomeni di perdita di controllo infatti
per chi lavorava in ospedali psichiatrici era il periodo di maggior
lavoro. Nel secondo verso la poetessa vuole far intuire l'innocenza di
questa follia, che non è dominata dalla ragione. Proserpina 'lieve' con
i suoi 'frumenti gentili' sta proprio ad indicare l'innocenza e soavità
delle sue azioni a cui si contrappone una tempesta, scatenata
inconsapevolmente. In questa poesia sono presenti i temi cari ad
Alda Merini come i riferimenti alla mitologia e alla religiosità
– –
cristiana ('preghiera'). Il pianto di Proserpina la pioggia è anche
la sua preghiera, così come la sofferenza e il pianto dell'autrice sono
riscattati dalla poesia, che è essa stessa una forma di trascendenza.
STORIA
Adolf Hitler: il trionfo della follia nella storia
Nel Novecento la follia prese il sopravvento sulle democrazie in
buona parte dell'Europa determinando il completo abbandono della
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razionalità e del buon senso trascinando popoli interi verso la più
totale perdizione, e verso l'eccitazione della violenza e della crudeltà
in un modo barbaro ed eclatante, come non era mai successo prima
nella storia dell'umanità.
In Germania la follia si espanse maggiormente e più atrocemente
rispetto all'Italia di Mussolini e all'Unione Sovietica di Stalin. La
grande massa della popolazione tedesca vide in Adolf Hitler il suo
più grande esponente, il fuhrer, la guida che avrebbe portato il
popolo ariano alla massima glorificazione con la fondazione del
Terzo Reich, il terzo impero tedesco dopo l'Impero germanico
medioevale e quello proclamato alla riunificazione della
Germania.
L'intera nazione era profondamente catturata dalla potenza di Hitler
e credeva ciecamente nelle sue parole e nelle sue azioni.
La politica antisemita, l'orrore dell'olocausto e la persecuzione
anticomunista facevano parte di un programma accuratamente
organizzato il cui intento era quello di disumanizzare questi uomini,
spogliarli della loro libertà e dignità, renderli schiavi della
superiorità tedesca ed infine privarli della stessa vita. Ed è proprio in
questo annientamento che consiste la "lucida follia" di Hitler. Questo
programma era già stato delineato nel "Mein Kampf" ("la mia
battaglia"), scritto e pubblicato intorno al 1925. Le teorie esposte si
articolavano in cinque punti fondamentali :
il concetto di razza: i tedeschi avevano il diritto di affermare la
superiorità della razza tedesca, discendente da quella ariana e per
questo la più pura;
la difesa della razza: essendo la "razza padrone", i tedeschi
dovevano dominare il mondo e le "razze schiave". Inoltre dovevano
preservare la purezza della razza, venne quindi instaurato l'obbligo ai
tedeschi di sposarsi solo tra loro; ed in più furono sterminati i malati
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di mente, le persone deboli, gli infermi e chiunque fosse portatore di
handicap;
la comunità razziale: lo Stato nazista doveva espandersi fino a
creare una comunità che abbracciasse tutti i tedeschi puri nel mondo;
il culto della personalità: era un principio già presente nella
dittatura fascista e in quella comunista. Il Capo era l'incarnazione di
tutte le virtù e dei principi dell'autorità, per cui bisognava sottostare
ai suoi ordini;
lo spazio vitale: i tedeschi avevano il diritto di espandersi e di
conquistare l'egemonia in Europa, fino ad estendersi verso est in
Polonia, Cecoslovacchia e Russia. Questi territori dovevano essere
occupati e i "sottouomini" slavi dovevano servire il "popolo
dominatore".
Benchè non esistessero fondamenti scientifici, Hitler affermava con
grande sicurezza la superiorità della Germania e la purezza della sua
popolazione, ricavando tali concetti da "Germania" di Tacito, libro
scritto durante il primo secolo dell'Impero romano. 11
INGLESE
Virginia Woolf
Virginia Woolf was born in 1882 in London. Her father was Sir
Leslie Stephen, a well-known essayist and editor; her mother, Julia
Jackson, was a beautiful and sensitive woman, who also belonged to
the aristocratic world.
In 1895 Virginia's mother died. Virginia was thirteen, but she was
deeply affected by her mother's death, and for a long period she
suffered from depression; it was the first sign of how frail her
nervous system was.
In 1904 Sir Leslie Stephen died; Virginia went trought a period of
feverish and morbid grief, even attempting suicide. The Stephens
abandoned their house at Hyde Park Gate, and settled in
Bloomsbury, in Gordon Square, near the British Museum.
In 1912 Virginia married Leonard Woolf, but in 1913 she had
another mental collaps and again attempted suicide. Only after two
years did she temporarily recover.
Notwithstanding her recurrent mental instability, Virginia liked to
live in a cultivated environment, to be listened to and to feel the
effect of her words on the people around her. When she was alone
she was overcome by anxiety and insecurity, by terror at the brevity
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