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Sintesi
Introduzione "L'amore è universale ma alcuni amori sono più universali di altri" tesina


Tesina riguardante l'omosessualità e di come questo tema abbia influenzato lo scibile umano nel corso dei secoli, da Petronio a d'Annunzio, da Giovenale ad Oscar Wilde.

Collegamenti


Tema: omofobia ed eterofobia
italiano: G. d'Annunzio
latino: Petronio e Giovenale
Filosofia: Sigmund Freud
Storia: L'omocausto (Germania -Italia)
Arte: Kandinsky
Fisica: forze repulsive nel nucleo dell'atomo
Scienze: ricerca contro l'HIV

Estratto del documento

• Passi avanti per l’umanità: Obama e l’Irlanda

Come è noto dai notiziari degli ultimi mesi, il presidente degli Stati Uniti Obama

ha condannato le terapie psichiatriche adottate per “curare” l’omosessualità.

La decisione, come sempre più spesso accade, è giunta dopo una tragedia: la morte

di una transgender di 17 anni suicidatasi per la mancata sensibilità dei genitori che

non accettavano affatto la sua sessualità.

“L’unico modo in cui potrò riposare in pace è che un giorno le persone

transgender non saranno trattate come son stata trattata io… la mia morte deve

significare qualcosa. Aggiustate la società. Per favore!”

Il messaggio di addio della giovane ha fatto partire una petizione che ha raccolto

120mila firme. Atto che parla chiaro su come queste pratiche siano prive di alcun

beneficio medico, ma devastino soltanto la vita di molti, indottrinando la

convinzione che dall’omosessualità si possa guarire e che, quindi, si tratti di una

malattia. La giovane era in cura da un terapista cattolico per cercare di redimersi,

tornando al suo sesso iniziale, quello maschile. Il terapista, intervistato dai reporter

ha affermato saldamente che:

“Riteniamo che il cambiamento sia possibile. Le persone si sottopongono alla

terapia perché voglio cambiare, perché funziona”

L’annuncio di Obama ha dunque sancito che la Casa Bianca si impegnerà a definire

illegali tali provvedimenti, agendo negli stati singoli, ognuno dei quali avrà dunque

una legislazione sulla questione.

Altra notizia recente dimostrante che il vento nel

mondo occidentale sta cambiando è i referendum,

tenutosi in Irlanda, per la legalizzazione dei

matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Il referendum si è concluso con una maggioranza

schiacciante di consensi: il 62,1 per cento degli

irlandesi ha detto "sì" alle nozze gay e la frase

“il matrimonio può essere contratto secondo la legge tra due persone senza

distinzioni di sesso” è stata aggiunta nella costituzione.

Erano già 21 i Paesi che in tutto il mondo hanno legalizzato i matrimoni tra

omosessuali ma l'Irlanda è la prima nazione a farlo passando per una

consultazione popolare. Inimmaginabilmente solo 20 anni fa, nella

Repubblica dell'"isola verde" veniva finalmente cancellato il reato penale di

"omosessualità".

• Gli eccessi: omofobia ed eterofobia

La lotta all’omofobia è un campo di battaglia aperto contro chi ripudia la diversità,

tenta di metterla da parte e non la comprende. Omofobo è chi crede gli LGBT

(lesbian-gay-bisexual-transgender) anormali, chi non da loro pari diritti degli

eterosessuali. Omofobo è chi viola il rispetto reciproco tra uomini riconoscendo una

diversificazione tra l’amore tra un uomo e una donna e individui dello stesso sesso,

impedendo a questi ultimi di creare una loro famiglia e di vivere al meglio la loro

vita. Questi atteggiamenti vengono spesso paragonati al razzismo hitleriano della

Germania nazista per modi violenti e aggressività ingiustificata.

Tuttavia, in particolare negli ultimi tempi, omofobo viene descritto non solo chi

non accetta la diversità, ma anche e impropriamente chi, da essere raziocinante,

esprime giustamente la propria opinione sull’argomento.

Ecco che chi viene attaccato, attacca a sua volta sforando nell’eccesso opposto, da

una richiesta di pari diritti, si passa a chiedere più diritti di quanti ne hanno tutti,

con la scusa di essere discriminati.

In molti si sono lanciati contro la proposta di legge Scalfarotto, che aveva proposto

di rendere illegale parlare di famiglia come unico luogo di crescita equilibrata

dell’uomo e di suo primo sviluppo sociale, per evitare che gli omosessuali si

sentano discriminati. Questa legge, abrogata, esprime quanto detto pocanzi e prende

il nome di eterofobia. Prescindendo dal fatto che tale proposta di legge violava la

libertà di espressione sancita dalla costituzione che determina la distinzione tra un

regime democratico ed uno totalitario, i diritti umani non venivano posti sullo stesso

piano, bensì a favore degli omosessuali e a discapito di tutti gli altri.

Se da un lato alcuni eterosessuali attaccano violentemente gli omosessuali, spesso,

e sempre più frequentemente, alcuni omosessuali attaccano gli eterosessuali

credendoli incapaci di avere una mente aperta facendo,

come si suol dire, di tutta l’erba un fascio.

I gay nella loro continua lotta per i diritti, spesso

eccedono tanto quanto fa la loro controparte etero

omofoba, non per niente molti “gay pride”

(manifestazioni sull’orgoglio gay) vengono sciolti

per eccessiva libertà di forme e costumi e un sopruso dei diritti di cui essi

sono provvisti. Se da una parte va combattuta l’errata mentalità omofobica,

dall’altra va contenuta quella eterofobica facendo comprendere ad ambedue le

parti che prima di essere etero o gay, si è persone, menti diverse e cittadini del

mondo.

GABRIELE D’ANNUNZIO

• A152 anni dalla sua nascita e a 77 dalla sua morte,

Gabriele D'Annunzio lo si ritrova ancora dappertutto.

Come inventore di espressioni, marchi e slogan entrati

nel linguaggio comune. Da «velivolo» a «tramezzino»

ad «automobile» declinato al femminile perché, come

scrisse al fondatore della Fiat Giovanni Agnelli

«l'automobile ha la grazia, la snellezza, la vivacità di

una seduttrice». Come autore di romanzi e poesie che

rimangono in testa nonostante l'inconveniente di esser

stati imposti a scuola. D’Annunzio rimane il prototipo

di viveur inarrestabile: la vita come opera d'arte, le

smargiassate politiche, l'harem di donne, la cocaina.

Poeta, romanziere, autore teatrale, politico, eroe di

guerra, polemista, arbitro di eleganze (e pacchianerie), l'abruzzese è una figura

eccezionale, che rendeva bello e piacevole ogni cosa che scriveva.

Definito da molti “il poeta della lussuria”, d’Annunzio è sinonimo di piacere con

una perenne necessità di delizie: dalla più semplice cosa alla più raffinata voluttà.

D'Annunzio ricercò e assaporò tutti gli aspetti del piacere della vita utilizzando

ogni mezzo, dal “piacere perverso” all’ “immaginazione impura” abbandonandosi

alla “sensualità fuor de’ sensi”, perché, come egli stesso afferma ,solo “dopo una

lunga voluttà occulta, dopo la malvagia ebbrezza, il corpo è come alleviato”. La

cosa fantastica in d’Annunzio è che riusciva a trarre nutrimento intellettuale

proprio dall'istinto sessuale. Quel che per altri è piacere, per lui è sacrificio e

conoscimento.

D’Annunzio rappresenta nella sua passionalità le ascendenze del mondo classico e

i primi albori di una modernità dominata dal sacro fuoco interiore. Un uomo

particolarissimo, a volte incompreso proprio per questa sua voglia ossessiva e

incontrollabile della sessualità, che fa di lui il poeta dalla mente aperta per

antonomasia.

Il legame tra d’Annunzio e l’omosessualità è molto forte: anche se egli abbia

sempre e quasi ossessivamente idolatrato il corpo femminile (nelle sue opere

come nella sua vita) lo scandalo che destò per le sue perversioni negli

ambienti che frequentava è in perfetta linea con lo scandalo provocato

oggigiorno dagli omosessuali in tutte le società tradizionaliste. Inoltre è noto che la

donna più importante nella vita del Vate, l’attrice Eleonora Duse, sia stata

protagonista di numerosi atti omosessuali con altre donne.

• IL PIACERE

Il romanzo inizia quando Andrea aspetta a casa sua la ex amante Elena Muti e

ripercorre con la mente tutta la loro storia ed anche la sua vita. Viene ferito in un

duello mentre tenta di corteggiare un’altra nobildonna e nel corso della

convalescenza, nella villa di Schifanoja sul mare, conosce un’altra donna che gli

ruba il cuore: Maria Ferres, moglie di un diplomatico sudamericano. Si divide

così tra due donne e due amori, ma nel corso di una notte di passione con Maria

pronuncia il nome di Elena. Maria così lo lascia, abbandonando anche la sua casa

dove era andata a vivere. Finisce così il romanzo, con una piena tonalità

decadente.

L’opera narra la storia della vita di Andrea Sperelli, intellettuale creato sul

riflesso della fisionomia dannunziana di uomo, che ritornerà spesso nei suoi

romanzi. Andrea è un giovane aristocratico, annoiato della vita, amante dell’arte,

che vive in una sorta di casa museo. Così come ama l’arte, adora anche le donne.

Andrea non è altro che il “doppio” dello stesso autore che vuole rappresentare in

lui tutto ciò che avrebbe voluto essere; tuttavia il suo atteggiamento verso Andrea

è in parte critico oltre che fascinato, perché mette in evidenza il carattere

fallimentare della figura dell’esteta, vuota e disinteressata, in piena linea con la

crisi dei valori del periodo, che si evolverà nella sua poetica in superuomo.

Il protagonista è dunque un esteta, come Dorian Gray di Oscar Wilde, che vive la

sua vita come se fosse un’opera d’arte. Conquistare le donne è per lui un’arte più

che un piacere. Non si tratta di un personaggio autentico come quelli veristi, ma

finto e costruito ad hoc.

Andrea è una persona che ricerca il piacere fisico e psicologico senza però

trovarlo mai.

È l’opera in cui più si evince la sessualità di d’Annunzio, soprattutto nella

contrapposizione tra Elena e Maria, la donna fatale e la donna pura, il piacere

sessuale e l’occasione di un’elevazione spirituale. Maria Ferres, tuttavia, nel

romanzo non è la donna angelo come era nella corrente stilnovista, ma l’oggetto

di un gioco erotico di una perversione più sottile e velata, tanto è che alla

fine arriva a confondere le due donne, chiamando Elena Maria, provocando

l’abbandono da parte di quest’ultima.

Andrea capisce infine di aver sprecato la sua vita provando a raggiungere

l’irraggiungibile: il piacere

PETRONIO E GIOVENALE

• IL SATYRICON

Nessuno dei termini che noi usiamo per definire la narrativa ha dei corrispondenti

nel mondo antico, in quanto venivano considerati argomenti frivoli e molti si

vergognavano di ammettere di leggere questo tipo di romanzo.

Vi sono poche opere dell’antichità che i moderni definiscono “romanzi”: Satyricon

di Petronio, la Metamorfosi di Apuleio e una serie di testi greci. Questi romanzi

ellenistici sono uniti da una continuità di temi trattati e di caratteristiche delle

opere. La trama è quasi invariabile: vi sono due innamorati che a causa di avversità

vengono separati e si ritroveranno solamente dopo mille peripezie. La suspense in

questi romanzi è data dal modo in cui la donna mantiene la sua castità per il

giovane amato. Lo scenario invece è variabile tra diverse città del Mediterraneo,

inoltre è scarso l’inquadramento storico e l’interesse per la realtà contemporanea.

Nel Satyricon invece l’amore è visto in modo ben diverso: non c’è spazio per la

castità e il tema del sesso viene espresso esplicitamente. È un romanzo d’evasione,

come le Metamorfosi di Apuleio. Tant’è vero che il protagonista, Encolpio ha dei

rapporti amorosi di ogni tipo e il suo partner preferito è il maschile (Gitone). Si è

pensato addirittura che il Satyricon possa essere la parodia del romanzo idealizzato

greco, vedendo nella coppia Gitone-Encolpio la parodia della coppia greca e nel

fatto che i due non si separano mai la parodia della struttura ellenistica.

Convinzione supportata dal titolo che può significare sia “racconti satirici”

riprendendo la satira sia “satireschi” ovvero lascivi come i mitologici satiri.

Un filone importante è quello che gli antichi spesso etichettano come fabula

Milesia. Petronio fece largo uso di questo tipo di poesia, come, per esempio sulla

vedova matrona di Efeso che, innamoratasi di un giovane soldato, arriva a esporre

sulla croce la salma del marito pur di salvare il suo amante.

La libera alternanza tra prosa e poesia fa pensare subito alla satira menippea, il

cui esempio più vicino è l’Apokolokyntosis di Seneca (in cui vi sono inserti poetici

tra la prosa, quasi sotto forma di parodia). Rimangono comunque delle differenze

nette con l’Apokolokyntosis: innanzitutto l’opera di Seneca era formata da

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