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Geografia: Giappone
Tecnica: il concetto di energia
Scienze: l'energia; l'atomo; l'elettricità
Letteratura: l'Ermetismo (Eugenio Montale)
Inglese: Winston Churchill
Francese: la Deuxieme guerre mondiale e le racisme
Musica: George Gershwin
Arte: la pittura metafisica (Giorgio De Chirico)
Ed. Fisica: il basket
Il paese vanta di una storia di mille anni. Esisteva un imperatore che aveva
la suprema autorità, ma, di fatto, il potere era in mano allo shogun, la
massima carica militare con poteri dittatoriali.
Nell’800ha fine l’isolamento del Giappone, infatti, nel 1853 una flotta da
guerra del Stati Uniti chiese di poter entrare in un porto giapponese.
Ricevuto un rifiuto, la nave aprì fuoco, bombardò case e villaggi costieri.
Un anno dopo gli Stati Uniti rinnovarono la richiesta. Il Giappone, allora,
cedette. Oltre agli Stati Uniti, anche altre nazioni –Francia, Inghilterra,
Germania, Portogallo – ottennero il diritto di commercio. Nel 1894 una
guerra fra Giappone e Cina si concluse con la vittoria del Giappone, così
come la guerra russo-giapponese.
Il paese non resta coinvolto nella prima guerra mondiale, ma nella seconda
si schiera affianco di Italia nazzista e Germania fascista e dopo aver
attaccato gli Stati Uniti a Pearl Harbour l’esercito Giapponese invade
molte regioni Asiatiche. Nel 1945 la resa del Giappone è preceduta dal
bombardamento atomico sulle città di Hiroshima e Nagasaki.
L’energia è la capacità che ha un corpo di
compiere un lavoro. L’energia si misura in joule chiamata così in onore del
fisico James Joule. Il termine energia ha origine greche e latine e fu
durante il rinascimento che questo termine fu associato all’idea di forza
espressiva; ma solo nel 1619 questo termine fu usato con il suo significato
attuale. Ogni attività umana richiede energia e senza di essa non potremo
né lavorare né usare oggetti che usiamo quotidianamente. L’energia c’è
data per il 99% dal sole e solo l’1% dalle piante e senza l’energia del sole
la temperatura sulla Terra scenderebbe a 273° sotto zero. L’energia può
essumere molte forme, riconducibili a due gruppi: energia potenziale ed
energia in movimento.
Nel gruppo dell’energia di potenziale troviamo l’energia gravitazionale che
dipende dall’altezza, l’energia statica che è presente nello spazio quando si
avvertono l’effetto di una carica magnetica o elettrica e l’energia nucleare
che si libera fondendo due nuclei ‘’leggeri’’ e spezzando quelli pesanti. Nel
gruppo dell’energia in movimento troviamo l’energia cinetica che si trova
in un oggetto che si muove, l’energia termica che dipende dal calore,
l’energia elettrica che è un flusso rapido di elettroni. Per tutte queste forme
di energia vale, però, un’importante legge fisica che afferma che l’energia
non si crea e non si distrugge. Essa può trasformarsi da una forma all’altra
ma la sua quantità totale rimane invariata. L’energia ha però delle fonti che
possono essere rinnovabili e non: quelle rinnovabili sono il sole, il vento,
l’acqua e la biomassa. Le fonti non rinnovabili sono il petrolio, il carbone
e il gas naturale.
L’energia è la capacità che ha un corpo di compiere un lavoro e viene misurata in
joule, in onore del fisico James Joule.
Il termine energia deriva dal latino ed ancor prima dal greco, col significato di azione
efficace, e fu durante il rinascimento che questo termine fu associato all’idea di forza
espressiva, ma solo nel 1619 fu usato con il suo significato attuale.
Ogni attività umana richiede energia; più del 99% dell’energia disponibile sul nostro
pianeta proviene dal sole, che con i suoi raggi non solo riscalda, ma fornisce l’energia
necessaria ad alimentare il ciclo dell’acqua, le correnti marine ed i venti ed, infine,
permette la crescita di vegetali, di cui si nutrono, poi, gli altri esseri viventi.
L’energia è una sola, ma si manifesta in forme differenti, infatti, un corpo può
possedere:
energia potenziale, funzione della sua posizione;
cinetica, legata al suo movimento;
meccanica, definita come somma di energia potenziale e cinetica;
termica, legata alla sua temperatura;
chimica, presente nel cibo;
elettrica, legata al movimento di cariche elettriche, ecc.
Dobbiamo ricordare che l’energia non si crea e non si distrugge; essa può solo
trasformarsi da una forma all’altra, ma la sua quantità totale rimane invariata.
L’energia ha però delle fonti che possono essere rinnovabili e non: quelle rinnovabili
sono il sole, il vento, la Terra, l’acqua, i rifiuti e la biomassa. Le fonti non rinnovabili
sono il petrolio, il carbone, il metano e l’uranio.
Nell’antichità i greci erano rimasti colpiti dalle caratteristiche dell'ambra, una resina
prodotta da alcune piante; dopo averla strofinata con un panno di lana, essa
acquistava la proprietà di attrarre corpi leggeri (come pezzetti di paglia, piume, ecc)
che si trovavano nelle vicinanze.
Dall’ambra, il cui nome deriva dal greco elektron, deriva il termine “elettricità”.
L’elettricità è una proprietà della materia e non può essere nè creata, nè distrutta, ma
può solo essere trasferita mediante uno spostamento di elettroni.
Tutto ciò che esiste nell’universo, è fatto di piccole particelle: le molecole, composte
di atomi. In natura esistono novantadue diversi tipi di atomi. Essi hanno la stessa
struttura: al centro vi è un nucleo formato da protoni e neutroni, attorno ai quali
ruotano gli elettroni.
I vari tipi di atomi che compongono la materia sono elettricamente neutri; allo stato
naturale, infatti, un corpo non presenta nessun fenomeno elettrico.
Se per qualche ragione un atomo perde elettroni, si trova in uno stato elettrico
positivo, mentre se per qualche altra ragione un atomo acquista elettroni, si trova in
uno stato elettrico negativo.
Lo spazio entro cui una carica elettrica fa sentire la propria azione, attirando o
respingendo un’altra carica è detto campo elettrico. Cariche elettriche in movimento,
cioè un flusso di elettroni che si muove attraverso un conduttore, generano la corrente
elettrica.
Per fare in modo che in un conduttore circoli la corrente elettrica, agli estremi del
conduttore deve esserci una diversa concentrazione di cariche elettriche, cioè un
diverso livello elettrico o potenziale. La corrente elettrica smette di circolare quando
agli estremi del conduttore si concentra lo stesso potenziale.
Un circuito elettrico completo prevede, oltre alla presenza di un generatore di
corrente, un conduttore ed un utilizzatore, anche la presenza di un interruttore per
mezzo del quale possiamo chiudere e/o aprire il circuito. Il flusso degli elettroni va
dal polo negativo al polo positivo, mentre il verso della corrente elettrica, per una
convenzione scientifica, si è stabilito che vada dal polo positivo al polo negativo.
In un circuito ‘’entrano in gioco ‘’ alcune grandezze elettriche, come la quantità di
corrente che circola, il potenziale del generatore e la resistenza del conduttore.
L’intensità di corrente si misura con uno strumento detto amperometro
e la sua unità di misura è l’ampere.
La differenza di potenziale si misura con uno strumento detto
voltmetro e la sua unità di misura è il volt.
La resistenza si misura con uno strumento detto ohmetro e la sua
unità di misura è l’ohm.
Le tre grandezze, intensità, differenza di potenziale e resistenza, sono regolate dalla I
legge di OHM, per la quale l’intensità di corrente è direttamente proporzionale
alla differenza di potenziale elettrico e inversamente proporzionale alla
resistenza I = V/R.
La seconda legge di Ohm invece enuncia che la resistenza di un conduttore è
direttamente proporzionale alla sua lunghezza, inversamente proporzionale alla
sua sezione e dipende dal materiale di cui esso è fatto: R = p l/s.
L'ermetismo si afferma in Italia a partire dagli
anni '20 e per tutto il periodo fascista. Esso, però, non è un vero e proprio
movimento letterario ma un atteggiamento comune assunto da un gruppo
di poeti e il termine viene coniato dal critico Francesco Flora per
sottolineare la difficoltà di comprensione di questa poesia. Probabilmente
il termine <<ermetico>> deriva dal dio greco Ermes, il dio dei misteri
che,secondo la mitologia, accompagnava le anime dei morti nell’aldilà.
Caratteristiche fondamentali dell'ermetismo sono: la brevità del testo
poetico, in cui le poche parole utilizzate vengono scelte con cura per i loro
effetti di suono e per la loro capacità di evocare altri significati,oltre a
quello strettamente letterario; abolizione della punteggiatura;utilizzo del
verso libero che evidenzia maggiormente il valore della singola
parola;utilizzo di analogie tra immagini diversissime. Il risultato è una
poesia dai significati talvolta oscuri,spesso difficili da comprendere, in cui
il poeta vuole esprimere il profondo mistero dell’esistenza, la realtà
nascosta dietro le apparenze, la solitudine e la sofferenza che
accompagnano l’esistenza umana.
Uno dei maggiori esponenti dell’ermetismo è Eugenio Montale.
Nato a Genova nel 1896, trascorre l’infanzia e la giovinezza tra la sua città
natale e Monterosso, dove la famiglia possiede una casa. Interrotti ben
presto gli studi tecnici, si dedica alla musica e al canto.Nel 1927 si
trasferisce a Firenze, dove lavora presso la casa editrice Bemporad; in
seguito viene nominato direttore della biblioteca “Gabinetto Vieusseux”
,prestigioso centro culturale, ma nel 1938 viene esonerato dall’incarico
perché si rifiutadi aderire al Partito fascista. Durante l’occupazione tedesca
di Firenze aiuta alcuni suoi amici ebrei a nascondersi e nello stesso periodo
s’innamora di Drusilla Tanzi e dopo qualche anno si sposa. Dopo la
seconda guerra mondiale si trasferisce a Milano, dove lavora come
redattore al <<Corriere della sera>> e come critico musicale presso il
<<corriere d’informazione>>. La grande fama internazionale gli permette
di ricevere, nel 1975, il premio Nobel per la letteratura. Muore a Milano
nel 1981. Delle sue raccolte di poesie ricordiamo: Ossi di seppia, La bufera
e altro, Le occasioni e Satura. I temi fondamentali delle sue poesie sono: il
male di vivere, la solitudine e il dolore dell’uomo moderno e il trascorrere
inesorabile del tempo.
Di Montale ho approfondito la lettura di due poesie:’Spesso il male di
vivere’’e ‘’Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale’’.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato
Questa poesia fa parte della raccolta poetica ‘’Ossi di seppia’’. Il testo si
apre con un’espressione divenuta celebre, ”Male di vivere”che indica
come la condizione di dolore e di solitudine sia parte essenziale della vita.
Per sottolineare questo concetto, Montale ricorre alla realtà naturale e
afferma di aver incontrato questo male in tre vite del regno minerale,
vegetale e animale: il”rivo”, la”foglia”, il”cavallo”, colti in un momento di
sofferenza,come sottolineano gli aggettivi “strozzato”, ”riarsa”,
”stramazzato”. In essa Montale scrive che, nell’arco della sua vita, ha
spesso incontrato il dolore,che non riguarda solo gli uomini ma anche gli
animali e la natura. La seconda quartina illustra, ancora con tre immagini,
quello che il poeta ritiene essere l’unico rimedio al male di vivere:
l’indifferenza, che il poeta considera divina perché ci permette di resistere
al dolore ignorandolo. Le immagini dell’indifferenza sono: la “statua”che
indica immobilità; la “nuvola”che indica l’inconsistenza, il”falco” che
indica la lontananza. I versi sono endecasillabi e rimano secondo lo
schema ABBA, CDDA.
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due