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Diritto: corruzione, concussione e prescrizione del reato;
Biologia: viagra, doping, differenza fra droga e farmaco;
Sociologia: Noam Chomsky, Ronald Dworkin, Vittorino Andreoli, Erich Fromm;
Pedagogia: Quintiliano (l'istitutio oratoria).
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dal governo. Si rompe anche l’unità sindacale tra CGIL, CISL e UIL. Esiste ormai una “doppia
lealtà”, una verso il paese e l’altra internazionale.
Nella campagna elettorale del 1948 si assiste ad un durissimo scontro tra la Democrazia Cristiana e
il Fronte Popolare. La Chiesa si impegna piuttosto apertamente a sostegno della DC. Il prevalere di
quest’ultima apre la stagione del centrismo, facendo leva su una popolazione ancora agricola e
legata alla tradizione. Nel 1947 proprio Tristano Codignola parla apertamente di spostamento a
destra della politica italiana.
<<Il primo numero de «Il Ponte» uscì nell'aprile del 1945, quando la liberazione dell'Italia non
era ancora realtà ma era già nell'aria. Nel faticoso traghettamento dal buio del fascismo alla
speranza del rinnovamento, plasticamente simboleggiato dall'omino che valica il ponte e che si
lascia alle spalle le rovine della dittatura e della guerra, è sintetizzato il fardello che accompagna i
primi passi della nuova democrazia. Al di là della ricostruzione materiale, ciò di cui aveva bisogno
l'Italia era ricostituire le premesse morali della convivenza civile, presupposto indispensabile di
quella «ricostruzione morale» che avrebbe dovuto coronare la definitiva liberazione dal fascismo e
il pieno dispiegamento della democrazia, come trionfo dell'antifascismo. Gli entusiasmi e le
aspettative del 1945 si raffreddarono rapidamente. Ostacoli e rapporti di forze all'interno e sul
piano internazionale frenarono ogni slancio al rinnovamento. Le grandi conquiste istituzionali e
costituzionali rimasero perciò come la grande cornice esterna, le mura maestre di un edificio dai
contenuti non adeguati e non coerenti con quelle esteriori parvenze.Le componenti sono tante: Non
è soltanto il fallimento dell'epurazione, la sopravvivenza delle leggi fasciste né l'invadenza
clericale nella scuola; né l'uso delle forze di polizia nei conflitti di lavoro e nello scontro
sociale.>> (Cit.)
Nel luglio 1948, un attentato a Togliatti rischia di portare il paese nella guerra civile. Un pericolo
scongiurato dal senso di responsabilità di entrambe le parti. Il progetto di De Gasperi di una legge
elettorale maggioritaria, la cosidetta “legge truffa”, viene fermato con le elezioni del 1953 che
segnano il lento declino del centrismo e andrà a concludersi con un’apertura verso il socialismo.
Nonostante il boom economico degli anni 50, la democrazia italiana conosce nel dopoguerra la
compresenza di un progresso generale del paese e di gravi e irrisolti problemi: lo squilibrio Nord –
Sud, una fortissima emigrazione verso il Nord, lo sviluppo di un invadente potere clientelare e
localistico soprattutto nel mezzogiorno e si manifestano azioni antipolitiche (la presenza di
fenomeni populistici come l’Uomo Qualunque prima e il laurismo a Napoli poi) sviluppandosi poi
in un intreccio malaffaristico all’interno della politica e dei servizi segreti. Alcuni emigrati negli
U.S.A. creano Cosa Nostra e con lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943, rientrano molti capi di
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Cosa Nostra. Si stabilisce presto una intricata connessione tra mafia, politica, affari illegali e appalti
pubblici.
La crisi della politica; l’assenza di una morale laica in sostituzione a quella legata alla chiesa;
l’uscita di scena della generazione che aveva subito e rovesciato il fascismo (traendone una rinascita
spirituale ed etica); lo sviluppo tecnologico e le migliorate condizioni sociali che spingono il
fenomeno del consumismo di massa in nome di tenori di vita sempre più elevati (quanto
insostenibili); queste ed altre motivazioni hanno portato alla stagione di <<mani pulite>>, negli anni
’90 (che a distanza di vent’anni rimane una questione controversa).
Il malcostume è scivolato nell’illecito penale e con le inchieste di Tangentopoli sono nate due
grandi illusioni: che i disonesti esistano solo nella politica e che i processi penali possano
rivoluzionare la società estinguendo il male che aveva definitivamente ucciso l’ideale della prima
Repubblica. Prima del 1992 le notizie di reato c’erano, eccome, ma si faceva finta di niente per due
ragioni.
La prima era di politica internazionale; fino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino, le forze
politiche italiane costituivano un blocco molto unito, impossibile da scalfire.
La seconda è che la politica era un potere forte che s’indebolì in seguito all’incapacità di trovare
una soluzione politica per la madre di tutte le emergenze, il terrorismo; innegabile il fatto che la
politica “facilitò” il lavoro della magistratura perché era largamente corrotta.
Gherardo Colombo, ex magistrato fra i protagonisti della stagione di Tangentopoli:
“Oggi i dati parlano chiaro: 60 miliardi di danni causati dalla corruzione, siamo agli ultimi posti
delle classifiche di Transparency International. D'altronde, non è stato fatto nulla per evitare
questa situazione: non si sono fatte leggi per rendere più semplice scoprire la corruzione, anzi si
sono depenalizzati molti reati. Anche a livello educativo, non si è fatto nulla, anzi nella nostra
cultura si tende sempre a premiare i più furbi.“ (cit.)
In molti ritengono che che siano necessarie specifiche leggi anti-corruzione (nonostante il nostro
paese possegga fra le 150 e le 180 mila norme) che vadano a ovviare al problema di fondo: i tempi
della legge.
Differenza fra concussione e corruzione:
La corruzione è il delitto commesso dal pubblico ufficiale che, riceve per se’ o per una terza
persona del denaro o altri beni o servizi, che non gli sono dovuti, o ne accetta la promessa.
La corruzione è una categoria generale, che comprende i seguenti reati:
- corruzione per compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio;;
- corruzione per omissione o ritardo di un atto contrario ai doveri d’ufficio;
- corruzione in atti giudiziari;
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- corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio.
La pena prevista per la corruzione consiste nella reclusione da 2 a 5 anni. Inoltre è prevista una
pena anche per il corruttore e per l’istigatore alla corruzione , cioè del privato che elargisce, offre o
promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico
servizio.
La concussione è un reato disciplinato dall’Art. 317 del Codice Penale, che può essere commesso
solamente da un pubblico ufficiale o dall’incaricato di un pubblico servizio; il reato prevede che
egli, abusando della sua posizione o dei suoi poteri, costringa o induca qualcuno a dare o a
promettere indebitamente, a lui o ad una terza persona, del denaro o altri beni. Il termine
“concussione” deriva del latino e significa letteralmente “estorcere” ed è considerato il più grave dei
reati contro la pubblica amministrazione. Tale condotta può esplicitarsi attraverso la costrizione, ad
esempio con delle minacce, oppure tramite induzione, creando una pressione psicologica nel
soggetto non indifferente. La pena prevista per il reato di concussione è la reclusione da 4 a 12 anni;
la pena pecuniaria, prevista nella versione originaria del Codice, è stata soppressa con la riforma del
1990 a causa della sua scarsa efficacia deterrente; inoltre è prevista a carico del condannato per
concussione l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oppure solo temporanea, a causa
dell’applicazione di circostante attenuanti.
Prescrizione:
La prescrizione del reato determina l'estinzione dello stesso reato sul presupposto del trascorrere di
un determinato periodo di tempo.
I reati per i quali è prevista la pena dell'ergastolo (e un tempo anche la pena di morte) sono
imprescrittibili.
L'art. 157 c.p. disciplina il tempo necessario a prescrivere un reato in considerazione della pena
stabilita. Con il meccanismo di calcolo introdotto dalla legge ex Cirielli, contando l’aumento delle
pene previsto dal ddl, la corruzione propria si prescriverebbe in 8 anni 9 mesi. Le nuove ipotesi di
reato, meno gravi, in 6 anni. In Italia un processo penale dura mediamente 4 anni, più il tempo delle
indagini preliminari (da 6 mesi a 2 anni). Questo significa che se un pm scopre oggi un episodio di
corruzione propria avvenuto nel 2007, conclude le indagini e il processo inizia a gennaio 2013, o si
conclude entro fine 2015 o gli imputati andranno impuniti. Se scoprisse un reato di corruzione tra
privati, il processo dovrebbe concludersi entro fine 2013. Chiunque corrompa deve solo sperare di
non essere scoperto nei 3 o 4 anni successivi, e poi è praticamente certo di farla franca.
Quindi, anche una legge chiara e precisa e un processo giusto e rapido non bastano a smantellare
l’etica dell’aiutino. Occorre molto di più. Esempi di correttezza e onestà, l’esatto contrario dei
modelli oggi dominanti.
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Noam Chomsky, intervistato da Domenico Pacitti, dice che le accuse a Silvio Berlusconi sono
banali in confronto a quanto accade negli Stati Uniti e spiega che l’Italia è stata l’obiettivo
principale degli sforzi Usa per sabotare la democrazia fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Chomsky
suggerisce come via da seguire le proteste organizzate a livello internazionale. Questa intervista è
stata realizzata telefonicamente da Roma mentre il professor Chomsky si trovava nella sua casa nel
Massachusetts, subito dopo le elezioni politiche italiane. Viene pubblicata da terrelibere per la prima
volta.
Title: Deterring democracy in Italy
Chomsky: Per quanto posso capire, il vero problema è che in Italia la gente grosso modo sa,
magari non i dettagli, ma effettivamente non gliene importa.
Pacitti: E perché pensa che non ci sia interesse e coinvolgimento?
Chomsky: Il popolo subisce una pressione tremenda, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Il
tentativo è quello di rimuovere la popolazione dall’arena politica. Questo viene chiamato neo-
liberismo, un modello che ha il suo zoccolo duro in Gran Bretagna e negli Stati Uniti - di nuovo i
paesi più avanzati - ma che si espande ovunque, col risultato di invertire quello che accadde negli
anni sessanta. Quello che accadde negli anni sessanta aveva terrorizzato le élite internazionali.
Questo emerge in modo netto, e forse nel modo più netto, in The Crisis of Democracy, il più
sorprendente documento sull’argomento.
Pacitti: Fu pubblicato nel 1975 ed era il primo studio della Commissione Trilaterale fondata da
David Rockefeller. Giusto?
Chomsky: Sì. La Commissione era una élite, una élite internazionale liberista, da Europa, Stati
Uniti e Giappone. Ed era formata prevalentemente da persone dell’amministrazione Carter, che
erano quasi interamente “liberal” nel senso americano del termine, cioè socialdemocratici ed
internazionalisti. Tutta questa gente era profondamente turbata da quanto accadeva in tutto il
mondo negli anni sessanta. Ciò che li turbava maggiormente era la crescita della democrazia, cioè
la parte della popolazione – le donne, i lavoratori, le minoranze, gli anziani – solitamente apatica e
passiva che entrava nell’arena politica e tentava di imporre le proprie richieste. Stavano entrando
in un territorio proibito. Iniziarono a pensare che il sistema politico fosse nelle mani delle tirannie
private, di poteri privati, e stavano cominciando ad erodere proprio questi poteri. Quella è la crisi
della democrazia secondo la “Trilateral”. Affermarono dunque che troppa democrazia non va
bene, occorre più moderazione, era necessario riportare la gente all’apatia ed alla passività.
Affermarono di essere turbati e richiamarono le istituzioni responsabili dell’indottrinamento –
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termine loro, non mio – dei giovani. Si riferivano alle scuole, ai funzionari, ai media, alle chiese
che anziché indottrinare stavano diventando troppo indipendenti e “pensanti”, troppo attivi.
Avrebbero dovuto agire per invertire appunto “la crisi della democrazia”. Ci sono stati da allora