
Commissioni di maturità troppo dure: per circa 1 maturando su 5 sarebbero le loro domande ad aver portato la terza prova al disastro. Tanto che per il 36% è proprio questa la prova scritta a essere andata peggio delle altre. E in ogni caso i ragazzi non sembrano aver brillato particolarmente in questa prima fase dell’esame: circa il 13% racconta di non aver raggiunto la sufficienza, 1 su 4 l’ha superata di poco. A parlare sono i dati di una web survey di Skuola.net su un campione di circa un migliaio di maturandi che ha potuto prendere visione dei quadri, una sorta di prima proiezione sull’esito degli scrutini.
PROVE SCRITTE MEDIOCRI - Per raggiungere la sufficienza piena nelle prove scritte, infatti, bisogna ottenere un punteggio complessivo di 30 punti, cosa che non è riuscito a ottenere il’11% di maturandi a cui la commissione ha dato un voto compreso tra 25 e 29. Addirittura, un 2% non è riuscito nemmeno a raggiungere i 25 punti. Uno su 4 invece si è attestato nella fascia della sufficienza, ma con un voto mediocre compreso tra i 30 e i 34 punti. Tutto sommato non può invece lamentarsi quel 29% che si è posizionato in una fascia medio – alta, quella tra i 35 e i 39 punti. Degno di menzione pure un altro 1 su 4 circa che è andato ancora più in alto, tra i 40 e i 44 punti, mentre un 6% è riuscito persino a ottenere il massimo. Confermata quindi la stessa tendenza del 2015.
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LA PRIMA PROVA? UNA PASSEGGIATA - Qualche cambiamento rispetto all’anno passato lo troviamo invece sulla prova che messo più in difficoltà i ragazzi. Se, infatti, nel 2015 l’incubo dei maturandi è stata la seconda prova con tutte le novità che l’hanno vista protagonista, quest’anno il disastro per i maturandi è arrivato soprattutto con la terza. La prima si aggiudica di nuovo il primato dello scritto più semplice, quello in cui quasi il 38% dei maturandi è andato meglio.
(QUASI) MAI COLPA MIA - In generale, se tra i maggiori problemi che i ragazzi hanno riscontrato nelle prove scritte ci sono appunto le domande scelte dai commissari per la terza prova, la maggioranza dà comunque la colpa del suo fallimento al Ministero: per 1 su 3 le tracce sarebbero state impossibili. Il 10% circa fa invece il suo “mea culpa” giustificando la difficoltà riscontrata negli scritti con la sua bassa preparazione per affrontarli. Il 19% non riesce proprio ad accettare la sua sconfitta: per lui nelle prove erano presenti argomenti non studiati a scuola. Un altro 13% crede che l’ansia gli abbia giocato un brutto scherzo generandogli un blocco. Più sfacciato un piccolo 5%: per lui se è andata male la colpa è dei commissari che gli hanno reso difficile copiare.

Serena Rosticci
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