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Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”

Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO

Tema di: PEDAGOGIA

Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:

I

«È così chiaro che c’è un’educazione che deve essere impartita ai figlioli non perché sia utile o necessaria,

ma perché è liberale e nobile; […]. Inoltre anche qualcuno degli insegnamenti che hanno in vista l’utilità

deve essere impartito ai fanciulli non solo perché utile, ma anche perché può servire come mezzo per

l’apprendimento di molte discipline, come avviene nel caso del leggere e dello scrivere. Altrettanto può

dirsi per il disegno, che si impara non per non sbagliare nei propri affari privati e per non cadere in errore

nella compera e nella vendita degli oggetti che interessano la vita domestica, ma piuttosto perché insegna

ad apprezzare la bellezza dei corpi. Cercare ovunque l’utile si addice ben poco a chi ha animo grande e

libero.» Aristotele, Politica, VIII, a cura di C.A. Viano, BUR, Milano 2002

Il candidato esponga le sue riflessioni sul testo sopra riportato e si soffermi, in particolare, sulle seguenti

questioni:

- in che senso si parla di un’educazione non avente finalità utilitaristiche?

- qual è il fine di un’educazione non utilitaristica?

- quali sono le discipline idonee a contribuire a un’educazione non utilitaristica?

- per quali motivi tali discipline possono fornire un loro contributo?

- nella realtà della scuola è possibile trovare un punto di equilibrio fra educazione disinteressata ed

educazione che favorisce l’inserimento nel mercato del lavoro?

- in che cosa può concretamente consistere tale punto di equilibrio?

II

«Una tradizione di pensiero ben radicata nella nostra cultura, e che forma gli spiriti fin dalla scuola

primaria, ci insegna a conoscere il mondo attraverso “idee chiare e distinte”, ci ingiunge di ridurre ciò che è

complesso a ciò che è semplice, vale a dire separare quel che è legato, unificare ciò che è multiplo,

eliminare tutto ciò che apporta disordine o contraddizioni nel nostro intendimento. Ora, il problema

cruciale del nostro tempo è la necessità di un pensiero in grado di raccogliere la sfida della complessità del

reale, vale a dire capace di cogliere le mutue connessioni, interazioni e implicazioni, i fenomeni

multidimensionali, le realtà che sono in pari tempo solidali e conflittuali (come la stessa democrazia, un

sistema che si nutre di antagonismi mentre li regola). Pascal aveva già formulato l’imperativo di pensiero

che bisogna oggi introdurre in qualunque nostro insegnamento, a cominciare dalla scuola per l’infanzia:

“Poiché tutte le cose sono causate e causanti, agevolate e agevolanti, mediate e immediate, e tutte connesse

da un legame naturale e insensibile che congiunge le più lontane e le più differenti, ritengo impossibile sia

conoscere le parti senza conoscere il tutto, sia conoscere il tutto senza conoscere nel dettaglio le parti”.»

Edgar M , in “Le Monde”, 22-23 settembre 1988, ora in La mia sinistra, Erickson, Trento 2011

ORIN

Il candidato esponga le sue riflessioni sul testo sopra riportato e si soffermi, in particolare, sulle seguenti

questioni:

- la “tradizione di pensiero ben radicata nella nostra cultura”: il metodo di Cartesio

- il “problema cruciale del nostro tempo”: la sfida della complessità.

- l’“imperativo di pensiero” di Pascal: il futuro del “nostro insegnamento”.

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