La vocazione,l’ottimismo, il rapporto alunno docente genitore e l’autonomia dell’insegnante
Per attuare un buon percorso formativo è fondamentale l’instaurazione di rapporti costruttivi fra tutte le parti coinvolte nell’azione educativa, ed in particolar modo tra alunno e insegnante. Ci deve essere una certa complicità tra le due parti senza però dimenticare i ruoli distinti e separati. La cosa fondamentale è il rispetto reciproco che non deve mai mancare e non bisogna aver timore dell’insegnante ma vederlo come una figura di sostegno.
Valorizzando la comunicazione e i lavori di gruppo si facilitano gli scambi verbali poiché un buon dialogo è alla base di qualsiasi rapporto umano cercando di evitare l’emarginazione e qualora insorgessero dei problemi, bisognerebbe esporli per poi gestirli e risolverli. Anche alcuni autori latini hanno discusso a lungo sul rapporto alunni-insegnanti dicendo che la scuola è come un secondo nucleo familiare. Ci deve essere aiuto, comprensione, confidenza ma ciò non significa che debba mancare la disciplina e le regole, indispensabili per una buona formazione. Ovviamente il rispetto delle norme non implica i maltrattamenti, infatti già anticamente si era contro la violenza poiché era ritenuta inutile e per niente educativa; la parola ha sempre più efficacia delle percussioni fisiche. Il discorso chiaramente non può essere unilaterale ma deve provenire da entrambe le parti: l’insegnante deve rendere gli alunni consapevoli degli obiettivi intermedi e finali e delle proprie capacità, responsabilizzarli e favorire la motivazione all’apprendimento. D’altro canto l’alunno deve rispettare le regole, le persone, gli ambientie svolgere diligentemente i lavori scolastici. La terza figura importante per la cultura e lo sviluppo dell’individuo è quella del genitore che non deve intromettersi nei metodi del docente ma deve essere di sostegno e aiuto.