Se però quanto appena esposto rappresenta il lato positivo della scienza, non bisogna dimenticare il versante negativo, soprattutto in ambito tecnologico, artefice di vere e proprie “bestialità” come la bomba atomica, realizzazione di progetti perversi dell’uomo,incapace di mantenere intatto il rapporto tra scienza, tecnologia e natura, in nome del dio denaro.
Longo esprime perfettamente la nuova identità della scienza moderna: “Non intendo certo sbrogliare l’intricatissimo rapporto tra scienza e tecnologia, ma solo rilevare che oggi, soprattutto grazie all’impiego delle tecnologie informatiche e della simulazione, la nostra capacità di agire ha superato di molto la nostra capacità di prevedere.…La tecnologia è importante per ciò che ci consente di fare, non di capire.…A cominciare dalla metà del Novecento la tecnologia ha assunto una velocità tale da non permettere a volte alla scienza di giustificare e spiegare teoricamente, neppure a posteriori, il funzionamento dei ritrovati tecnologici. La scienza si è così ridotta a difendere posizioni via via più difficili, tanto più che le radici dell’accelerazione tecnologica non sono da ricercarsi all’interno dello sviluppo scientifico, bensì nell’ambito della tecnologia stessa”.
Se «la tecnologia è sempre stata con noi. Non è qualcosa al di fuori della società, qualche forza esterna
dalla quale veniamo sospinti…la società e la tecnologia sono…riflessi l’una dell’altra» è pur vero che alcune applicazioni della tecnologia e della ricerca scientifica possono non trovare pareri unanimi; come non ricordare le polemiche, tuttora in atto, sulla clonazione. Animali “fotocopiati” allo scopo di raggiungere la “fotocopia” dell’uomo stesso, o almeno della sua parte corporea;
Ovviamente la scienza non va vista come l’anticristo dell’epoca moderna, scienza e fede non si sono mai ben conciliate, e non riusciranno mai a farlo, ma bisogna riconoscere che le nuove interpretazioni etiche delle scoperte hanno enormemente responsabilizzato gli scienziati.
Lucrezio scriveva: “Quando la nostra vita umana giaceva per terra/turpemente schiacciata da una pesante religione/che mostrava dal cielo l’orribile faccia/sopra i mortali, per la prima volta un uomo mortale,/un Greco, osò contro di quella alzare lo sguardo/e per primo resisterle contro; né la fama dei Numi/né il fulmine lo distrusse né la minaccia del cielo/strepitoso lo spaventò; ché anzi il desiderio/gli crebbe più forte e più acre lo strinse,/di rompere egli per primo/le porte serrate della natura. […] Così la religione fu calpestata/sotto i piedi mortali/e quella vittoria ci solleva alle stelle./”
In epoca contemporanea Abbagnano scrive: “Francesco Bacone concepì l’intera scienza come operante in vista del benessere dell’uomo e diretta a produrre, in ultima analisi, ritrovati che rendessero più facile la vita dell’uomo sulla terra.”
E’ proprio l’epoca di Bacone, l’epoca che avvertì con più disagio la distanza tra scienza e natura; a questa epoca però dobbiamo la perseveranza nelle sue ricerche scientifiche e tanto della nostra moderna scienza.
L’etica era ancor lontana dal divenire elemento fondante delle ricerche scientifiche, ma i problemi con la cultura contemporanea erano già fin troppo manifesti.
Oggigiorno, etica a parte, la scienza andrebbe valutata più come migliorìa per l’uomo e per il suo avvenire, come «accesso a un più alto tenore di vita», che come mostro dal quale rifuggire.
Gli scienziati, fin dai sapienti del ‘400 e del ‘500, sono uomini come noi, non vivono nell’iper-Uranio, hanno una personalità, un’etica, dei valori. Sono come gli altri uomini, ma sono gli altri uomini a non essere come loro, e questo si deve al fatto che lo scienziato deve condensare e conciliare in sé la vocazione alla ricerca con il suo codice morale; e finora si è detto quanto a volte questo sia difficile.
““Nel suo New Guide to Science, Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai non scienziati è che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi - e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un’idea esatta di cosa faccia la scienza”.