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Sintesi

Collegamenti Percorso Hitler



Storia: Il nazismo
Italiano: Il Superuomo di D'Annunzio.
Filosofia: L'oltreuomo di Nietzsche .
Diritto: Retroattività e irretroattività .
Inglese: W. B. Yeats.
Musica: La musica di regime: Wagner.
Metodologia: L'educazione delle masse .
Pedagogia: L'educazione e la scuola nella Germania Hitleriana; l'educazione alla pace di Maria Montessori
Latino: L'educazione secondo Quintiliano.
Estratto del documento

LA FACCIA OCCULTA

DELLA STORIA:

HITLER TRA

SIMBOLOGIA,

OCCULTISMO E

PAGANESIMO

Spennato Sofia

VC

Nel programma politico di Hitler confluivano tre aspetti ideologici fondamentali

che alimentavano il nazismo:

-nazionalismo;

-antisemitismo;

-anti-comunismo.

Fattori, questi, ritenuti da Hitler responsabili della sconfitta della Germania

nella Prima guerra mondiale e dell’umiliazione subita a causa delle terribili

condizioni di pace imposte dal Trattato di Versailles del 28 giugno 1919. Il

Trattato, infatti, inflisse alla Germania, ritenuta la principale responsabile della

Grande Guerra, importanti perdite territoriali, come l’Alsazia-Lorena, e coloniali;

la riduzione delle forze armate tedesche a un massimo di 100.000 unità; il

pagamento di 132 miliardi di marchi corrispondenti ai danni di guerra.

Ma dietro tutto questo, c’è anche dell’altro: spesso la storia ha un lato occulto.

Nel caso del nazismo si può parlare di una vera e propria “faccia occulta”, dove

“occulto” sta sia per “lato nascosto”, sia per “passione per l’esoterismo e la

magia”. E allora, se la storia ufficiale ci dice che il nazismo è nato in una

birreria di Monaco, la “storia occulta” ci porta a guardare altrove, in direzione di

un’associazione segreta chiamata “Thule”.

Nel gennaio 1919, infatti, un membro di questa associazione, Anton Dexler,

fondò il “Partito dei Lavoratori Tedeschi”. Con l’arrivo di Hitler, Dexler tornò

nell’ombra e il partito cambiò nome in “Partito Nazionalsocialista Tedesco dei

Lavoratori”; nel gruppo dirigente trovarono posto vari membri della Thule e il

partito ne assunse anche il simbolo: la Svastica.

Ben presto il nome di Hitler sarebbe echeggiato sinistramente in tutta Europa.

Si può dire che il centro dell’ideologia nazista fosse il castello di Wewelsburg, in

Westfalia, nella Germania settentrionale.

Mentre la storia correva verso la Seconda guerra mondiale, a Wewelsburg si

sviluppava una realtà parallela, fatta di riti magici, meditazioni, ricerche

scientifiche e filosofiche, affidate a un gruppo di persone convinte di aver dato

vita ad un vero e proprio ordine cavalleresco-religioso: l’Ordine Nero delle SS.

Wewelsburg era la sede di un’accademia di studi scientifici, chiamata

“Ahnenerbe”, che aveva lo scopo di trovare prove scientifiche, storiche e

archeologiche dell’origine ariana dei tedeschi. Assecondato dall’idea di

Madame Helena Petrovna Blavatsky, Hitler era convinto che gli ariani avessero

caratteristiche semi-divine e discendessero direttamente da Atlantide;

pertanto, Hitler finanziò importante spedizioni in Tibet e in Sud America alla

ricerca dell’entrata del regno sotterraneo atlantideo di “Agarthi”, dove si

riteneva si fossero ritirati gli ultimi membri della razza ariana.

Peraltro, le ricerche di Hitler riguardavano anche importanti reliquie del

Cristianesimo: l’Arca dell’Alleanza, la Lancia di Longino e il Santo Graal. Infatti,

pur essendo pagani, i nazisti pensavano che Gesù Cristo fosse un ariano puro,

ed entrare in possesso di un oggetto che fosse stato a contatto con il suo

sangue avrebbe trasmesso la sapienza e la saggezza del Messia.

Nel febbraio 1941, la celebre Afrikakorps tedesca, comandata dal generale

Rommel, arrivò nell’Africa settentrionale, in aiuto alle armate italiane in lotta

con gli inglesi per il possesso dell’Egitto. Ottenere l’Egitto comportava, infatti, il

possesso di importanti risorse petrolifere e il controllo del Canale di Suez.

Recentemente, però un ricercatore tedesco ha potuto consultare alcuni dossier

provenienti dagli archivi degli ex servizi segreti della Germania Est, la Stasi,

dalle quali risulterebbe che la spedizione di Rommel avesse anche un altro

scopo, tutt’altro che militare.

Un noto egittologo, infatti, Schwaller de Lubics, aveva convinto Hitler che nella

Grande Piramide di Cheope, in un rifugio segreto della Camera della Regina,

erano conservati i “libri segreti di Toth”, antichi papiri sui quali erano riportate

formule e iscrizioni risalenti ad una civiltà pre-egiziana, subito identificata con

Atlantide.

Altro aspetto fondamentale dell’esoterismo hitleriano è costituito dalle rune.

Nella Torre Nord del castello di Wewelsburg è situata una sala di forma

circolare, la “Obergruppenführersaal”, che conta 12 mezze colonne e al centro

una ruota solare con 12 raggi, ognuno dei quali ha la forma della runa celtica

“SIEG”, cioè “vittoria”. Facile notare come la doppia delle SS sfruttasse

l’analogia con la runa “sieg”, per cui “SS” si poteva leggere come “Due volte

vittoria”.

Wewelsburg ci dice che, in fondo, il nazismo operò su due livelli distinti: uno

militare e politico, l’altro mistico ed esoterico.

Militarmente e politicamente, questo portò alla Seconda guerra mondiale,

all’espansione per conquistare, a spese della Polonia e della Russia, lo “spazio

vitale”.

Ma la Germania aveva un avversario anche nella Gran Bretagna, una nazione

con cui era necessario giungere alla pace o, almeno, ottenere la neutralità in

caso di attacco alla Russia. Tuttavia, il governo di Londra, guidato da Churchill,

rifiutò ogni proposta di questo tipo da Hitler. A questo scopo, l’alto gerarca

nazista Rudolf Hess, il 10 maggio 1941, volò fino in Scozia in segreto e si

paracadutò a pochi chilometri da Glasgow. In molti si sono chiesti perché egli

pensasse che gli inglesi lo avrebbero ascoltato, quando avevano apertamente

rifiutato le offerte pubbliche dello stesso Hitler. La risposta è che Hess contava

di rivolgersi a un influente esponente dell’aristocrazia inglese, Lord James

Hamilton, il quale faceva parte di un ordine esoterico, diametralmente simile

alla Thule e alla Massoneria: la “Golden Dawn”. Order which counted among its

initiates also Yeats. Yeats’ early poems are often based on Irish myth and

folklore. Towards the end of his life, like both Eliot and Joyce, Yeats developed a

complex symbolic system partly based on mysticism and esoteric thought. His

most important poem is “The Second Coming”, which was written in 1919, at

the end of World War I. It’s conclusion seems to predict the rise of Hitler and

the Nazi party. It is deeply pessimistic because the represents a world on the

edge of catastrophe. The title of the poem evokes the second coming of Christ,

but actually Yeats perceives “some rough beast” which is “waiting to be born”.

So, this phrase suggests that the second coming will not be that of Christ but

that of the Antichrist, and so that of Hitler.

A conferma dell’esistenza di contatti segreti tra esponenti aristocratici inglesi

che ricoprivano alte cariche e I cultori dell’esoterismo, sembrano esserci alcuni

fatti:

1) La propaganda inglese non sfruttò quasi per nulla il volo di Hess;

2) Lo stesso Churchill, invece di approfittare della vicenda, preferì imporre il

Segreto di Stato su di essa, a cominciare dal contenuto degli interrogatori di

Hess;

3) Tutti i documenti sono secretati fino al 2018.

Una scelta piuttosto strana se il volo di Hess fu davvero ciò che comunemente

si dice: il gesto di un uomo in crisi, con disturbi mentali, sconvolto dagli orrori

della guerra.

Benché adepto della Thule, Hess non fece mai parte delle SS. Proprio per

questo, nonostante fosse stato internato fino alla fine della guerra, al Processo

di Norimberga del 1945-46, egli fu assolto dall’accusa di crimini contro

l’umanità. Infatti solo all’Ordine Nero Himmler aveva affidato il compito di

preparare l’unità spirituale degli ariani, sterminando gli ebrei, l’unico popolo le

cui conoscenze esoteriche potevano interferire con i progetti nazisti. Il Processo

di Norimberga vide sul banco degli imputati 24 gerarchi nazisti accusati di:

-cospirazione per la conquista della Germania;

-delitti di guerra, a causa della violazione delle leggi e delle usanze di guerra;

-delitti contro la pace, a causa del disegno, della progettazione e della

preparazione di una guerra di aggressione;

-delitti contro l’umanità, e precisamente “assassinio, sterminio, riduzione in

schiavitù, deportazione e ogni atto inumano commesso ai danni di una

qualsiasi popolazione civile prima o durante la guerra; persecuzioni per motivi

religiosi, razziali o politici sempreché tali atti o persecuzioni

-abbiano o meno costituito una violazione del diritto interno del paese in cui

sono stati commessi

- siano stati perpetrati nell’esecuzione o in connessione di uno dei crimini

rientranti nella competenza del Tribunale”.

Lo Statuto di Norimberga, che stabilì l’incriminazione per atti commessi prima

dell’8 agosto 1945, decretò, inoltre, all’art. 620, che “i capi, gli organizzatori, gli

istigatori e i complici partecipanti alla formulazione ed esecuzione di un piano

comune di complotto per qualsiasi dei delitti sopra nominati, sono responsabili

per tutti gli atti commessi da ogni persona connessa con l’esecuzione del piano

medesimo.”

E’ da sottolineare il fatto che il Tribunale di Norimberga fondò il suo giudizio e la

sua sentenza su leggi create post factum; pertanto, per processare e punire i

criminali di guerra dell’Asse, dovette formulare la retroattività delle leggi cui

venne fatto riferimento, poiché, alla vigilia dell’apertura del processo,

l’avvocato Otto Stamhes, difensore di Göring, presentò, a nome di tutta la

difesa, una mozione in cui rilevava che nessun trattato allora esistente

consentiva di considerare la guerra come un crimine punibile dalla legge.

L’istanza fu respinta. Inoltre, nel corso di processi minori, si trovarono sul banco

degli imputati altri 185 esponenti nazisti. Solo 38 dei processati furono assolti

poiché si è ritenuto che questi fossero stati manipolati da Hitler e Himmler

stessi, e agissero senza una vera e propria coscienza di ciò che facevano.

Infatti, il nazismo fece della manipolazione delle coscienze una vera e propria

arma fondamentale attraverso cui il regime guadagnava e manteneva il

consenso. Ciò avveniva primariamente attraverso minacce e propaganda. Per

quanto concerne la propaganda, venne fatto un ampio uso dei mezzi di

comunicazione di massa che consentivano a Hitler di veicolare modelli di

comportamento, formando un immaginario collettivo che rappresentava gli

ebrei come mostri e i tedeschi come vittime di questi. Veniva, pertanto,

influenzata direttamente la coscienza degli individui, il livello di aspirazione, i

gusti, gli obbiettivi; ne regolavano, quindi, in larga misura l’identità. Si

pervenne, dunque, ad una sorta di educazione, o ri-educazione, delle masse,

attraverso un’opera quotidiana di manipolazione delle coscienze.

Manipolazione messa in atto anche dalla musica, che costituì un elemento

fondante dell’identità nazionale, tanto che si arrivò a mescolare,

nell’iconografia, un simbolo nazista come l’aquila, con un organo; il tutto

corredato dalla scritta “Germania, terra della musica”. Le funzioni della musica

erano, per lo più, legate all’esaltazione della forza e della gloria della

Germania. Fu in questo quadro che emerse Wagner, i cui soggetti narrativi e la

magniloquenza dei suoi brani si adattavano perfettamente alle cerimonie e alla

propaganda, tanto che i congressi del partito e altre ricorrenze ufficiali si

aprivano con l’esecuzione di testi wagneriani.

Il nazismo irrigidì anche la formazione dei giovani, attraverso il controllo della

scuola e l’istituzione della “Gioventù hitleriana”. I giovani erano il nucleo della

popolazione che, più di ogni altro, occorreva mobilitare e plasmare per edificare

l’ “uomo nuovo”. Talvolta, si crearono tensioni e contrasti tra la volontà di

un’educazione totalitaria del regime e la scuola come istituzione, all’interno

della quale l’individuo poteva trovare un qualche margine di libertà. Il regime

nazista si proponeva di costruire un individuo che trovasse la sua identità nel

“noi”, nella collettività. Lo scopo dell’educazione divenne, pertanto, rendere i

giovani degli strumenti al servizio di Hitler. Alle giovani generazioni venivano

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