Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Percorso Disuguaglianza sociale Pag. 1 Percorso Disuguaglianza sociale Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Percorso Disuguaglianza sociale Pag. 6
1 su 8
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Collegamenti Percorso Disuguaglianza



Italiano: Giovanni Verga - Rosso Malpelo.
Filosofia - Nietzsche: il superuomo.
Storia - La persecuzione del diverso e il concetto di razza ariana.
Metodologia - Bullismo e Cyberbullismo.
Pedagogia - Adler e l'inferiorità del bambino.
Diritto - Le leggi che tutelano le vittime di bullismo e cyberbullismo.
Estratto del documento

La disuguaglianza sociale è una disparità di trattamento che in seno alla società penalizzano

determinati individui rispetto ad altri, che hanno origini sociali, vengono giustificate con costrutti di

legittimazione e sono vissute come ingiuste.

Gli individui che vengono considerati diversi vengono esclusi dalla società, l’esclusione sociale è

un processo multidimensionale di progressiva rottura sociale, che causa il distacco di gruppi e

individui dalle relazioni sociali e dalle istituzioni, impedendo la piena partecipazione alle comuni e

normativamente prescritte attività della società in cui vivono.

La diversità è una realtà nella nostra società ormai abbastanza diffusa, non sempre accettata ma

molto complessa come fenomeno. Sembra strano che in una società che tende alla

globalizzazione ci siano ancora fenomeni di discriminazione, di giudizio del diverso. Il diverso non

è solo il disabile, che può avere una limitazione mentale o fisica, ma anche l’omosessuale, la

persona con un fisico diverso, il povero, chi predica una diversa religione, l’uomo con un colore di

pelle diverso dal nostro, tutto ciò che, alla fine, non corrisponde ai canoni fissati dalla società.

La nostra nazione deve fare uno sforzo di maturità per incamminarsi seriamente verso una

comprensione delle diversità.

In passato la discriminazione portò alla morte milioni di persone solo perché erano considerate

diverse ed inferiori, ciò avvenne con la politica di discriminazione e sterminio imposta da Adolf

Hitler.

Le radici ideologiche del nazismo possono essere trovate nella tradizione romantica dell'Ottocento.

Molto spesso il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche è indicato come un precursore del

nazismo, soprattutto nella descrizione del "Oltreuomo", anche "Superuomo" o Übermensch in

tedesco (Hitler stesso si dichiarò tale). Tuttavia bisogna ricordare che Nietzsche non solo era

profondamente infastidito dagli antisemiti, ma che mai nei suoi libri pubblicati prima della morte

aveva inteso in senso razziale il primato del Superuomo, da intendersi piuttosto come intellettuale.

Oltretutto, egli era contrario alla concezione di superiorità dello Stato; anzi, era convinto che

l'individuo fosse oltre la nazione. È per questo che Nietzsche non può e non deve essere definito il

precursore del nazismo. Nietzsche è un autore interessante, paradossale e aperto a molte

possibilità di letture e interpretazioni. Nella prima metà del Novecento c'è stato uno sfruttamento

politico delle sue idee, che ne ha sacrificato la complessità dei significati, riducendola

all'affermazione del superuomo come superiorità razziale.

Il pensiero di Nietzsche è stato manipolato alla sorella Elisabeth che ne ebbe la tutela negli ultimi

anni di vita e poi amministrò l'eredità dopo la morte. Questa aveva capito che spacciare il pensiero

per giustificazione dell'imperialismo tedesco rendeva molto.

Quella del nazismo è stata una interpretazione errata e superficiale delle teorie di Nieztsche. Il

superuomo infatti ha rappresentato il pretesto per affermare una superiorità della razza ariana.

Non era certo questo ciò che il filosofo intendeva affermare.

Il Superuomo o oltre-uomo, è un essere libero, che agisce non in base alla morale tradizionale, ma

trovando in sé stesso il modo in cui condurre la propria vita, afferma se stesso mettendo i propri

valori prima di quelli della morale. Secondo Hitler, invece, il Superuomo era l'uomo ariano che, con

ogni mezzo, anche attraverso l'uso della violenza, doveva riordinare il mondo secondo la

differenza razziale. Egli doveva trionfare su una massa di deboli e di schiavi.

Hitler è stato un politico austriaco naturalizzato tedesco, Cancelliere del Reich dal 1933 e dittatore,

col titolo di Führer, della Germania dal 1934 al 1945. Fu il fondatore e capo del Partito

Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, noto con il nome di Partito Nazista, e il principale

ideologo del nazionalsocialismo. Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio

ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi

economica che affliggeva la Repubblica di Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e

l'insoddisfazione delle classi medie e dei disoccupati, presentò un manifesto politico intriso di

nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende arrivò alla Cancelleria nel

1933. Nel 1934 si attribuì per legge il titolo di Führer e Cancelliere del Reich, accentrando nelle

sue mani i poteri dello Stato e instaurando un regime dittatoriale. Grazie a un possente ed efficace

programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera

estremamente aggressiva, volta principalmente ad espandere il Lebensraum (spazio vitale)

tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla

comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia il 1º settembre del 1939, provocando lo

scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche

ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla

compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.

Hitler colpì vari gruppi entici, segregati sin dal 1933 dalla vita sociale ed economica del Paese, gli

ebrei e le altre minoranze furono oggetto dal 1941 di un piano d'internamento ed eliminazione

totale, al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah od Olocausto.

Nel 1924 il Partito Nazista a malapena esisteva e i suoi capi dovettero adoperarsi a lungo per

ricostruirlo. Durante questi anni Hitler formò un gruppo che sarebbe in seguito diventato uno degli

strumenti chiave nel raggiungimento dei suoi obiettivi. All'interno delle SA Hitler costituì nel 1925

una guardia del corpo personale, le SS. Questo corpo d'élite dalle uniformi nere, venne guidato da

Heinrich Himmler, che poi sarà il principale esecutore dei piani di Hitler sulla "questione ebraica",

durante la seconda guerra mondiale. Nel 1930 Hitler assunse la carica di Oberste SA

(capo supremo), affindando la carica di comandante militare (Stabschef) delle

SA a Ernst Röhm. Il razzismo nei confronti degli ebrei nascondeva in realtà soprattutto motivazioni

di natura economica. La Germania attraversava un periodo di grave crisi economica e Hitler (il

dittatore a capo della Germania) indicò i cittadini di cultura e religione ebraica come i responsabili

di questa crisi. Molte banche tedesche, infatti, erano controllate da ebrei, perciò era facile far

credere che gli ebrei fossero i responsabili della disastrosa situazione economica.

Inoltre le leggi razziali che prevedevano la confisca dei beni degli ebrei e il costringerli al lavoro

forzato diedero ai tedeschi dei vantaggi immediati: guadagnarono considerevoli ricchezze e

poterono sfruttare un gran numero di lavoratori che non dovevano pagare e che non potevano

protestare. Questo permise per qualche anno ai tedeschi di vivere meglio degli altri stati europei.

Ma Hitler era anche convinto, e lo scriveva già nel 1919, che gli ebrei fossero una razza inferiore,

che stava contaminando la purezza della razza ariana (la razza “nordica” di cui i tedeschi, secondo

lui, erano l’espressione migliore).

Quindi Hitler fece degli ebrei i colpevoli di tutti i mali della Germania, trovò un comodo capro

espiatorio. Con le leggi di Norimberga del 1935 gli ebrei furono esclusi dal diritto di voto e dagli

impieghi pubblici non poterono più svolgere alcun impiego o professione, non poterono più

commerciare, lavorare in banca e inoltre non poterono più sposarsi con tedeschi. Dal 1938 la

persecuzione divenne ancora più brutale e sistematica: vennero sequestrati tutti i beni

appartenenti ad ebrei. Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938 si svolse in Germania la più dura e

violenta manifestazione di razzismo antiebraico in Europa: migliaia di case e di negozi ebraici

furono distrutti e saccheggiati, più di 200 sinagoghe incendiate e demolite; 90 furono gli ebrei morti

e altrettanti quelli feriti, 20 000 ebrei furono arrestati e molti di loro vennero condotti ai campi di

concentramento e di lavoro. Quella notte viene ricordata come la “notte dei cristalli”. Dopo lo

scoppio della guerra (1939) si iniziò a parlare di “soluzione finale”, con la quale si intendeva

procedere allo sterminio di tutti gli ebrei e dal 1942 in poi furono allestiti veri e propri campi di

sterminio che funzionavano come agghiaccianti fabbriche di morte e servivano esclusivamente

all’uccisione tramite le camere a gas e i forni crematori in cui in un’ora si uccidevano circa 20.000

ebrei.

E' incredibile come si possa provare dell'odio incondizionato per un'altra razza, soprattutto quando

si può contare su un cervello ben funzionante. Dovremo quindi abituarci, in un modo o nell'altro, a

considerare il colore della pelle delle persone con la medesima naturalezza con cui ne osserviamo

il colore dei capelli.

La figura dell’escluso, del disadattato sociale la ritroviamo nella novella verista di Giovanni Verga:

“Rosso Malpelo” scritta nel 1878 e inserita come terza novella nell’edizione del 1880 di “Vita dei

campi”. Malpelo era un brutto ceffo, torvo, ringhioso e selvatico, era sempre cencioso e sporco di

sabbia rossa. Malpelo era emarginato da tutti, privo di affetto e bandito ad una condizione

subumana, privo di qualsiasi speranza nella vita futura, egli accetta ogni ingiustizia.

Egli aveva i capelli di colore rosso ed essendo questa caratteristica fisica collegata alla cattiveria,

questo era uno dei capi d'imputazione che l'Inquisizione aveva stabilito per le streghe eretiche,

essa condannava il ragazzo ad essere emarginato dalla società. Il padre, mastro Misciu, era

l'unica persona che lo comprendeva e quando muore Malpelo si sente sprofondare e viene colto

da una grande disperazione, infatti il resto della famiglia non lo comprendeva e a volte lo

maltrattava, come la sorella che si occupava di lui solo quando doveva prendergli la paga

settimanale e doveva controllare che fosse tutta, poi per lei il fratello cessava di esistere ed era per

lei motivo di imbarazzo. Lo stesso trattamento gli era riservato dalla madre, e anche i colleghi di

lavoro lo trattavano malissimo e lo emarginavano. La miniera dove lavora Malpelo è il luogo

principale in cui si svolge la storia e con i suoi antri bui e tenebrosi riflette l'esistenza del povero

Malpelo, costretto a lavorare sotto terra e nel buio, un po' come viveva la sua vita, era per questo

che lui avrebbe desiderato fortemente lavorare all'aperto. Malpelo era così rassegnato che non

cercava di ribellarsi a nessuna ingiustizia e subiva, ciò lo spingeva ad accettare ogni imposizione.

Dopo la morte del padre Malpelo divenne ancora più cattivo agli occhi di chi lo osservava e riprese

a lavorare alla cava proprio nella galleria dove era morto il padre. Qualche tempo dopo alla cava

venne a lavorare un ragazzino piccolo e debole che prima faceva il muratore, ma fu costretto ad

abbandonare il mestiere a causa di una caduta da un ponteggio in cui si era lussato il femore. Il

ragazzo, soprannominato Ranocchio per il modo in cui cammina, diventa oggetto di sfogo di

Malpelo che lo tormenta: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui continua, perché

vuole che impari a reagire. In realtà il motivo di tale cattiveria è dato dal fatto che Malpelo gli vuole

bene e vuole che impari la dura lezione della vita; Malpelo infatti spesso gli dà la sua porzione di

cibo pur di non farlo morire di fame, oppure lo aiuta con i lavori pesanti. Dopo qualche tempo viene

ritrovato il corpo di Mastro Miscu: per lo shock Malpelo si allontana per qualche giorno dalla cava e

quando torna decide di andare a lavorare in un'altra galleria. Tutto ciò che gli rimane dal padre

sono i suoi pantaloni, che la madre di Malpelo sistema per adattarli all'altezza del figlio, il piccone e

un paio di scarpe, che Malpelo custodisce come tesori. Quando un asino grigio muore di dolori e il

Dettagli
Publisher
8 pagine
120 download