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Sintesi
Grafica - il cartone animato
Italiano/Inglese - Flusso di coscienza e monologo interiore
Storia - Entrata nella Seconda Guerra Mondiale degli Stati Uniti
Storia dell'arte - Salvador Dalì e il cartone animato
Estratto del documento

IL CARTONE ANIMATO occidentale, origini e sviluppo.

Nei primi anni del xx secolo nacque una nuova espressione artistica: il cartone animato.

Esso, chiamato più propriamente cortometraggio (o lungometraggio) d’animazione, è

un'opera audiovisiva, che coinvolge, quindi, sia la vista che l’udito.

Nasce dai principi della fotografia e della cinematografia, andando con essi di pari

passo. Fondamentali furono le scoperte scientifiche riguardo alla percezione visiva

umana: già all’inizio dell’Ottocento alcuni studiosi intuirono la capacità della retina

umana di conservare per pochissimo tempo un’immagine appena vista. Su questo

principio Mark Roget, nel 1824, creò il taumatropio, un giocattolo formato da un dischetto

di cartoncino sulle cui facce erano rappresentate due diverse immagini (solitamente da

una parte il contenitore e dall’altra il contenuto) con due fori ai bordi del dischetto ai

quali erano legati due cordoncini che, se fatti ruotare su se stessi, facevano girare il

cartoncino velocemente. Così facendo s’imprimevano sulla retina le due immagini poste

su ogni faccia, risultando un’immagine sola.

La realizzazione di questo giocattolo portò a una serie di altre invenzioni sempre più

tecnologiche fino all’arrivo del cinetoscopio di Edison che diede il via alla

cinematografia.

Gli Anni Dieci e Venti furono anni di sperimentazione sostenuta dal Futurismo, corrente

artistica e di pensiero che si diffuse in quegli anni, promovendo l’esaltazione del

movimento e lo sviluppo della tecnologia. Dal 1906 in avanti si susseguirono tanti esempi

di prime animazioni; Emile Cohl propose “Fantasmagorie”, una successione di 700 disegni

con lievi variazioni, posti ognuno sopra un piano di vetro illuminato. La trama presenta lo

stile del “flusso di coscienza”, una tecnica narrativa, dove i pensieri di una persona (in

questo caso le vicende del personaggio) si succedono senza logica apparente. La

tecnica fu usata da diversi scrittori tra i quali James Joyce in “Gente di Dublino” e in modo

simile da Italo Svevo in “La coscienza di Zeno”, anche se in questo caso è più appropriato

parlare di “monologo interiore”.

Negli stessi anni J. Stuart Blacktom concepì “Humors Phases of Fanny Faces”; Winsor Mc

Cay traspose il suo fumetto comico “Little Nemo” in film di animazione

per poi realizzare “Gertie the Dinosaur”; più tardi Otto Messmer

creò il personaggio “Felix il Gatto” mentre un giovane Walt Disney

cominciò a lavorare su animazioni pubblicitarie e corti trattando

problemi locali e critiche ai politici. Tutte queste prime

animazioni erano in bianco e nero, mute e circa tutte

prevedevano l’interazione di persone vere o parti di esse, per

esempio la mano che crea un disegno.

Fu Walter Elias Disney a rivoluzionare il cartone animato sia per le

caratteristiche tecniche sia per il valore artistico. Infatti le prime

animazioni di successo con sonoro coordinato (“Steamboat Willie”

1928) e a colori (“Silly Symphonies” 1932) furono elaborate da Walt e i suoi collaboratori,

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