
Storia dell’arte: la Statua della Libertà
L’idea de 'La Statua della Libertà' venne lanciata per la prima volta nel 1865 quando da Laboulaye,un professore francese di diritto, in una conferenza a Versailles diede impulso all’idea di un progetto che rappresentava l’idea di fratellanza della Francia e degli Stati Uniti, nazioni che grazie alle rivoluzioni erano riuscite a sconfiggere la schiavitù, con l'intento quindi di porsi come protettrici della libertà e della giustizia.I lavori di costruzione, sotto la supervisione del francese Frederic Auguste Bartholdi, iniziarono nel 1875 e nel 1884 l’opera venne conclusa a Parigi (al progetto contribuì anche l’operato di Gustave Eiffel); una volta completata, venne poi trasportata in nave fino a New York dove, presso il porto sul fiume Hudson, nel 1885 venne definitivamente stabilizzata.
L’imponente monumento in rame, alto 93 metri e visibile fino a 40 km di distanza, rappresenta una donna, allegoria della libertà, avvolta in una lunga toga che scopre i piedi che calpestano una catena, simbolo della schiavitù ormai superata.
Il braccio sinistro sostiene una tavola con la data della dichiarazione di indipendenza incisa sopra JULY-IV-MDCCLXXVI (4 luglio 1776). Il braccio destro invece solleva una fiaccola accesa, simbolo dell’uguaglianza di libertà e giustizia. La testa è cinta da una corona con 25 ipotetici diademi (che invece sono le finestre) e sette raggi, simbolo dei sette continenti e i sette mari.
Storia: Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America
Siglato durante il Congresso di Filadelfia il 2 luglio 1776 e reso effettivo il 4 luglio 1776, il documento della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, segna la libertà di tredici colonie sulla costa atlantica nordamericana dall’egemonia dell’Impero britannico: a quest’atto si fa risalire la nascita degli Stati Uniti d’America.La guerra di indipendenza americana (American War Of Indipendence) nota anche come Rivoluzione americana (American Revolutionary War o American Revolution), fu combattuta tra il 1775 e il 1783 tra le tredici colonie del Nord America e il Regno britannico che ne rivendicava il dominio.
La dichiarazione fu fortemente voluta e firmata da Thomas Jefferson e fu scritta dalla Commissione dei Cinque, ma non deve essere confusa con la Costituzione degli Stati Uniti d’America, di epoca posteriore (1787).
Letteratura italiana: Libertà di Verga
Una delle più famose novelle di Verga richiama il nome del monumento americano poiché si intitola ‘Libertà’, anche se questa volta il tentativo di realizzarla fallisce miseramente.Apparsa nel 1882 e inserita nelle Novelle rusticane, è ambientata nell’epoca della spedizione dei Mille in Sicilia capeggiata da Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio.
Il titolo rappresenta la speranza della popolazione, formata per lo più da poveri contadini che nel 1860 si opposero ai proprietari locali terrieri.
La rivolta inizia al grido pieno di entusiasmo e fiducia ‘Viva la libertà’ mentre il finale della novella si conclude con parole amare pronunciate dal carbonaio: ‘Se avevano detto che c’era la libertà’, un’ipotesi che alla fine crolla tristemente.
I signori infatti alla fine della novella tornano al potere e i poveri contadini rimangono soggiogati a loro, senza smettere di pensare alla libertà che non sono riusciti a conquistare e che è stata loro preclusa.
I più deboli e poveri, condannati a servire i più potenti e ricchi rimarranno per sempre vinti in Verga nonostante i tentativi di ribellione alla propria condizione e, anzi saranno le vittime del progresso e della modernità.
Filosofia: la libertà
L’esistenzialismo è un movimento culturale e filosofico che si sviluppa negli anni a cavallo fra le due guerre mondiali ma si afferma soltanto dopo la Seconda. I due esponenti principali sono il filosofo e accademico tedesco M. Heidegger e il filosofo e scrittore francese Jean-Paul Sartre.In Sartre esiste un legame fra esistenza (intesa non come sopravvivenza al pari di quella propria degli esseri vegetali e animali) e libertà. La libertà infatti non deve essere confusa con l’anarchia, ovvero il fare ciò che si vuole senza alcun freno, ma piuttosto con lo scegliere di fare qualcosa in modo responsabile e giusto per realizzare la propria esistenza e darle un valore. Nell’opera ‘L’essere e il nulla’ Sartre evidenzia come l’uomo libero vuole concretizzare la libertà ma allo stesso tempo ne è soggiogato poiché essa è qualcosa in cui ognuno è obbligato.
Letteratura francese: la nausea di Sartre
L’esistenzialismo e il suo rapporto con la libertà si riscontra anche in un famoso romanzo dello stesso già citato Sartre, dal titolo ‘La nausea’.Lo scrittore filosofo in quest’opera analizza l’esistenza e la confronta con il rigore logico della razionalità, sottolineando come la vita non sia frutto di una logica, ma sia invece il risultato di scontri fra eventi assurdi e paradossali: l’uomo anche se libero, non è libero di esserlo, nemmeno se sceglie di esserlo.
La libertà quindi è svincolata dalla volontà dell’uomo, ha inizio in modo involontario e non si può risalire alla sua origine in quanto l’uomo è immesso nel mondo senza nessuna spiegazione.
Letteratura inglese: Samuel Beckett e l'esistenzialismo
Figlio dell’esistenzialismo è il teatro dell’assurdo che comprende opere scritte fra gli anni ’40 e ’60 del Novecento, e il cui esponente principale è il drammaturgo inglese Samuel Becket.Ancora una volta emerge l’idea dell’assurdità dell’esistenza legata al sentimento di angoscia e solitudine dell’uomo e sulla scia di questo pensiero. In tal senso allora, la concezione della libertà è vista come un’illusione in quanto fondata sul nulla, considerata l’impossibilità di determinarne una validità certa. Anche gli stessi legami fra gli uomini appaiono assurdi in quanto non soggetti ad una logica univoca e stabile nel tempo.