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Università & test di ingresso: facciamo chiarezza! articolo
La scorsa settimana abbiamo parlato delle novità introdotte dal Consiglio dei Ministri in merito ai test di selezione per le facoltà a numero chiuso. Se fino ad ora contava solo l'esito del test d'ingresso, dal prossimo anno la graduatoria sarà stabilita anche tenendo conto del percorso formativo svolto dall'alunno.

La platea di Skuola.net si è letteralmente spaccata di fronte a questa novità. Molti infatti plaudono, e questo sì che è un inedito, al provvedimento del Ministro. Addirittura un nostro utente tedesco, ha affermato "Fioroni hast gut gemacht!!(Fioroni hai fatto bene)". I favorevoli lo vedono come un primo passo verso una valutazione più giusta degli studenti che ambiscono ad entrare all'università. I contrari, invece, esprimono il loro disaccordo perché temono di essere penalizzati dal nuovo sistema.

Noi di Skuola.net abbiamo riesaminato tutti i commenti al precedente articolo e cercheremo di rispondere alle domande più importanti.

Da quando entrerà in vigore il nuovo sistema di valutazione?
Si tratta infatti di un provvedimento che fa parte di un Decreto Legislativo, e, come tale, ha valore di legge fin dalla sua emanazione. Perciò, da settembre 2008, gli aspiranti universitari dovranno fare i conti con questa novità.

Come viene attribuito il punteggio?
Il punteggio massimo è pari a 105 punti, così suddivisi: 80 relativi al risultato dei test di ingresso e 25 assegnati in base al merito scolastico.

Come posso accedere ai 25 punti di bonus?
Potranno accedere a questo "bonus" solo gli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza nell'ultimo periodo del triennio. Ciò verrà valutato attraverso:
- la media complessiva, non inferiore a sette decimi, conseguita negli ultimi tre anni;
- la valutazione finale conseguita nell’esame di Stato dal 20% degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole commissioni, comunque non inferiore agli 80/100;
- la lode ottenuta nella valutazione finale dell’esame di Stato;
- le votazioni, uguali o superiori agli otto decimi, conseguite negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni in discipline, predefinite nel bando di accesso a corsi universitari, che abbiano diretta attinenza o siano comunque significative per il corso di laurea prescelto.

Se non rientrerete in nessuno di questi criteri, non avrete diritto al punteggio bonus e quindi la vostra valutazione dipenderà unicamente dai test di ingresso. Se invece ne soddisfarete solo alcuni, avrete chiaramente diritto ad un punteggio intermedio. Si tratta di una norma volta a premiare gli studenti più bravi e meritevoli.

Come si calcolano il punteggio relativo al merito scolastico?
Il Ministero non ha ancora reso nota la formula matematica con la quale calcolarlo. Quindi ancora non sappiamo se verrà dato più peso alla media piuttosto che al voto finale d'esame di maturità. A mio avviso andrebbe premiata l'eccellenza nelle materie propedeutiche al corso di studi prescelto. E' logico che chi ha studiato matematica, fisica in maniera approfondita nei cinque anni, sia più adatto a fare ingegneria che non lettere.

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Chi deciderà le materie di attinenza al corso di laurea?
Saranno le singole università, nei bandi di iscrizione, ad indicare le materie che abbiamo diretta attinenza con i vari corsi di laurea. Chi avrà conseguito, negli ultimi 3 anni, una votazione superiore all'8 in alcune di esse, avrà diritto ad alcuni punti dei 25 bonus.

Se non ho diritto a nessun punto, non posso entrare all'università che desidero?
Sì, sicuramente. Il punteggio relativo ai meriti scolastici pregressi arriva a coprire circa il 20% del voto finale. In sostanza sarà comunque il risultato del test di ingresso a farla da padrone. Quindi chi non avrà dei punti in dote, dovrà dare il massimo per superare il test con punteggio più elevato possibile. Infatti, a parità di rendimento, potrebbero essere superati da coloro che hanno conseguito dei punti bonus.

Perché il Ministero ha introdotto questa riforma?
I Ministri Mussi e Fioroni hanno deciso insieme di apportare dei cambiamenti a causa dei gravi scandali sorti lo scorso anno in molte università, dove si è scoperto che i prof di facoltà ambite, come medicina, si erano venduti i risultati dei test di ingresso. Quest'anno di sicuro i raccomandati avranno vita più difficile, perché i 25 punti di bonus verranno assegnati con un criterio uguale per tutti.
Vi è poi un altro motivo importante che risiede nel dare il giusto valore alla carriera scolastica dello studente, che è anch'essa indicativa delle sue abilità ed attitudini allo studio.

E' vero che cambieranno i test di ingresso?
In molti casi si è registrata una forte discrepanza tra gli argomenti trattati nei test di ingresso, fin'ora preparati da docenti universitari, e quelli studiati alle superiori. Da quest'anno i prof delle superiori verranno coinvolti maggiormente nella stesura dei quesiti, in modo da garantire una maggiore aderenza con i programmi ufficiali ministeriali per le superiori.

Speriamo di aver chiarito tutti i vostri dubbi. Se ce ne fossero di altri, non esitate a farceli presenti commentando questo articolo oppure scrivendoci. Cercheremo di risolverli anche questa volta.
Dal nostro punto di vista si tratta di un provvedimento giusto, perché corregge alcune criticità del vecchio sistema. A mio avviso non si può valutare l'attitudine di uno studente ad intraprendere una certa facoltà solo attraverso il risultato del test. Quest'ultimo, infatti, valuta in maniera oggettiva ma comunque incompleta le capacità di una persona. Ci sono anche altre abilità che devono essere considerate, e, appunto, dare un punteggio alla carriera scolastica pregressa è un buon punto di partenza in tal senso. Anche perché, altrimenti, in prospettiva università sarebbe inutile sforzarsi di andare bene alle superiori, se poi le votazioni conseguite non contano nulla.

Sicuramente non verranno eliminate le ingiustizie, perché in Italia le scuole non sono tutti uguali, ce ne sono di più facile e difficili, e non mi riferisco al particolare indirizzo di studio, quanto piuttosto alla disomogeneità dei giudizi del corpo docente: chi avrà degli insegnanti molto abbottonati con i voti sarà svantaggiato rispetto a chi si trova di fronte a quelli di manica larga. Come pure, se non si effettuano controlli più severi, si rischia comunque di veder andare avanti i raccomandati.

Infine, e concludo, mi fa piacere cambino i quesiti dei test, per renderli più attinenti ai programmi delle superiori. Era assurdo che per entrare all'Università, in alcuni casi, si dovesse ricorrere a costosi corsi estivi!

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