
È uno degli strumenti più discussi – e spesso più fraintesi – degli ultimi anni scolastici. Il Capolavoro, da inserire all’interno dell’E-Portfolio sulla piattaforma ministeriale Unica, è pensato per dare spazio a ciò che raramente entra nelle pagelle: le competenze acquisite in modo trasversale, a scuola e fuori.
Non è un compito in più, né una prova d’esame. Ma se usato bene, può raccontare chi sei oltre la media voti.Nato con l’obiettivo di aiutare gli studenti a prendere consapevolezza del proprio percorso in chiave orientativa, il Capolavoro è oggi una possibilità concreta per valorizzare esperienze spesso sottovalutate: un progetto personale, un’attività extrascolastica, una prova ben riuscita in classe.
In questo articolo spieghiamo cos’è esattamente, che ruolo può avere nella Maturità 2025, e ti proponiamo 5 esempi pratici e originali, per aiutarti a scegliere cosa caricare sulla piattaforma.
Indice
Che cos’è il Capolavoro
Partiamo dalle basi. Il Capolavoro è un qualsiasi tipo di prodotto che puoi caricare nella sezione dedicata dell’E-Portfolio sulla piattaforma ministeriale Unica. L’obiettivo? Raccontare una o più competenze che hai sviluppato nel corso dell’anno scolastico, dentro o fuori dalla scuola.
Non deve trattarsi necessariamente di un’attività svolta in aula. Può essere anche qualcosa che hai realizzato a casa, in un progetto extrascolastico, in un laboratorio, durante un’esperienza di volontariato o in autonomia. L’importante è che, nel caricamento, tu sappia motivare la tua scelta, collegandola ad abilità e conoscenze acquisite.
Ogni anno del triennio puoi caricare da uno a tre Capolavori. Questo significa che non devi per forza documentare tutto: puoi scegliere ciò che meglio ti rappresenta, ciò che ti distingue e ti rende, in definitiva, unico/a.
Il ruolo del Capolavoro alla Maturità 2025
Il Capolavoro non è oggetto d’esame: questo punto è fondamentale. Non rientra tra le prove scritte, né sarà oggetto chiesto durante il colloquio orale. Il Ministero, nella nota del 17 maggio 2024, ha specificato che il Capolavoro “non è oggetto del colloquio di esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e non va a confluire direttamente nel Curriculum dello studente”.
Allora perché caricarlo? Perché, se ben fatto, può comunque essere preso in considerazione. Lo confermano le FAQ della piattaforma Unica: “Può essere valorizzato al pari delle informazioni presenti in ‘Percorso di studi’ e ‘Sviluppo competenze’ se particolarmente rappresentativo di una attività di significativo interesse svolta in ambito scolastico o extrascolastico”.
In altre parole, la Commissione può decidere di valorizzarlo, se emerge in modo coerente durante il colloquio e se offre uno spunto significativo delle competenze apprese (sta a te, in questo caso, giocare bene la tua carta!).
Inoltre, molti docenti lo considerano uno strumento utile per l’orientamento, un modo per capire davvero chi sei, al di là dei voti. E anche se non verrà discusso in sede d’esame, può essere un’ottima occasione per riflettere su ciò che hai imparato e su come vuoi raccontarti.
Esempi di Capolavoro: 5 idee per ispirarti
Bene, ora passiamo alla pratica. Sei in cerca di qualche esempio per sviluppare il tuo progetto? Allora ecco a te 5 idee di Capolavoro da cui prendere spunto.
-
Un profilo social può essere molto più di un passatempo
Se hai gestito con costanza un profilo Instagram o TikTok negli ultimi mesi, fermati un attimo: potrebbe non essere solo tempo passato online.
La costruzione di un’identità digitale – anche piccola, anche senza pretese – richiede capacità di sintesi, pensiero visivo, linguaggio efficace, e spesso anche una certa dose di analisi del pubblico. Che si tratti di recensioni di libri, grafiche originali, mini-video divulgativi, sketch ironici, o anche solo di un profilo personale, l’importante è che tu abbia lavorato con un’intenzione chiara.
Un Capolavoro può nascere proprio da qui: selezioni qualche contenuto significativo, racconti le scelte che hai fatto, e spieghi cosa hai imparato su come si comunica oggi, e con quali strumenti.
-
Lo sport come allenamento alla resilienza
Allenarsi significa fare spazio, ogni settimana, a qualcosa che non ti premia subito. Che si tratti di una squadra, di uno sport individuale o anche solo di un percorso di potenziamento fisico seguito con costanza, dietro c’è la capacità di gestione del tempo, la resistenza alla fatica, ma anche la consapevolezza che ogni traguardo è fatto di piccoli gesti ripetuti.
Il Capolavoro, in questo caso, non è la medaglia vinta, ma il modo in cui riesci a raccontare ciò che hai costruito nel tempo. Puoi partire da una gara, da un miglioramento tecnico, da un fallimento superato. Se riesci a far emergere lo sguardo che hai maturato su te stesso mentre ti allenavi, hai già detto qualcosa di significativo.
-
Un lavoro scolastico che hai scelto di non dimenticare
Capita, durante l’anno, di fare un lavoro che resta. Non perché ti abbiano messo nove, ma perché in quel momento qualcosa ha funzionato davvero: il modo in cui hai scritto, un collegamento inaspettato, un approccio che sentivi tuo.
Può essere un tema, una presentazione, una ricerca, anche un compito di laboratorio. Non serve modificarlo: basta spiegare perché l’hai scelto come Capolavoro. Cosa racconta del tuo modo di studiare? Che competenze hai messo in campo? Sei riuscito a collegare materie diverse? Hai fatto qualcosa in autonomia? Un lavoro scolastico, se raccontato con onestà e lucidità, può avere un valore che va ben oltre il contesto in cui è nato.
-
Un’esperienza fuori da scuola che ti ha insegnato qualcosa
Non tutte le cose che impari passano per una cattedra. C’è chi partecipa a un laboratorio teatrale nel quartiere, chi aiuta in biblioteca, chi affianca l’allenatore dei più piccoli in palestra. C’è chi ha fatto animazione in un centro estivo o volontariato con un’associazione. Sono esperienze che spesso sembrano “laterali”, ma che possono lasciarti in tasca competenze preziose: gestione di gruppi, responsabilità, ascolto, comunicazione, risoluzioni dei conflitti, capacità di adattarti e improvvisare.
Il Capolavoro può partire da qui: una testimonianza, un racconto, un documento, anche un audio. L’importante è far capire che cosa hai imparato da quell’esperienza, e perché pensi che abbia contato.
-
Un progetto personale che hai portato avanti
Hai scritto, disegnato, montato video, costruito qualcosa, imparato a usare un software da solo? Lo hai fatto senza che nessuno te lo chiedesse? Questo, già di per sé, racconta qualcosa di importante.
Il Capolavoro può essere un progetto personale che hai seguito nel tempo, con pazienza. Non deve essere perfetto: deve essere tuo. Può essere una raccolta di poesie, un piccolo sito web, un canale YouTube, una fanzine autoprodotta, un viaggio, un beat musicale, un esperimento informatico. Se riesci a spiegare come ti sei organizzato, cosa hai cercato di migliorare, dove sei inciampato, quale competenza hai sviluppato anche senza saperlo, allora hai già dato senso a tutto il percorso.