_antoniobernardo
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Scrive lo storico inglese Peter Brown: "Se nella fase di passaggio dal paganesimo al cristianesimo i compiti del filosofo e del vescovo vengono a sovrapporsi, che cosa fa il vescovo, se non eliminare il filosofo?"
Ipazia, nata ad Alessandria d'Egitto attorno al 370, successe al padre il matematico Teone, prima come insegnante e poi come direttrice della scuola della sua città. Tra le opere di matematica, a noi non pervenute, vi sono i commentari agli scritti di Euclide, Archimede, Diofanto e Apollonio.
Inventò tra l'altro: un astrolabio piatto, uno strumento per misurare il livello dell’acqua, un apparato per distillarla ed un idrometro di ottone per determinare la gravità (densità) di un liquido.
Come studiosa, come insegnante e come consulente fu estremamente famosa e rispettata, sia dai potenti che dal popolo.
Si racconta che molti le sottoponessero i propri problemi e che tutte le lettere indirizzate semplicemente "al Filosofo" (all'epoca non si distingueva molto tra filosofia, scienza, matematica e astronomia) venissero recapitate direttamente a lei.
Con l'avvento al potere del cristianesimo, dopo l'editto di Costantino, anche ad Alessandria le cose cambiarono ed i cristiani da perseguitati divennero fondamentalisti e intolleranti soprattutto nei confronti di ebrei e pagani. ippazia.jpg Ipazia, come sapiente e come donna pagana stimata da molti, suscitò l'invidia e l'odio del vescovo Cirillo: quasi certamente fu lui il mandante dell'orribile assassinio effettuato da un gruppo di monaci invasati.
Pochi anni dopo la morte di Ipazia finì anche l'università di Alessandria e l'impero romano: la cultura ellenistica si disperse verso oriente o fu custodita in qualche monastero dell'occidentale che per riscoprirla attese più di mille anni.
Ricordo che nella seconda metà degli anni 60 al politecnico di Milano su 300 ragazzi le ragazze erano solo 2 e, per incontrarne qualcuna bisognava spostarsi alla vicina facoltà di architettura. Quando iniziai a lavorare in azienda, nella seconda metà degli anni 70, fui distaccato in un progetto di sviluppo di un sistema informativo per la programmazione di uomini e mezzi nei cantieri di cui project manager era una donna: l'esperienza fu positiva e mi aiutò a crescere, ma credo di essere uno dei pochi laureati, della mia generazione e nell'ambito delle società di ingegneria costruzioni e impiantistica, che negli anni 70 abbiano avuto come capo una donna.
Alla guida dell'università di Harvard (Cambridge-Massachussets), fondata nel 1636, oggi forse uno dei più prestigiosi atenei degli Stati Uniti, dallo scorso anno, e per la prima volta, il rettore è una donna. Sarà una nemesi? Può essere, visto che il precedente rettore di Harvard (oggi consigliere di Obama) era assurto alle cronache per aver sostenuto che le donne sono molto meno dotate degli uomini negli studi matematici. Quel che è certo è che il nuovo rettore ha avuto il coraggio di prendere decisioni impopolari, come proporre tagli alle spese - anche agli stipendi dei professori meno attivi nella didattica e nella ricerca - per fronteggiare la dilagante crisi economica.
Tom Peters (autore di: Alla ricerca dell'eccellenza, Prosperare sul Caos, ecc.) ha sostenuto, in un convegno svoltosi nel 2004 in Italia, che le organizzazioni e l'economia del futuro saranno meno burocratiche e gerarchiche. I futuri leader, per risolvere molteplici problemi, dovranno essere capaci di valorizzare i punti di forza delle persone con le quali lavorano; e questa è una cosa che le donne fanno da sempre molto meglio degli uomini.

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