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Con la presente attività, a partire da semplici equazioni e traducendo in oggetti geometrici i suoi termini si vuole evidenziare il significato delle equazioni e delle relazioni che sussistono tra i coefficienti dei suoi termini, al di là del mero calcolo risolutivo.
A supporto della teoria, si farà uso del software Cabri che permette di realizzare ambienti didattici fortemente interattivi nei quali si moltiplicano le possibilità di verificare le proprie intuizioni, di vedere" gli oggetti matematici, di capire più a fondo gli aspetti teorici della disciplina.
La possibilità di realizzare figure dinamiche con un software di semplice utilizzo (anche se, purtroppo, commerciale) investe la geometria di un fascino nuovo, verso il quale gli studenti non sono, in genere, insensibili. Inoltre la visualizzazione gra ca aiuta probabilmente la memoria a fissare meglio i concetti appresi.
L'acustica e soprattutto l'acustica musicale è un argomento che suscita grande interesse negli studenti, molti dei quali suonano qualche strumento o più semplicemente sono forti consumatori di musica.
Questo lavoro si divide in due parti: la prima è una breve descrizione della metodologia didattica che secondo me si potrebbe utilizzare per introdurre l'argomento; la seconda una altrettanto breve descrizione dei contenuti, pensata per gli studenti (quindi con gli strumenti matematici in loro possesso) di un triennio della scuola secondaria di secondo grado. In particolare ho assunto lo studio delle onde e delle onde armoniche come prerequisito, esponendo soltanto i fenomeni ondulatori relativi al suono.
Bibliografia e siti web consultati
P.A. Tipler. Corso di sica, vol. 1. Zanichelli.
U. Amaldi. La sica per i licei scienti ci, vol. 2. Zanichelli.
G.P. Parodi, M. Ostili, G. Mochi Onori. L'evoluzione della sica, vol. 2. Paravia.
N. Dodero, P. Baroncini, e R. Manfredi, Lineamenti di analisi e calcolo combinatorio. Ghisetti e Corvi, Milano, 2004.
P. Gangemi. Insalate di matematica. Sironi Editore, Milano, 2006.
L.L. Radice e L. Mancini Proia. Il metodo matematico. Principato editore, Roma, 1978.
G. Zwirner e L. Scaglianti. Conoscenze e strategie nella matematica. CEDAM, Padova, 1991.
http://macosa.dima.unige.it/
http://didmat.dima.unige.it/
http://www.ciram.unibo.it/~barozzi/Net_Schede/
http://math.unipa.it/~grim/
http://www.batmath.it/index.asp
http://it.wikipedia.org
http://users.libero.it/prof.lazzarini/
Scarica la tesina SSIS sul Calcolo combinatorio
PREREQUISITI:
1. area delle figure piane e figure equivalenti;
2. concetto di equazione di primo e secondo grado ad una incognita;
3. conoscenza base di Cabri (solo se l’insegnante intende far costruire
le figure dinamiche, invece di utilizzarle esclusivamente a supporto
didattico).
TEMPI PREVISTI: Per ciascun tipo di equazione: 1h di lezione in aula e
1h di laboratorio di informatica, se si utilizzano le immagini didattiche senza
farle costruire agli studenti (per un totale di 4h). Naturalmente i tempi si
dilatano notevolmente se si intende far ricostruire le figure agli studenti.
OBIETTIVI DIDATTICI: Proporre un’ampia riflessione tra le equazioni
e le loro soluzioni ricercate in determinati insiemi numerici.
APPROCCIO METODOLOGICO: Dopo aver descritto l’interpretazio-
ne geometrica delle equazioni di primo e secondo grado, si propongono delle
attività con Cabri che ne facilitano la comprensione, facendo interagire tra
loro il pensiero logico verbale con quello immaginativo. 3
1 Approccio geometrico alle equazioni di pri-
mo grado
Si consideri l’equazione di primo grado in una incognita:
ax = b con a e b positivi (1)
E’ possibile pensare ai coefficienti a e b e all’incognita x come a grandezze
geometriche, precisamente: risolvere l’equazione ax = b consiste nel trovare
il lato x di un rettangolo che ha l’altro di lunghezza a e l’area uguale all’area
b di un rettangolo anch’esso assegnato, come mostrato in figura: 4
1.1 Attività con Cabri
Prima di descrivere la figura dinamica che rappresenta il problema in esame,
è forse il caso di ricordare l’enunciato del cosiddetto teorema dello gnomone:
Teorema 1.1 (dello gnomone). Se per un punto di una diagonale di un
parallelogramma si conducono le parallele ai lati, il parallelogramma rimane
scomposto in altri 4 parallelogrammi dei quali i due non attraversati dalla
diagonale sono equivalenti. Vale anche il viceversa.
Questo permette di concludere che l’area del rettangolo blu è uguale all’area
del rettangolo azzurro quando il prolungamento del segmento BK incontra
il vertice D del rettangolo, ossia coincide con la sua diagonale.
Nella figura animata, realizzata con Cabri, a è rappresentato dal segmento
nero, mentre b dall’area azzurra. Muovendo il punto H varia la lunghezza
del segmento a; muovendo il punto A varia l’area del rettangolo azzurro, cioè
b; muovendo infine il punto C si varia il valore di x.
La soluzione x dell’equazione viene determinata quando l’area ax del ret-
tangolo blu è uguale all’area b del rettangolo azzurro e quindi, per il teorema
dello gnomone, quando il prolungamento del segmento BK coincide con la
diagonale del rettangolo.
In questa posizione, il segmento rosso rappresenta il secondo lato del
rettangolo equivalente a b che stiamo cercando (cioè il valore di x che risolve
l’equazione).
Modificando i dati iniziali a e b si osserva ad esempio che, tenendo fisso b
e aumentando il coefficiente a di x, la soluzione diventa sempre più piccola
mentre diminuendo a la soluzione diventa sempre più grande. 5
1.2 Prove di verifica
1. Risolvi con i metodi spiegati in classe le seguenti equazioni e poi verifica
i risultati ottenuti con la figura di Cabri:
(a) 3x = 2x + 6; −
(b) 3x + 4 + x = 6x 4;
− − −1.
(c) 2(3x + 1) 3(5 2x) =
2. Dopo aver ridotto le seguenti equazioni a forma normale (ax = b con a e b positivi),
verifica - utilizzando la figura dinamica di Cabri - che x = 4 è una
soluzione: −
(a) 7x + 2 = 12x 18;
−
(b) 5x 6 = 3x + 2;
(c) 4x + 8 = x + 20.
3. E’ noto che se riducendo i termini simili di una equazione ci si riconduce
6
alla forma 0·x = b, con b = 0 l’equazione non ammette soluzioni, perché
è impossibile trovare un numero che moltiplicato per 0 dia un valore
6
b = 0; sapresti “dimostrare” questa affermazione usando la figura di
Cabri?
4. Se dopo la riduzione a forma normale un’equazione si presenta nella
·
forma 0 x = 0, allora si dice che è indeterminata, ossia ammette
infinite soluzioni, perché qualsiasi numero moltiplicato per 0 dà come
risultato 0. Riscontri la veridicità di questa affermazione sulla figura
di Cabri? 6
2 Il metodo di completamento dei quadrati
Si consideri l’equazione di secondo grado ad una incognita:
2
x + px = q con p e q positivi (2)
di cui si cercano le soluzioni positive. I termini dell’equazione (2) possono
2
essere interpretati come aree: x rappresenta l’area di un quadrato di lato x
e px l’area di un rettangolo di dimensioni p e x (ci si è limitati a considerare
il caso x > 0). Quest’ultimo rettangolo equivale ovviamente a 4 rettangoli
di dimensioni x e p/4. Il primo membro dell’equazione si può quindi rappre-
sentare come l’area del quadrato e dei quattro rettangoli come mostrato in
figura:
Ci si convince facilmente del fatto che il disegno si potrebbe “completa-
7
re” ad un quadrato aggiungendo quattro opportuni quadrati: ogni quadrato
“aggiuntivo” deve avere il lato lungo p/4:
L’area del quadrato più grande, cioè l’area del quadrato EF GH, è data
da: 2
p p
2
2 2
·
x + px + 4 = x + px +
4 4
|{z} |{z}
area area | {z }
quadrato area
rettangoli
azzurro quadrati
aggiunti
cioè da p 2
x + 2
(in effetti, anche senza conoscere l’espressione del quadrato di binomio, p/4+
x+p/4 = x+p/2 è proprio la misura del lato del quadrato EF GH). Affinché
8
2
l’equazione sia soddisfatta tale area deve essere uguale a q + p /4 (che è
2
una quantità positiva perché somma di due positive e p /4 è il termine che
abbiamo aggiunto al primo membro), quindi: 2
2 p + 4q
p p
2
=
x + = q +
2 4 4
da cui: p p
2 2
−p
p + 4q + p + 4q
p ⇒
= x =
x + 2 2 2
che fornisce la soluzione positiva dell’equazione (2).
2.1 Attività con Cabri
Relativamente alle equazioni di secondo grado, sono state realizzate due im-
magini dinamiche con Cabri: la prima (equazione2grado1.fig) rappresenta il
metodo appena esposto, cosiddetto di completamento del quadrato; la secon-
da (equazione2grado2.fig) permette di determinare il valore di x, assegnati i
valori di p e q nell’equazione (2).
2.1.1 Prima figura (equazione2grado1.fig )
In questa figura, puoi muovere il punto P o il punto X: trascinando il punto
P modifichi il coefficiente p dell’equazione (p positivo), trascinando X vari
la misura x del lato del quadrato. Dato un certo valore q positivo, risolvere
l’equazione 9
2
x + px = q con p e q positivi
significa trascinare il punto X fino a quando l’area della parte colorata (qua-
drato azzurro più rettangoli) non sia (approssimativamente) uguale a q. Ti
accorgi facilmente che puoi sempre trovare un valore x (positivo) tale che
l’equazione sia soddisfatta: ciò significa che un’equazione di questo tipo con
p e q positivi ammette sempre soluzioni reali.
2.1.2 Seconda figura (equazione2grado2.fig )
In questa figura, p è rappresentato dal segmento nero, mentre q dall’area blu.
Muovendo il punto P varia la misura di p; muovendo il punto Q varia l’area
del rettangolo blu, cioè q; muovendo infine il punto X varia il valore di x.
La soluzione x dell’equazione viene determinata quando l’area px del ret-
tangolo azzurro aggiunta all’area del quadrato celeste è uguale all’area q del
rettangolo blu e quindi, per il teorema dello gnomone (come nel caso del-
le equazioni di primo grado), quando il prolungamento del segmento BK
coincide con la diagonale del rettangolo.
In questa posizione, il segmento rosso rappresenta il lato del quadrato la
cui area sommata a quella del rettangolo azzurro è uguale a q che stiamo
cercando (cioè il valore di x che risolve l’equazione).
A questo punto è possibile quindi modificare i dati iniziali p e q, per
trovare a colpo d’occhio la soluzione dell’equazione.