" E debbasi considerare, come non è cosa più difficile a trattare, ne più dubbia a reuscire, ne più pericolosa a maneggiare, che farsi capo a introdurre nuovi ordini. Quelli che traevano beneficio dal vecchio ordine gli sono nemici e quelli che potranno godere dei benefici del nuovo gli sono trepidi difensori". (N.Machiavelli,1469-1527, Il Principe)
Peter J. King, professore di filosofia ad Oxford ed autore del libro "Cento filosofi: vita ed opere di grandi pensatori" edito in Italia da logos nel 2005, inserisce come ultimo italiano nella sua rassegna temporale Niccolò Machiavelli.

Scrive Bertrand Russell (Storia della filosofia Occidentale, Longanesi, 1967): "Il Rinascimento non produsse alcun importante filosofo teorico; produsse però un uomo di primissimo piano nella filosofia pratica: Nicolò Machiavelli. L'uso è di scandalizzarsene, e indubbiamente a volte Machiavelli è scandaloso. Ma molti sarebbero come lui, se come lui evitassero l'impostura. La sua filosofia politica è scientifica ed empirica, basata sulla esperienza tesa a trovare i mezzi adatti per determinati fini, senza preoccuparsi se tali fini debbano essere considerati buoni o cattivi. Quando, in certi casi, gli si permette di ricordare i fini cui tende, questi sono tali che tutti potremmo approvarli. Molta della convenzionale infamia legata al suo nome è dovuta alla indignazione degli ipocriti, che odiano la franca ammissione delle cattive azioni... Una simile onestà intellettuale intorno alla disonestà politica difficilmente sarebbe stata possibile in un altro periodo o in un altro paese... Se esiste una scienza del successo, questa può essere studiata altrettanto bene attraverso i successi dei malvagi che attraverso quelli dei buoni; meglio, anzi, dato che gli esempi dei cattivi che son riusciti sono più numerosi di quelli dei santi che son riusciti. ma la scienza del successo una volta codificata, sarà utile al santo come al peccatore. Infatti il santo se si occupa di politica, deve desiderare, proprio come fa il peccatore, di raggiungere il successo".
Il primo pensiero di Machiavelli riportato sopra richiama da un lato l'impossibilità di evitare l'incertezza degli esiti (prenderli tutti dubii) connaturata con l'aleatorietà degli eventi e dall'altro la difficoltà a trovare le soluzioni ottimali dovendosi accontentare spesso di quelle subottimali o soddisfacenti (el meno tristo per buono).
Il secondo pensiero richiama tutte le difficoltà insite nei progetti di cambiamento delle organizzazioni, si tratti di cambiamento strategico, tecnologico o organizzativo. Quando si deve risolvere un problema (faccenda) è prezioso il suggerimento di un fiorentino concittadino di Machiavelli che raccomanda: non basta trovare una soluzione, bisogna anche seguire l'evolversi della situazione sino al suo compimento: "Pigliate nelle faccende questa massima: che non basti dare loro el principio, lo indirizzo, el moto; bisogna seguitarle e non le staccare insino al fine". (Francesco Guicciardini)