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Le caratteristiche e i modelli
Un’ azienda ha dei costi che non dipendono dal bene prodotto, come ad esempio: costo della mano d’opera e degli impiegati, dell’affitto di un capannone o di un ufficio, delle assicurazioni e altro ancora …Invece poi ci saranno certamente costi, legati strettamente alla produzione, come ad esempio il caso della materia prima ed altro …
Dal punto di vista matematico, quindi, il costo C di produzione di un bene si può definire mediante una funzione di più variabili.
C= f(x1,x2,…,x17)
Nel modello che ci accinghiamo a studiare, tuttavia, supporremo che il costo di produzione di un bene unicamente dalla quantità prodotta q.
Ogni funzione di costo, è composta da due parti:
1)I costi fissi, che non dipendono dalla quantità prodotta;
2) I costi variabili, che invece dipendono dalla quantità prodotta.
Il costo totale, ovviamente verrà dato dai costi fissi più i costi variabili.
Le principali funzioni di costo totale che prenderemo in considerazione verranno date presentate nella seguente maniera:
1)Lineare e verrà a presentarsi con l’equazione C=aq+b;
2)Parabolico (o più in generale potenza) con l’equazione C=aq^2+bq+c;
3) Esponenziale con l’equazione C=k*a^hq.
La funzione di ricavo
Viene definito ricavo, il prodotto della quantità di bene venduta per il prezzo di venditaLa funzione di ricavo dipende dal mercato in cui si opera, in particolare:
1) In un mercato di libera concorrenza, nessun consumatore sarà mai in grado di influenzare il prezzo, che, quindi, è quello che si ha in corrispondenza del punto di equilibrio p tra domanda e offerta.
Quindi si avrà R=p*q.
2) In un mercato di monopolio, invece ogni singola azienda dovrà soddisfare l’ intera domanda di mercato per il suo prodotto, e quindi si avrà la seguente equazione:
R=p(q)*q .
La funzione di profitto e il diagramma di redditività
Un’ impresa che entra in un mercato con un certo prodotto deve avere un utile della sua vendita e, in genere, quello che si ricerca ovviamente è la combinazione ideale tra produzione, costi e ricavi che possa massimizzare il profitto.Chiamiamo utile netto o anche più comunemente profitto, la differenza tra il ricavo totale e costo totale.
Nella rappresentazione grafica della funzione profitto, il bep è rappresentato dal o dai punti di intersezione con l’asse delle ascisse, dove poi si evidenzieranno la zona di utile o di perdita.
Nella situazione del mercato di concorrenza perfetta, si rappresenta tutto tramite una retta.
Esempio
Per produrre un certo bene un’ azienda, la cui capacità produttiva è di 5000 pezzi, sostiene costi fissi pari a 29880 e costi variabili pari a 20 euro al pezzo; immette il bene sul mercato al prezzo di 56 euro.Scriviamo la funzione profitto, disegniamo il diagramma di redditività e analizziamo la situazione.
La funzione del costo totale è: C=29880+20q
La funzione del ricavo è: R=56q
La funzione del profitto è quindi:
U=56q-(29880+20q)=36q-29880
Con 0<=q<=5000
Costruiamo il diagramma di redditività rappresentando la funzione U.
Il bep è il punto d’intersezione con l’asse delle ascisse che si trova risolvendo l’equazione 36q-29880=0 con q=830.
La perdita ovviamente si rappresenterà per 0<=q<830 e quella di guadagno per 830<q<=5000 e invece il massimo profitto ovviamente si detrarrà da q=5000 e la U=150120.
Fonte: Matematica per istituti tecnici economici 4.
Editore: Atlas.
Autori: Marzia Re Fraschini Gabriella Grazzi e Claudia Spezia.