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Promessi Sposi, capitolo 28 – Analisi Pag. 1
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Sintesi

Capitolo 28 Promessi Sposi - Analisi


Innanzitutto, è bene distinguere i frangenti del capitolo legati alla storia, ossia a tutto quello che può essere ricondotto alla realtà (avvenimenti, personaggi, riferimenti al territorio), da quelli legati alla fantasia dell'autore (romanzo): in questo caso, il capitolo è interamente costituito da fatti storici realmente accaduti a cavallo tra gli anni 1628 e 1629 nel ducato di Milano e nei dintorni.

I personaggi principali, invece, sono rappresentati da:
- don Gonzalo, governatore di Milano, che si mostra totalmente incompetente e incapace di gestire la situazione, specialmente nel momento in cui in merito alla peste si dice fiducioso nella Provvidenza, ma ignora l’esortazione del medico Alessandro Tadino e così viene sostituito da Ambrogio Spinola; inoltre, in lui viene rispecchiato il totale sbando delle forze politiche, non all’altezza della situazione;
- il cardinale Borromeo, che si dimostra una sorta di “mosca bianca” della situazione, in quanto con le sue donazioni riesce a dare ancora un briciolo di speranza a una popolazione completamente avvolta dalla disperazione; tuttavia i suoi sforzi, sebbene importanti, non riescono a risolvere tutti i problemi della popolazione;
- il popolo, di cui viene evidenziata la totale disperazione per le condizioni di degrado in cui si ritrova; c’è anche da dire, come sottolineato dal Manzoni quando si sofferma sullo spreco di materie prime, che questa condizione difficile è in parte dovuta proprio alle azioni irresponsabili dei cittadini (oltre alle politiche scellerate del governo);

I luoghi in cui si svolgono le vicende sono principalmente 2: il lazzaretto, uno spazio chiuso che si erge al di fuori di Milano, dopo la Porta Orientale, di forma quasi quadrata e che è costituito da quasi 300 stanze; al suo interno vengono portate le persone bisognose per evitare contagi, ma alla fine le condizioni di vita all’interno di esso risultano comunque insopportabili, causando la morte di centinaia di popolani.
L’altro luogo in cui prendono piede gli avvenimenti è rappresentato dalle vie della città, che ancora una volta rispecchiano la totale disperazione e la difficoltà di molte persone, di cui alcune muoiono di fame e altre di stenti.
Infine, tra i numerosi temi individuabili in questo capitolo, i più significativi sono 3:
- il male, che quando arriva non guarda in faccia nessuno, colpendo chiunque, dai nobili ai più poveri; come detto in precedenza, esso nasce sia da cause esterne, ma non è da trascurare il ruolo che occupano quelle interne: infatti, in questo caso, sono proprio molti di coloro che si ritrovano per la strada ad averlo causato;
- la guerra, vista come devastatrice di quel poco che era rimasto: da una parte i cittadini in fuga, dall’altra i soldati all’attacco, lo scenario creatosi è a dir poco agghiacciante;
- la carestia, che in questo caso è spesso collegata alla morte di molte persone ed è in parte dovuta ai comportamenti dei cittadini e in parte alla scelleratezza delle gride emanate in quel tempo.
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