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Analisi del capitolo 38 dei Promessi Sposi
Innanzitutto, è bene distinguere i frangenti del capitolo legati alla storia (personaggi realmente esistiti, avvenimenti riporti da fonti ufficiali e cenni al territorio e/o al paesaggio) da quelli legati alla fantasia dell'autore (romanzo): i secondi coprono quasi la totalità del capitolo (personaggi principali + vicende generali), mentre per i primi ci si può ricondurre agli sporadici riferimenti del narratore all’aspetto storico-geografico (peste, situazione economica, Bergamo).
Invece, i principali ultimi “attori” del Romanzo sono:
- don Abbondio. che in questo capitolo si presenta come il vero e proprio fulcro delle vicende: inizialmente si dimostra timoroso e poco incline alla proposta di Renzo, per non dire egoista e carente di fiducia nei suoi confronti; in seguito, però, si fa sempre più loquace e scanzonato, complice anche la grande ironia del Manzoni nel cogliere ogni sua sfaccettatura comica.
Allo stesso tempo, però, su un piano puramente di analisi, il suo personaggio è molto statico, in quanto rimane fermo nelle proprie convinzioni: rimane immutato l’egoismo e la paura, e addirittura emerge da parte sua una concezione distorta della Provvidenza e molto superficiale;
- Renzo, che si dimostra alquanto, per non dire eccessivamente, amareggiato per i comportamenti dei paesani nei confronti della “sua” Lucia; invece, nella parte finale del capitolo emerge il suo impegno per i figli per garantire loro un avvenire sereno, come testimoniato dai suoi numerosi insegnamenti (che ripercorrono le sue vicissitudini all’interno del Romanzo, come un “recap”);
- Lucia, che si dimostra a primo impatto, nonostante la gioia, molto introversa nei confronti di Renzo durante la sua visita; emerge anche nella parte finale del capitolo, con il discorso sui guai, la sua profondità interiore, che ne fa una persona alquanto attenta e intelligente nonostante lo “status” di contadina;
- Agnese, impegnata con i suoi nuovi nipotini, viene descritta con molta ironia dal narratore, ma ne emerge un grande affetto nei confronti dei “cattivacci”;
la mercantessa, da subito affabile e loquace con tutti, dimostra la sua ingegnosità e caparbietà nel provare a convincere don Abbondio per il matrimonio, nonostante il fallimento dell’impresa;
- il marchese, che si dimostra pronto a riparare i torti di don Rodrigo nei confronti degli sposi, come dimostra con l’acquisto a prezzi alti delle loro umili dimore e del poderetto di Renzo; inoltre, su consiglio di don Abbondio, si impegna a mettere una buona parola per Renzo onde evitare futuri guai con la giustizia.
Inoltre, i luoghi in cui si sviluppano le vicende sono la canonica di don Abbondio, teatro di un’esplosione del personaggio a 360°, sottolineata soprattutto dalla grande loquacità e dall’ironia tipica del Manzoni nei suoi confronti, e Bergamo, in cui si prospettano delle “difficoltà” per Renzo per i pareri dei cittadini sull’aspetto di Lucia, che lo stesso accetta con evidente malumore; tuttavia, rappresenta (insieme alla località poco fuori dove si stabilisce Renzo) anche il lieto fine della storia per i promessi e la loro nuova famiglia.
Infine, i temi trattati all’interno del capitolo sono 2:
- la chiusura del cerchio e il termine del Romanzo, rispecchiato dalle nozze dei promessi e dei nuovi orizzonti che si profilano per loro e gli altri personaggi: un viaggio lungo e intenso, ma che ha portato a un lieto fine;
- i guai e le disavventure, come citato alla fine del capitolo con la riflessione di Renzo e Lucia: come sottolineato, essi prima a poi arrivano a bussare alla porta di chiunque, ma è sempre bene affrontarli affidandosi alla Provvidenza (emerge la profonda religiosità che ha caratterizzato l’intero Romanzo, uno dei più grandi ideali manzoniani).