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Promessi Sposi, capitolo 33 – Analisi Pag. 1
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Sintesi

Analisi del capitolo 33 dei Promessi Sposi


Innanzitutto, è bene distinguere i frangenti del capitolo legati alla storia (avvenimenti riportati da fonti ufficiali, personaggi realmente esistiti, cenni al territorio e/o al paesaggio) da quelli legati alla fantasia dell'autore (romanzo): in questo caso, per i primi ci si può ricondurre ai riferimenti storici e a quelli geografici, oltre a tutto ciò che è inerente all’epidemia di peste nel milanese, mentre i secondi occupano la maggior parte del capitolo in quanto rappresentati dalle vicende generali e da personaggi non realmente esistiti.

I principali “attori” di questo frangente sono:
- don Rodrigo, che è moribondo a causa del contagio da peste e viene tradito dal Griso (con cui è a dir poco furioso), suo servo più fedele su cui ha riposto tutta la sua fiducia; inoltre, è in preda a molti incubi e tormentato da numerosi sintomi (arsura, stanchezza e respiro affannoso), oltre che soggetto alle violenze dei monatti, che lo derubano dei suoi averi e si spartiscono il bottino con il Griso;
- il Griso, che si dimostra traditore nei confronti del padrone, del quale nutriva fin da subito qualche sospetto riguardo il contagio; tuttavia, le sue scorrerie durano ben poco, in quanto (ingenuamente, toccando le vesti del padrone) va anch’egli incontro alla peste e viene derubato dei suoi averi in un’osteria, per poi morire qualche giorno più tardi:
- Renzo, che si ritiene piuttosto fortunato ad essere riuscito a guarire dalla peste in pochi giorni e senza gravi conseguenze e man mano riesce a recuperare il vigore giovanile, grazie anche al quale possiamo definirlo “odeporico”, ovvero una persona in cammino, in questo caso per tornare a Milano (passando per il suo paese) e reperire notizie su Lucia;
- don Abbondio, che si dimostra timoroso nei confronti di Renzo, tanto da chiedergli con insistenza di andare via dal paese per paura di ritorsioni verso di lui da parte di don Rodrigo; ci viene comunicato da lui stesso di essere venuto incontro alla peste (e a riguardo, anche la descrizione del narratore offre dei buoni indizi), che l’ha toccato a livello fisico dato che ne porta ancora i segni, mentre a livello caratteriale sembra essere rimasto la persona di sempre;
- l’amico d'infanzia di Renzo, che si dimostra sin da subito ospitale verso di lui e gli riferisce alcune notizie sugli avvenimenti più recenti della zona portando Renzo ad avere delle informazioni fondamentali per la prosecuzione del cammino.

Inoltre, i luoghi in cui si svolgono i fatti raccontati sono i seguenti:
- il palazzotto di don Rodrigo, teatro di violenze e tradimenti ai danni del signorotto; tra l’altro, in questo capitolo, riflette più che altro la debolezza del signore moribondo, in perfetto contrasto con l’idea precedente di luogo austero e simbolo della potenza di don Rodrigo che se ne era data nei precedenti;
- le vie dei paesini attraversati da Renzo lungo il suo cammino, simbolo del viaggio di quest’ultimo e della scoperta di nuovi scenari;
la casa dell’amico d’infanzia di Renzo, che rispecchia l’ospitalità; può essere ben collegata alla casa del sarto in cui, invece, era stata Lucia a trovare ospitalità dopo il rapimento dell’innominato nei capitoli precedenti;

Infine, i temi trattati nel capitolo sono essenzialmente 2:
- la violenza, che in questo caso si identifica con il tradimento ai danni di don Rodrigo; tutto ciò, a pensarci bene, non è poi così strano, dato che il suo rapporto con il Griso era solamente basato su una convenienza reciproca, e quindi facile da sgretolarsi;
- il viaggio, che porta Renzo a fare nuove scoperte e a incontrare persone di cui non aveva notizie da tanto tempo, arrivando addirittura a rispolverare l’amicizia instaurata con l’amico d’infanzia che gli offre ospitalità durante lo stesso viaggio.
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