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Riassunto del capitolo 2 dei Promessi Sposi
Il secondo capitolo dell'opera riprende dalla notte che don Abbondio sta per trascorrere; è citata una similitudine tra don Abbondio e il principe di Condé, che si coricava pressoché tranquillo nonostante la battaglia (Rocroi, 19 maggio 1643) del giorno seguente; invece, dal canto suo il curato si presenta molto agitato, sebbene il suo incarico consista “solo” nel riferire ai due sposi la situazione, ma allo stesso tempo egli è pienamente consapevole delle possibili reazioni che potrebbero scaturirvisi, soprattutto da parte di Renzo.
La mattina seguente fa la sua comparsa Renzo, un giovine orfano dei genitori sin dalla nascita che ricopre il ruolo di massaio e dispone anche di un poderetto; egli è divenuto economicamente "agiato" grazie al duro lavoro negli anni. È molto felice e pimpante in vista del matrimonio, quindi si reca dal curato per capirne l’organizzazione da lì in avanti.
Tuttavia, don Abbondio lo accoglie in modo strano e Renzo, percependo ciò, cerca di capirne la causa; dal canto suo il parroco risponde facendo uso del latinorum e alludendo ad alcune complicazioni, senza però entrare nei dettagli.
Alla fine dice a Renzo di riferire a Lucia di un suo sbaglio; durante il tragitto, lo sposo riflette su quanto appena avvenuto, e nasce in lui la necessità di cercare ulteriori risposte, per le quali si riferisce a Perpetua, scorta in quel momento appena rientrante nella canonica di don Abbondio stesso.
La governante conferma il suo presentimento di un disegno ordito in precedenza (= il giorno precedente, in cui era avvenuto l'incontro tra don Abbondio e i bravi), di cui precisa che la colpa non è del curato, ritenuto troppo buono, ma di alcuni prepotenti.
Tuttavia, le sue rivelazioni si fermano a questo punto: perciò, per conoscere l’identità di tali figure, Renzo torna da don Abbondio con fare minaccioso.
Lo prende alla sprovvista e gli intima di rivelargli ogni cosa, mettendo addirittura mano al coltellino; il curato prova a giustificarsi, ma alla fine è costretto a confessare e a pronunciare il nome di don Rodrigo.
A questo punto, egli passa all’attacco con uno sfogo liberatorio dopo la reazione di Renzo, con un tono così acceso che induce quest’ultimo ad assumerne uno sommesso; così, il giovine si reca da Lucia per riferirle l’accaduto e nel frattempo è riferito un altro accesissimo confronto tra il curato e Perpetua, al cui termine egli si corica assalito da un febbrone.
Quindi Renzo si reca da Lucia e nel mezzo del tragitto viene assalito da pensieri contrastanti: da una parte, la voglia di vendetta verso don Rodrigo, e dall'altra la tranquillità al solo pensiero di rivedere Lucia.
Giunto a destinazione, fa chiamare la sposa (da sottolineare l'aiuto della piccola Bettina), di cui si delinea un breve ritratto; a questo punto, ella si dirige da Renzo, a cui fa intendere di essere già al corrente di alcuni fatti a lui oscuri. Dunque, il capitolo termina con la predisposizione a questo nuovo dialogo tra i due promessi sposi.