La vita e l'eredità letteraria di John Steinbeck: un viaggio tra successi e lotte sociali

Infanzia e formazione di Steinbeck

John Ernst Steinbeck nacque nel 1902 a Salinas, in California, da una famiglia modesta. Tra il 1920 e il 1925, frequentò la Stanford University, e contemporaneamente, per mantenersi, lavorava come bracciante agricolo.

Primi successi letterari

Pubblicò tre romanzi tra il 1929 e il 1933, ma fu solo il quarto (Tortilla flat, 1935) che raggiunse il successo. Seguirono In dubious battle, (1936), Of mice and men, (1937) e infine The Grapes of Wrath (1939), che gli valse il riconoscimento pubblico e il Premio Pulitzer.

Carriera di corrispondente di guerra

Assunto come corrispondente di guerra per il New York Herald Tribune nel 1943, i testi che scrisse in questa occasione furono raccolti e pubblicati nel 1958 con il titolo Once there was a war. Autore prolifico, pubblicò diversi romanzi e racconti – tra cui East of Eden (1952) e, nello stesso anno, la sceneggiatura del film di Elia Kazan Viva Zapata! – fino al 1962, quando ricevette il Premio Nobel per la letteratura "per i suoi scritti realistici e fantasiosi, che combinano umorismo compassionevole e acuta percezione sociale". Il suo ultimo libro, una raccolta di saggi intitolata America and Americans, fu pubblicato nel 1966, due anni prima della sua morte a New York. Nel 1976, The acts of King Arthur and his noble knights fu pubblicato postumo, in cui Steinbeck rivisitò la leggenda arturiana basata sul lavoro di Thomas Malory.

Il successo di The Grapes of Wrath

Il titolo si riferisce a una canzone estremamente popolare negli Stati Uniti e risalente alla Guerra Civile: The Battle Hymn of the Republic che inizia: I miei occhi hanno visto la gloria della venuta del Signore / Egli sta calpestando l'annata dove sono conservate le uve dell’ira. L'autore di questo inno traccia un parallelo tra la guerra civile appena iniziata e il Giudizio Universale annunciato dal Nuovo Testamento. L'immagine delle "uve d'ira" è anche direttamente ispirata da un versetto del libro dell'Apocalisse: "L'angelo, allora, gettò la falce sulla terra, mieté la vite della terra e gettò la messe nell'immenso tino della furia di Dio".

Trama del romanzo

Il romanzo si svolge durante la Grande Depressione che interessò gli Stati Uniti durante gli anni '30, e si apre con la scarcerazione di Tom Joad, che ha appena ottenuto la libertà condizionale e che fa l'autostop per unirsi alla fattoria di famiglia, in Oklahoma.

Lungo la strada, incontra Jim Casy, il suo pastore d'infanzia; spiega a Tom che ha smesso di predicare poiché "lo spirito del Signore non è più in lui" e ora preferisce meditare mentre cammina per le strade. Tom e Casy camminano insieme verso la fattoria Joad ma, quando arrivano, i due protagonisti la trovano deserta, e apprendono da un vicino che tutti i contadini della zona sono stati espropriati dai banchieri e cacciati via dai trattori; La famiglia di Tom si trasferì un po' più lontano a casa dello zio John.

Tom raggiunge i suoi familiari il giorno dopo, e li trova pronti a lasciare l'Oklahoma per tentare la fortuna in California; anche se gli è proibito farlo secondo i termini della sua libertà vigilata, Tom si unisce a loro.

Il viaggio dei Joad

Inizia poi il grande esodo di Joad che, come migliaia di loro compagni, prenderà una strada che diventerà famosa, "la grande strada del West", la Route 66. All'epoca, non aveva ancora il personaggio mitico che conosciamo oggi, e che deve molto al romanzo. E se Steinbeck la chiama la Mother Road (il soprannome è rimasto fino ad oggi), è soprattutto per lui "la strada dei rifugiati, di quelli che fuggono dalla sabbia e dalla terra ridotta, il fragore dei trattori, le proprietà tagliate, la lenta invasione del deserto a nord, i tornado che ululano attraverso il Texas, inondazioni che non fertilizzano la terra e distruggono quel poco di ricchezza che vi si potrebbe trovare".

Disillusione e ingiustizia

Prendendo questa strada, i Joad pensano di dirigersi verso il paradiso californiano. Molto prima di arrivare sulla costa, però, si disilluderanno presto e si renderanno conto che, in questo paradiso, gli "Okies", il soprannome dispregiativo dato a chi viene dall'Oklahoma, non sono i benvenuti, anche – e soprattutto – quando sono disposti a lavorare sodo per guadagnare qualche centesimo.

Solidarietà e sacrificio

I Joad subiranno allora l'ingiustizia più spaventosa, quella che permette a un vicesceriffo di picchiare un uomo con qualsiasi pretesto e a un grande proprietario terriero di sfruttare i lavoratori, senza alcuno scrupolo. Ma scopriranno anche l'aiuto reciproco, la solidarietà e la capacità di alcuni di sacrificarsi per gli altri, per restituire un po' di giustizia e di speranza.

La rabbia degli oppressi

Steinbeck sembra non fidarsi, né di Dio, né degli angeli per attivare la vendetta: quelli che se ne prenderanno cura sono tutti gli umiliati, gli sfruttati, quelli che faticano tutto il giorno senza riuscire a sfamare i propri figli mentre altri si ingrassano sulla schiena, quelli che vengono picchiati per aver osato pretendere uno stipendio anche un po' meno indecente... È infatti "nell'animo di [questa] gente" che "l'uva dell'ira si gonfia e matura, annunciando il raccolto imminente".

Personaggi simbolici

Questa rabbia matura è principalmente portata nel romanzo da due personaggi: Jim Casy e Tom Joad. Casy, il pastore che abbiamo già visto "non sente più la chiamata" a predicare, alla fine ne troverà un altro e metterà la sua parola al servizio degli oppressi. L'ex uomo di Dio che si è fatto scioperante e che, in un gesto quasi cristico, si sacrifica per i suoi simili... siamo lontani dagli angeli e dalla "gloria della venuta del Signore"! Per quanto riguarda Tom Joad, la cui rivolta contro l'ingiustizia lo spingerà a uccidere un uomo, fa il seguente giuramento a sua madre, poco prima di fuggire:

Questa tirata ha ispirato molti artisti identificandosi con la lotta guidata da Tom Joad, di Woody Guthrie, precursore della canzone di protesta americana.