Concetti Chiave
- Elsa Morante fonde realismo e simbolismo mitico in "L'Isola di Arturo", rendendo Procida un luogo sia reale che fantastico.
- Arturo vive un'infanzia di assoluta libertà sull'isola, idealizzando il padre e vivendo in una dimensione magica e rassicurante.
- La narrazione adulta di Arturo esplora temi di destino e maturità, mentre la scrittura mescola lingua colta e dialetto.
- L'infanzia di Arturo, segnata da amore, solitudine e scoperta, evolve in una consapevolezza della storia e della morte.
- Il distacco da Procida segna il passaggio di Arturo dalla realtà dell'isola a un simbolo interiore e una consapevolezza di vita.
L'isola e i suoi simboli
Un'isola richiama alla mente l'universo dei sogni e delle immagini. Così pure scomoda gli eroi dei miti e i simboli più ancestrali. Ingoia nostalgie e produce visioni, dirige partenze e attrae arrivi. Possiede moto proprio che è la controdanza alle onde e luce propria - risucchi e riverberi del mare. Può specchiarsi ritrovando se stessa e quindi rigenerarsi. Affermare il suo esistere nonostante, farsi eco e nome, accerchiata dall'indicibile. È balena che zampilla nel mare, ventre materno possessivo autogenerante: ispiratrice e vendicativa. Perché dà la vita e reclude, propone cammini che finiscono poi tutti a mare. Apre orizzonti. Dove il buio è ancora più colore si fa stella polare ai naviganti. E paesaggio della memoria per chi ha deciso di lasciarla.
Il sortilegio dell'isola di Arturo
Il sortilegio dell'isola Se leggete L'isola di Arturo (1957), vi accorgerete quanto Elsa Morante sia riuscita a fondere realismo e allusione mitico-simbolica e a fare di Procida luogo reale e fantastico insieme. È libro propiziatorio, fondamento, ala che protegge e ti lancia nel profondo, fuori dall'aria. Prendono forma in esso tempo e spazio del meraviglioso.
La chimera e l'adolescenza
La chimera I nuovi misteri che intravedevo, gli annunci inquietanti, indecifrabili, e i miraggi, gli addii dell'infanzia e della mia piccola madre morta e ripudiata, tornavano a ricomporsi nell'antica chimera multiforme che mi incantava. Questa chimera adesso mi rideva con altri occhi, tendeva altre braccia, e aveva diverse preghiere, voci, sospiri; ma non mutava il suo fatato velo: l'ambiguità che mi imprigionava nell'isola come una ragnatela iridescente. Le tappe scandite dalla storia passano attraverso "l'età ingrata" e la scoperta dell'amore. Amore come privazione, solitudine, fantasia e tristezza. L'universo simbolico dell'amore e della bellezza salvifica si traduce nel tema del bacio (il "bacio fatale") con alcune sequenze attese e mai risolte. Il salto verso la maturità sta proprio in questo grumo simbolico che è carenza d'affetto, desiderio di incesto, sete di conoscere, irrequietezza della luce. La bellezza-innocenza dell'isola attraverso questa iniziazione che è fatta di turbamenti e sguardi (come quello della matrigna, "umido e meraviglioso, intinto di un vapore azzurro") porterà Arturo alla consapevolezza della storia (gli echi della guerra mondiale) e quindi della morte che va affrontata come una prova.
Il distacco e la consapevolezza
Il distacco da Procida, sofferto perché "un incanto disperato mi tratteneva lì", porta alla consapevolezza della vita, del suo crescergli dentro e quindi allo svelamento di un sogno. L'isola non è più fortezza reale, ma incantesimo spezzato, luogo della mente, simbolo, paesaggio interiore. L'altra metà del sogno. Non mi va di vedere Procida mentre s'allontana e si confonde, diventa come una cosa grigia... Preferisco fingere che non sia esistita.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato simbolico dell'isola in "L'Isola di Arturo"?
- Come viene descritto il rapporto di Arturo con il padre?
- Quali sono i temi principali esplorati nel romanzo?
- In che modo l'isola di Procida è rappresentata nel romanzo?
- Qual è il ruolo della scrittura e del linguaggio nel romanzo?
L'isola rappresenta un universo di sogni e immagini, un luogo reale e fantastico che evoca miti e simboli ancestrali, fungendo da paesaggio della memoria e simbolo di crescita e scoperta.
Arturo vede il padre come un eroe mitico, bello e invincibile, incarnando l'ideale dell'eroe e del dio, nonostante il suo carattere scontroso e inarrivabile.
I temi principali includono il destino, l'adolescenza, la scoperta della maturità e della morte, l'amore come privazione e solitudine, e il passaggio dall'infanzia alla consapevolezza adulta.
Procida è descritta come un luogo magico e mitico, con luoghi simbolici come la casa-castello e il penitenziario, che attraggono e sgomentano Arturo, e il mare che rappresenta libertà e mistero.
La scrittura fonde lingua colta e dialetto, creando un impasto linguistico suggestivo che sfugge al neorealismo, con citazioni da Saba, Rimbaud e Mozart, arricchendo il testo di riferimenti culturali e simbolici.