Concetti Chiave
- Anna Cerasoli utilizza una fiaba per dimostrare che chiunque può imparare la matematica con determinazione e volontà.
- I protagonisti, tre asinelli, si impegnano a trasformare una vecchia fattoria in un ambiente moderno, evidenziando l'importanza della matematica pratica.
- Il racconto è intervallato da quesiti matematici che incoraggiano i bambini a esercitarsi con la matematica in modo divertente.
- La storia sfida i pregiudizi, mostrando che anche chi è considerato "asino" o con "cervello di gallina" può eccellere nell'apprendimento.
- La morale sottolinea che la matematica è accessibile a tutti e che le scuole dovrebbero accogliere ogni tipo di studente.
Tre asinelli, Bello, Bullo e Snello, girano il mondo finché incontrano tre asinelle e mettono su una fattoria, anzi trovano una vecchia fattoria dove vivono dei vecchietti che non riescono a fare più niente e si mettono di impegno per farne una moderna fattoria.
“Cari amici asinelli, siamo quattro vecchietti, quattro bocche da sfamare, otto braccia per lavorare. Voi siete sei, perciò sei bocche da sfamare, ma quante zampe per lavorare? Nessuno riuscì a fare il conto, però tutti furono d'accordo che le zampe erano 4+4+4+4+4+4. Tu sai quante sono in tutto le zampe degli asinelli?”
Il racconto viene interrotto qua e là da quesiti, indovinelli ed esercizi di aritmetica che il genitore o la maestra può porre ai bambini, perché la matematica è dappertutto e bisogna esercitarla in continuazione, anche quando si leggono le fiabe. Ma per portare avanti la fattoria non bastano le braccia e le zampe, bisogna appunto saper far di conto e saper risolvere problemi di “alta economia”.
E' così che uno degli asinelli è costretto ad andare a scuola pur sapendo che gli asini non sono graditi a scuola. Sulla porta del direttore, infatti, un cartello ammonisce: “Guai agli asini”. Ma per fortuna c'è un equivoco: “noi abbiamo dichiarato guerra alle persone asine, non agli asini in persona” dice il Preside. E allora il Preside cambia il cartello: ”Chiunque tu sia, benvenuto a scuola!”
E che dire delle galline con il cervello da gallina? “Vi racconto la mia storia, dice una di esse. Quando sentii il padrone della fattoria in cui sono nata dire a sua moglie “non capisci niente perché hai un cervello di gallina”, giurai a me stessa: a costo di fondermi, per lo sforzo, quel poco cervello che ho, dimostrerò allo zotico che si sbaglia! Imparerò addirittura i numeri e le quattro operazioni. Subito dopo me ne pentii, perché pensai che si trattasse di cose troppo difficili. Ma non ci misi molto a capire che le quattro operazioni erano già nella mia vita.”
Come in tutte le fiabe la morale c'è: asini e cervelli da gallina datevi da fare, la matematica è per tutti. Ma c'è una morale per la scuola: è ora che asini con le orecchie da asino e galline con il cervello di gallina siano anche loro i benvenuti nella scuola.
Domande da interrogazione
- Qual è il messaggio principale del libro di Anna Cerasoli?
- Come viene integrata la matematica nella narrazione della fiaba?
- Qual è la morale della storia riguardo agli asini e alle galline?
- Come viene affrontato il tema dei pregiudizi nella scuola?
Il libro trasmette il messaggio che la matematica è accessibile a tutti, indipendentemente dalle capacità iniziali, e che con determinazione e volontà si possono superare i pregiudizi e le difficoltà.
La matematica è integrata attraverso quesiti, indovinelli ed esercizi di aritmetica che interrompono il racconto, coinvolgendo i bambini nell'apprendimento attivo mentre leggono la fiaba.
La morale è che anche chi è considerato "asino" o ha un "cervello di gallina" può imparare e avere successo nella matematica, promuovendo l'inclusione e l'accettazione nella scuola.
Il tema dei pregiudizi è affrontato attraverso l'equivoco del cartello "Guai agli asini" che viene cambiato in "Chiunque tu sia, benvenuto a scuola!", sottolineando l'importanza di accogliere tutti gli studenti.