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Sintesi
- Inizia la riflessione sul romanzo, una novità che entra nel genere latino. Il “Satyricon” di Petronio è un esempio. Lo definiamo romanzo ma questa parola non arriva dalla letteratura latina. Prendiamo parole da altri generi ma non lo definiamo. È informazione in divenire. Nasce tardi e si evolve.

- I problema: “Satyricon” non è il titolo esatto, la dizione dovrebbe essere "Satyrica Librae". Non dà molte indicazioni. "Ycon" è il suffisso, "satir" può essere riferito ai Satiri. Si può ricollegare alla satira ma non si può fare questo collegamento, ci sono dei limiti. Si fa fatica a capire a cosa sta guardando questo libro.

- II problema: sapendo chi è l’autore possiamo capire quando è stato scritto, è un’opera dell’età Neroniana anche se è un’ipotesi. I codici che hanno tramandati quest’opera non interamente: abbiamo solo parte del quattordicesimo e del sedicesimo libro mentre il quindicesimo lo abbiamo per intero. Il quindicesimo libro narra della cena di Trimalcione. Questo estratto viene tramandato col nome di "Petronius Arbitrer", cioè l’autore. Tacito ci racconta di un Petronio funzionario della corte di Nerone e nella sua descrizione ci dice che è un uomo di buon gusto, considerato l’Arbitrer Elegantiae di Nerone. È stato un funzionario che nel 62 è stato console, coinvolto nella congiura dei Pisoni a cui non partecipò ma aveva dei contrasti con Nerone e nel 66 si dovette suicidare. Rompe l’anello con sigillo prima di suicidarsi affinché non si possa più usare e vengono stillati atti contro la sua volontà. Tacito non dice dell’attività di scrittore di Petronio ed è stata una delle obiezioni nell’identificare l’autore. Tacito scrive però anche della morte di Seneca e non dice niente della sua attività di scrittore, eppure sappiamo che ha scritto. Tacito è interessato alla storia pubblica e politica, non all’attività di scrittore.

- III problema: si trovano delle espressioni della lingua che secondo i critici non apparteneva all’età neroniana. Dal punto di vista linguistico non era di quel periodo. Adesso la lingua però non è più un problema perché studiando si è capito che usa una lingua del popolo, non letteraria. Usa una lingua ordinaria ma che fino al II secolo d.C. è una lingua non letteraria che Petronio per scelta fa usare ai suoi personaggi. Nei grafiti di Pompei si sono visti punti di contatto con la lingua usata dalle persone umili di Petronio. Tacito descrive il suicidio facendo la parodia del suicidio di Seneca. Fa un banchetto, invita gli amici e si diverte, rallenta il periodo della morte, muore da esteta. Anche lui non voleva il ritorno della repubblica. Critica quello che non è bellezza, cioè l’amore per una cortigiana, Petronio è un esteta. I nomi dei personaggi sono i nomi tipici della corte di Nerone e ci sono cose legate alla vita di Nerone, scene di vita di quel periodo, dei gusti della corte di Nerone e alcune situazioni letterarie. Sulla presa di Troia Nerone aveva scritto un poemetto epico ed è inserito, sempre come inserto, il Bellum Civile di Lucano (nel tema epico ci vogliono gli dei non come sosteneva Lucano).
Estratto del documento

greco ultimamente viene visto come mezzo di difesa dei principi della cultura

greca. Si trovano citazioni, esempio il tema del viaggio e delle sventure come

l’Odissea. Il rapporto col tempo, la dimensione come evento che accade

all’improvviso. Si sta dicendo una condizione dell’uomo, la fortuna, la sorte. La

difesa della cultura greca, dove l’uomo si sente fragile. Il romanzo greco è

letteratura di consumo per chi non ha esperienza di cultura, chi invece ha un

bagaglio di cultura lo legge in modo differente. Il Satyricon è l’amore tra Gitone

ed Encolpio, mentre nel romanzo greco i personaggi sono pudichi e c’è il patos,

lo scrittore è dalla parte della coppia, in Petronio vediamo che i personaggi non

sono separati ma sono sempre insieme vivono tutte le disavventure ma nella

prima parte c’è Ascilto che ama Gitone quindi è un punto di divisione. Nella

seconda parte c’è Eumolpo che si mette tra la coppia, fisicamente non sono mai

separati ma non coroneranno mai il loro amore. Non riusciamo a partecipare a

questa disavventura, non ci si affezione. È il ribaltamento del romanzo greco. Lo

spazio è indefinito nel romanzo greco mentre Petronio ambienta la storia in una

graca urbs nella Magna Grecia e poi a Crotone. Troviamo i luoghi della città,

società romana ai tempi di Nerone. C’è la scuola di retorica con Agamennone.

Quando c’è una situazione complicata mette Eumolpo che compone. Affresco

della società romana in quel periodo. Ci sono delle micro citazioni letterarie,

esempio: Encolpio viene riconosciuto dai genitali, Odisseo viene riconosciuto

dalla cicatrice. Il contesto è quello della parodia come quando fa poetare

l’Eneide a Eumolpo. Saggi poetici fuori luogo. Incontrano anche i cacciatori di

eredità che vezzeggiano i vecchi per poter avere i soldi. Eumolpo, vecchio, si

finge ricco e gli altri fanno finta di essere gli schiavi, quando poi fa il testamento

e scoprono che non è ricco, i giovani la fanno pagare ai nostri personaggi ed

Eumolpo si mette a comporre il Bellum Civile.

La fabula milesia: un genere letterario minore che era arrivato a Roma dal II

 secolo a.C. è un racconto breve in cui viene raccontato un godimento sessuale.

L’episodio della matrona di Efeso può essere paragonato a una fabula milesia

sia per il contenuto sia per la lunghezza. (pg 255). Tema della donna di facili

costumi, prende in giro la figura della matrona romana. “In quel tempo, il

governatore della provincia condannò alcuni ladroni ad essere crocifissi” ripresa

dal vangelo. “Combatter vuoi tu proprio un amor che ti aggrada?” ripresa dal

dialogo tra Anna e Didone (Eneide 4). Il soldato non solo la convince a mangiare

e bere, quindi vincendo la prima battaglia, ma riesce a far sì che la donna si

conceda quindi vince ancora. Sono stati assieme tre giorni. Un uomo crocefisso

viene tolto dai parenti che si sono accorti che il soldato non sta facendo il suo

compito e la mattina i due amanti vedono che non c’è il corpo (cit.

resurrezione). È stato rapito il corpo e il soldato vuole combattere ma la donna

dice “crocifiggiamo mio marito” fanno così per poter continuare il loro amore. La

fabula deve suscitare il riso. Viene presa in giro la storia d’amore tra Enea e

Didone, è una parodia. Parodia anche dal vangelo, della resurrezione di Cristo.

La fabula milesia è per far ridere, il romanzo eccede la fabula perché c’è molto

di più di questo episodio.

Satira menippea: (pg 207) abbiamo un esempio di Seneca “Apokolokyntosis”

 è l’elogio alla morte di Claudio del 54. Nerone deve celebrare l’elogio funebre di

Claudio, il titolo ha dentro la parola zucca e quindi è la deificazione di uno

zuccone. Seneca si riprende una rivincita con questa presa in giro. Claudio era

edito al gioco quindi gioco a dadi ma è stupido nel farlo. Il testo è intessuto di

micro citazioni letterarie. Nella satira menippea c’è la parodia letteraria e la

forma del prosimetrum cioè prosa e inserti poetici. Queste due tematiche le

troviamo nel romanzo di Petronio. Tutti i contenuti di questa morte, perché

Claudio aveva rovinato tutti gli abitanti. Mette a giudizio un personaggio

tratteggiato in modo che sia riconoscibile. Ridere dei difetti di questi personaggi

ma il romanzo latino eccede.

Mimo: una forma di teatro popolare con lo stesso tema della fabula milesia, non

 aveva nessuna forma letteraria, è solo mettere in scena per tutti i popolani.

Satira: prende in giro degli stereotipi o dei personaggi con lo scopo di mostrare

 comportamenti scorretti e insegnare. In petronio c’è una satira incompiuta

perché non c’è uno scopo educativo quale invece era lo scopo della satira. Non

vuole essere moralizzatore dei costumi della società.

Encolpi si sente perseguitato da Priapo (dio del sesso) come Odisseo si sentiva

perseguitato dal Dio del mare. Viaggio della vita, un uomo che ha tanto sofferto, tanto

ha conosciuto. La vita è un viaggio per vivere in consapevolezza. La storia di Petronio

viene detta Odissea dei pitocchi perché non fa un viaggio e le sofferenze non lo fanno

cambiare, un viaggio senza scopo e senza vantaggio. “Cena di Trimalcione” si

imbucano e mangiano cose prelibate mentre consumano questa cena si racconta

dell’angoscia che sale al protagonista ma non la si comprende, sale tanto che lui vuole

fuggire ma non riesce ad uscire e alla fine i vicini per il rumore pensano che ci sia un

incendio, arrivano i vigili del fuoco, abbattono un muro e questi riuscirono ad uscire. La

cosa è presentata come un labirinto, il cuoco si chiama Dedalo quindi vediamo la

citazione al mito. Nella descrizione delle vivande viene raccontato del beccafico cotto

al forno nel pane ma veniva presentato come un uovo, vuole dire che la realtà è

ingannevole e labirintica. C’è l’idea di un viaggio che non conquista ma è come una

fuga da un luogo che opprime come la realtà.

“Cena Trimalchionis” la voce narrante è dentro l’evento stesso. Voce narrante che

coincide con uno dei personaggi, è un punto di realismo nella letteratura latina.

Discute il banchetto, non dà giudizio su Trimalcione ma lo racconta all’interno

dell’azione stessa, a esempio dice che Trimalcione, padrone di casa, arriva a cena

dopo gli altri commensali, vestito in modo da ostentare la ricchezza. Arriva con un

tovagliolo fatto come la toga dei senatori ed è di cattivo gusto. Con gli oggetti che ha

ci viene raccontata una persona di cattivo gusto. Dice di non aver voglia di venir lì,

non c’è ospitalità vuole solo far vedere la sua ricchezza. I personaggi si presentano

anche in base alla lingua, la lingua popolare non riusciamo a datarla, c’è

l’autopresentazione grazie a quello che dicono. Trimalcione prima si pone con un

linguaggio forbito poi quando è ubriaco parla con una lingua quotidiana dei ceti bassi.

Le vivande non sono mai quelle che appaiono. Fa picchiare il servo che aveva fatto

cadere il piatto d’argento e lo fa buttare via tanto ne ha molti. Trimalcione arriva dalla

condizione di schiavo, era lui a essere trattato in questo modo ma vuole prendere le

distanze. Voleva fare il raffinato recitando tre versi ma due sono esametri e uno è

pentametro, non è preparato per fare questa poesia. Questo banchetto è la parodia

dell’ultima cena.

Fortunata, la moglie di Trimalcione, usa un linguaggio non poetico, ci fa capire che

sono dello stesso rango, dichiara ancora chi è e usa frasi fatte. Fortunata prende

parola. La voce narrante è quella di un personaggio, non dà un giudizio ma presenta i

difetti quando i personaggi presentano se stessi, i protagonisti chiedono ad altri di

commentare e raccontare. Si parla di pluristilismo perché ciascuno nel modo di

parlare presenta sé stesso. La voce narrante sempre più interna, chi descrive

Fortunata descrive anche se stesso. Si presenta Fortunata col criterio dei soldi e ci dice

che il criterio di giudizio del commensale è il patrimonio. C’è una vita sottoposta ai

cambiamenti della sorte a partire dai soldi che hai. Criterio del possesso sapendo che

è mutevole, infatti Fortunata era disprezzabile ora è piena di soldi. Ci parla anche di

Trimalcione perché questo commensale parlando male della moglie giudica anche

Trimalcione quindi intensifica l’idea di un uomo di cattivo gusto. Ha scalato le stelle ed

è padrona di Trimalcione. Si cerca di rendere il linguaggio quotidiano, di cattivo gusto e

con frasi fatte. Ha tanti schiavi e alcuni non lo hanno mai visto tanto che possono

confonderlo con gli altri commensali. Trimalcione ha tutto quello che il cuore umano

può volere, dice così perché per lui i soldi sono tutto. Questo commensale lo invidia

ma dice una scusa per far credere che non è così dicendo che Trimalcione ha ancora il

segno dello schiaffo dato quando è stato liberato. L’uomo vale se ha delle ricchezze.

Esempio di realismo, nella cultura classica c’è una concezione che limita il realismo, è

solo loro. Compartecipazione mentre nel mondo classico c’è la separazione degli stili.

“Conclusione e fuga” la concezione dell’uomo che ha. Grazie alle sue doti con

padrone e padrona ebbe l’eredità e iniziò a negoziare. La virtus sono i soldi e i soldi

sono instabili. Investivano sui beni immobili, disprezzavano il commercio per mare

perché era instabile dato che i naufragi erano frequenti. I latifondi rendono meno

adesso perché le derrate alimentari arrivano a un prezzo inferiore da altre parti, il

prodotto italiano costa di più quindi i latifondi iniziano a valere meno. I senatori per far

lavorare i latifondi fanno i debiti, le classi umili che commerciano si costruiscono il

patrimonio e i liberti prestano denaro ai loro vecchi padroni. Ha smesso di

commerciare perché lo ha consigliato un astrologo che gli ha sempre detto la verità o

meglio, lui ci crede. Comincia a emergere il tema della morte anche se lui morirà tra

30 anni come gli ha detto l’astrologo. “Aprì l’ampolla del nardo e ci unse tutti” “Fate

conto di essere stati invitati al mio banchetto funebre”. Riescono poi a uscire grazie al

muro spaccato. Un filosofo aveva visto dei punti di contatto tra il Satyricon e i vangeli

e ipotizzò che i vangeli fossero parodia del Satyricon. 90 anni dopo Padre Ocallagan

lavorò sul rammento di vangelo ritrovato nella grotta di Kuniran, e fece la proposta che

questo era un frammento del vangelo di Marco composto tra 56 e 57d.C mentre era

sempre stato datato a qualche anno dopo. Si tentò d studiare la datazione del vangelo

e del Satyricon di petronio che era stato molto discusso a Roma. Lo studio di Ocallagan

è messo in discussione. Ci sono riferimenti che riportano al vangelo di Marco. Es:

l’unzione col nardo e l’unzione di Betarda. Solo nel vangelo di Marco è scritto che usa

l’ampolla di nardo un profumo che nella tradizione romana era usato dai vivi mentre

nel mondo ebraico era usato per la sepoltura. È strano che Petronio l’abbia usato per

la morte anche se morrà tra 30 anni. Viene presentato come la parodia dell’ultima

cena. Durante questa cena un gallo canto. Index è fuori luogo perché nella lingua

latina viene usato per indicare colui che annuncia un misfatto, questo termine riferito

al gallo è fuori luogo perché il gallo ha un canto di buon auspicio. Trimalcione lo manda

in pentola perché ha portato una cattiva notizia. È la parodia del tradimento di Pietro.

“Città rovesciata di Crotone” arrivano a Crotone e vedono che vivono una

situazione strana perché l’unica attività è il cacciatore di eredità. Eumolpo si finge

ricco, i cacciatori di eredità lo coccolano, scrive il testamento e dice che lascerà

l’eredità a chi mangerà la sua carne, questo gioco gli sfugge e i tre devono scappare

perché i cacciatori non vogliono aspettare e vogliono mangiarselo, mangiare la carne è

una parodia dell’eucarestia. Il Satyricon è parodia del vangelo di Marco.

“Contro l’epica stoica” parodia del vangelo, della cultura, delle micro citazioni

letterarie, dei valori filosofici, delle nuove religioni. Questo uomo vive sballottato dagli

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