Concetti Chiave
- Livio propone due miti sulla morte di Remo: uno lo vede vittima di una rissa, l'altro di un fratricidio per mano di Romolo, il che influisce sulla percezione della fondazione di Roma come violenta.
- I giovani Tarquinii lasciano l'accampamento per verificare la virtù delle loro mogli, spinti dalla sfida di Collatino che elogia la fedeltà di Lucrezia.
- Lucrezia si suicida per preservare il suo onore dopo la violenza subita da Sesto Tarquinio; Collatino e Spurio non la fermano, rispettando i valori sociali dell'onor e del decus.
- Annibale, sebbene noto per i suoi vizi come crudeltà e slealtà, dimostra grandezza sul campo di battaglia, considerato invincibile e temuto dai nemici.
- La mancanza di rispetto per gli dei da parte di Annibale sottolinea il suo senso di superiorità e la fiducia nella propria forza e capacità strategica.
Indice
- Come cambia il modo di interpretare la fondazione di Roma, se Remo è stato ucciso dal fratello oppure è morto nel corso di una rissa?
- Per quali ragioni i giovani Tarquinii decidono di lasciare l’accampamento?
- Per quali motivi Collatino e Spurio Lucrezio non impediscono che Lucrezia si uccida davanti a loro?
- Dimostra la grandezza di Annibale attraverso i suoi vizi
Come cambia il modo di interpretare la fondazione di Roma, se Remo è stato ucciso dal fratello oppure è morto nel corso di una rissa?
Nella “Fondazione”, Livio sceglie di riportare due versioni dello stesso mito per lasciare libertà di scelta al lettore: la prima, nella quale Remo muore accidentalmente durante lo scontro tra le due fazioni e la seconda, nella quale Remo viene ucciso a sangue freddo dal fratello Romolo, quest’ultima versione quella più leggendaria. Chiaramente in entrambi i casi Roma nasce dalla violenza, tuttavia la differenza è abissale: infatti, per una morte avvenuta durante una rissa non si può trovare un vero e proprio colpevole, quando la folla è in tumulto nessuno ragiona veramente, l’agitazione, l’eccitazione e la rabbia si insinuano negli animi e, come nel capitolo de “I Promessi Sposi” che narra la rivolta del pane, la folla assume un comportamento irrazionale che porta a conseguenze spesso tragiche e non necessariamente intenzionali. Analizzando invece il secondo mito, si ha un vero e proprio episodio di fratricidio, Romolo accecato dalla rabbia per lo sgarro subito, uccide Remo. In questo caso Roma nascerebbe quindi da un atto crudele, avvenuto per la sola sete di potere (il malum avitum) del futuro re. Il Malum Avitum, il male degli antenati, ereditato dagli avi Amulio e Numitore e andando ancora più indietro da Enea, è la causa della fondazione della città eterna; questo male però viene tramandato al futuro popolo romano, noto appunto per la mentalità violenta e la predisposizione alla guerra con l’obiettivo di conquistare e sradicare la cultura esistente per creare qualcosa di nuovo e di grande.
Per quali ragioni i giovani Tarquinii decidono di lasciare l’accampamento?
Durante un banchetto nell’accampamento romano, i soldati membri della famiglia reale romana, i Tarquini, si intrattengono parlando delle rispettive mogli: ognuno sostiene di avere la moglie più virtuosa, gli uomini lodano le proprie donne in modo eccezionale, tuttavia Collatino sostiene che la sua Lucrezia sia superiore alle altre e non dubita della sua fedeltà. Dopo una lunga e accesa discussione sfida i suoi compagni, facendo leva sul vigore maschile, e li convince ad andare a Roma a verificare se ciò che avevano fino ad allora sostenuto fosse effettivamente vero. I giovani Tarquini abbandonano quindi l’accampamento per provare la veridicità delle proprie affermazioni.
Per quali motivi Collatino e Spurio Lucrezio non impediscono che Lucrezia si uccida davanti a loro?
Quando Collatino e Spurio Lucrezio giungono da Lucrezia e vengono a conoscenza dell’atto abominevole commesso da Sesto Tarquinio, giurano di vendicarla, poiché ella non ha colpe, avendo provato in tutti i modi a difendere il proprio onore, finché le era stato possibile. I due uomini provano a consolare Lucrezia, la quale tuttavia sostiene che anche dopo l’uccisione di Sesto e l’assoluzione del peccato, non potrà mai liberarsi della violenza subita ed il suo corpo rimarrà per sempre intaccato e impuro. A quel punto la donna sfila un coltello da sotto la veste e si suicida.
Il padre e il marito di Lucrezia non tentano di fermare il suo gesto poiché questo è estremamente rapido e inaspettato ma soprattutto, perché nella società romana l’onore e il decoro (onor et decus) erano tra le virtù fondamentali e, suicidandosi eroicamente Lucrezia li aveva valorizzati al massimo. Perdere la pudicizia nella società romana significava perdere la propria identità sociale e per una matrona di tale rango ciò era inaccettabile. I due uomini comprendono quindi la situazioni in cui si trova la donna e accettano il suo volere e guardano devastati mentre si toglie la propria vita.
Dimostra la grandezza di Annibale attraverso i suoi vizi
Ad Annibale, oltre alle molteplici virtù, vengono attribuiti molti vizi, come inumana crudeltà (“crudelitas inhumana”), perfidia più che punica (“perfidia plus quam punica”), la slealtà, nessun timore degli dei e nessuno scrupolo religioso. Annibale ignora alcuni dei principali valori del mos maiorum come la fides, la lealtà nei confronti di un accordo preso e la pietas, la devozione agli dei.
La grandiosità del condottiero emerge tuttavia anche dai suoi vizi: la crudeltà lo porta infatti ad essere spietato sul campo di battaglia, è invincibile e temuto. La slealtà dimostra come per lui sia di fondamentale importanza vincere, tutto il resto è indifferente e secondario. La mancanza di rispetto degli dei e l'inosservanza della religione può essere letta come un senso di superiorità di Annibale: è il più forte dell'esercito, gli altri soldati combattono meglio grazie alle sue direttive, sa quindi di essere superiore. Questo suo pensiero lo porta a ritenere la protezione e la devozione agli dei non necessaria nel suo caso, poiché la sua imponenza è talmente grande da renderla inutile.
Domande da interrogazione
- Come cambia l'interpretazione della fondazione di Roma se Remo è stato ucciso dal fratello o è morto in una rissa?
- Perché i giovani Tarquinii decidono di lasciare l'accampamento?
- Per quali motivi Collatino e Spurio Lucrezio non impediscono il suicidio di Lucrezia?
- Come si dimostra la grandezza di Annibale attraverso i suoi vizi?
- Qual è il significato del "malum avitum" nella fondazione di Roma?
La fondazione di Roma cambia notevolmente a seconda della versione: se Remo muore in una rissa, la colpa è collettiva e non intenzionale; se ucciso da Romolo, Roma nasce da un atto di fratricidio e sete di potere, riflettendo una mentalità violenta ereditata dagli antenati.
I giovani Tarquinii lasciano l'accampamento per verificare la virtù delle loro mogli, dopo una discussione in cui Collatino afferma che sua moglie Lucrezia è la più virtuosa, sfidando gli altri a dimostrarlo.
Collatino e Spurio Lucrezio non impediscono il suicidio di Lucrezia perché il gesto è rapido e inaspettato, e perché comprendono che per Lucrezia, mantenere l'onore e il decoro è fondamentale, accettando così la sua decisione.
La grandezza di Annibale si manifesta attraverso i suoi vizi, come la crudeltà e la slealtà, che lo rendono invincibile e temuto; la sua mancanza di rispetto per gli dei riflette un senso di superiorità e autostima.
Il "malum avitum" rappresenta il male ereditato dagli antenati, che porta alla fondazione di Roma attraverso atti di violenza e sete di potere, influenzando la mentalità bellicosa e conquistatrice del popolo romano.