Natalia_M
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Concetti Chiave

  • The play "Menaechmi" by Plautus revolves around the comedic confusion and mistaken identity of two twin brothers, Sosicle and Menecmo, separated in childhood.
  • Plautus enhances the natural comedic effect of twin confusion with detailed and humorous character interactions, such as between Menecmo's wife and her father, and scenes involving a doctor.
  • The structure of "Menaechmi" is continuous and unbroken, developing the action without interruptions, maintaining tension and interest throughout the play.
  • The conclusion reunites the twin brothers, resolving the central comedic misunderstanding, yet this resolution lacks comedic elements, focusing instead on precise narrative closure.
  • "Menaechmi" has significantly influenced later literature, inspiring numerous adaptations and reinterpretations in Italy, including works by Carlo Goldoni.

Questo appunto di Letteratura Latina tratta delle caratteristiche della commedia di Tito Maccio Plauto (258/250 a.C.- 184 a.C. ca.) Menaechmi di cui si presenta anche un approfondito riassunto della trama.

Plauto - Menaechmi: trama e caratteristiche della commedia plautina articolo

Indice

  1. I Menaechmi di Plauto: caratteristiche
  2. I Menaechmi di Plauto: atto primo
  3. I Menaechmi di Plauto: atto secondo
  4. I Menaechmi di Plauto: atto terzo
  5. I Menaechmi di Plauto: atto quarto
  6. I Menaechmi di Plauto: atto quinto

I Menaechmi di Plauto: caratteristiche

Le circostanze che precedono l'azione sono spiegate molto chiaramente nel prologo: di due fratelli gemelli, Sosicle e Menecmo, siciliani di Siracusa, uno perde il padre all'età di sette anni tra la folla di alcune feste tarantine e viene raccolto e adottato da un ricco mercante di Epidamno. Il padre muore di dolore e il nonno cambia il nome di Sosicle, il gemello rimasto a Siracusa, chiamandolo Menecmo in ricordo del fratello scomparso. Dopo alcuni anni, il nuovo Menecmo intraprende un viaggio alla ricerca del fratello; in seguito a lunghe peregrinazioni arriva a Epidamno, dove vive il vero Menecmo. Il lettore (e lo spettatore) passa di sorpresa in sorpresa, di contrasto in contrasto: ciò che doveva essere esilarante si trasforma istantaneamente in frustrazione semplicemente cambiando, senza che nessuno se ne accorga se non lo spettatore, il Menaecmo di Epidamno con l’altro Menecmo e viceversa. Questa continua alternanza porta con sé già il naturale effetto comico, ma il poeta non risparmia dettagli - più semplici quanto più esilaranti - che lo rafforzano, e i personaggi che ruotano attorno ai due Menecmi sono allo stesso tempo così tipici e così reali, che lo spettatore deve ridere senza concedersi un attimo di riposo: i dialoghi tra la moglie di Menecmo e suo padre, tra Menecmo II e lo schiavo di Erotium, e, soprattutto, la scena con il dottore. Nella nota preliminare al pezzo, Ernout afferma che il medico è un degno antenato dei medici di Molière. I Menechmi si distinguono per l'assenza di alti e bassi nella loro struttura. L'azione si sviluppa senza interruzioni né ritardi in maniera tesa e inesorabile, come richiede il reale corso degli eventi. Come finale, negli ultimi cento versi Menecmo I e Menecmo II si incontrano finalmente sul palco. La tensione si calma, si mantiene il tenore di accuratezza e precisione che caratterizza l'intera opera, ma manca l'elemento comico e, inoltre, il lettore sa tutto, motivo per cui la scrupolosità di sapore giuridico può risultare superflua, un po' fuori luogo. Tutto questo è troppo lento, anche se forse solo per il lettore, non per lo spettatore, poiché il testo lascia molto libero gioco alla fantasia del regista. Il pezzo si distingue per l'abbondanza delle parti liriche. La sua datazione è stata molto dibattuta, ma sia questa circostanza che la perfezione della sua tessitura suggeriscono una datazione tarda da collocare nel primo decennio del IV secolo, secondo Ettore Paratore. L'originale greco è sconosciuto. I Menechmi hanno avuto una grande influenza sulla letteratura successiva: numerose sono le traduzioni e rielaborazioni in Italia, dalla Calandria, del cardinale Bernando Dovizi di Bibbiena (1470-1520), a I gemelli veneziani, di Carlo Goldoni.

I Menaechmi di Plauto: atto primo

Il primo atto dei Menaechmi di Plauto consta di quattro scene:
  • Scena prima: parla Peniculus(“Scopetta”, lo schiavo di Menechmo I), spiega perché gli hanno dato quel nome. Dà la sua opinione anche riguardo al ridurre gli schiavi in catene: dice che è stupido, perché la cosa migliore per impedire loro di scappare è dare loro da mangiare e da bere. Tutto quello che spiega sugli schiavi è legato al motivo per cui chiamavano “Scopetta” poiché quando mangia pulisce tutta la tavola (iuuentus nomen fecit Peniculo mihi, ideo quia . . . mensam quando edo detergeo).
  • Scena seconda: Menecmo I è adirato con la moglie, perché ella lo tiene sempre sotto sorveglianza e non gli lascia fare nulla. E poiché è già stufo, le dice che andrà a cena con la meretrice Erotium e ruba anche un mantello della moglie per darlo a Erotium. Menecmo I dice a Peniculus che, poiché aveva avuto quella discussione con sua moglie, era l'uomo più coraggioso, ingegnoso e divertente di tutti. I due vanno a casa di Erotium e la vedono uscire di casa.
  • Scena terza: Peniculus, Menaechmus I ed Erotium si incontrano. Menaechmus I dona il mantello ad Erotium, affinché possa indossarlo quella sera a cena. Menaechmus I le dice che quella notte, dopo l'abbuffata e la bevuta, dovrà scegliere con chi passare la notte tra lui e Peniculus. Menaechmus I e Peniculus dicono poi che si dirigeranno al Foro, e che, al loro ritorno, si aspettano che tutto sia pronto. Erotium risponde che quando arriveranno sarà tutto servito.
  • Scena quarta: Erotium dà al suo cuoco, Cylindrus, tre sesterzi affinché compri il necessario per la cena. Quando il cuoco viene a sapere chi sono i commensali dice che, poiché Peniculus mangia per otto, è come se Erotium avesse invitato dieci persone. In ogni caso Cylindrus si impegna a fare tutto il necessario.

I Menaechmi di Plauto: atto secondo

Il secondo atto dei Menaechmi di Plauto consta di tre scene:
  • Scena prima: Menaechmus II (Sosicle) è in alto mare, in procinto di raggiungere Epidamno. Il suo schiavo, Messenio (in italiano Messenione), gli chiede di tornare a casa, poiché stanno cercando il suo fratello gemello da cinque anni e ancora non l'hanno trovato, perché molto probabilmente è morto. Ma Menaechmus II gli dice che non si arrenderà finché non lo troverà. Allora Messenio lo mette in guardia riguardo a Epidamno, dicendogli che chiunque stia in quella città finisce per subire qualche danno.
  • Scena seconda: Cylindrus incontra Menaechmus II e Messenio confondendo Menaechmus II con Menaechmus I. Dopo una serie di battute basate sull’equivoco creatosi, Cylindrus entra in casa di Erotium per avvisarla dell’arrivo di Menaechmus I (che in realtà è Menaechmus II).
  • Scena terza: Eroctium, vedendo Menaechmus II, lo confonde con Menaechmus I, e gli chiede perché non venga a mangiare a casa sua. Menaechmus II e Messenio sono molto confusi. Dopo molte insistenze da parte di Erotium (a sua volta confusa Menaechmus I, che in realtà è Menaechmus II , non la riconosce), Menaechmus II finge di essere Menaechmus I per poter essere ospitato gratis. Erotium chiede a Menaechmus II di portare il mantello che le aveva regalato dal ricamatore per aggiungere degli abbellimenti. Menaechmus II chiede a Messenio di recarsi sulla nave con i marinai e di andarlo a cercare all'alba.

I Menaechmi di Plauto: atto terzo

Il terzo atto dei Menaechmi di Plauto consta di tre scene:
  • Scena prima: Peniculus non è con Menaechmus I, perché nel Foro si sono separati e non si sono incontrati, dopo aver anche discusso. È molto arrabbiato con Menaechmus I perché crede che lo abbia fatto apposta per andare da solo a casa di Erotium e poter cenare da solo con lei. Spera di riuscire ad avere almeno gli avanzi della cena e si dirige a casa di Erotium. Giunto a casa, vede che Menaechmus II sta uscendo dalla casa di Erotium ma crede che sia il suo padrone e si dirige verso di lui.
  • Scena seconda: Peniculus rimprovera Menaechmus II (credendolo il suo padrone) di averlo lasciato lì solo nel Foro, per poi essere andato a cena a casa di Erotium, senza di lui. Menaechmus II ovviamente non capisce nulla. Peniculus innvervositosi gli dice che riferirà a sua moglie tutto ciò che fa con Erotium in modo che possa prendere in mano la situazione e dargli ciò che si merita.
  • Scena terza: uno schiavo di Erotium si reca da Menaechmus I e gli chiede, per conto della sua padrona, di decorare il braccialetto che le aveva regalato una volta affinché, qualora la moglie lo veda, non lo riconosca. Menaechmus I ne ben felice, perché sta portando via da quella città più di quanto avesse al suo arrivo.

I Menaechmi di Plauto: atto quarto

Il quarto atto dei Menaechmi di Plauto consta di tre scene:
  • Scena prima: Peniculus si reca a casa della moglie di Menaechmus I per raccontarle tutto ciò che fa suo marito. E le mostrerà dove si trova suo marito per coglierlo in flagrante. Vanno a casa di Erotium e incontrano Menaechmus I.
  • Scena seconda: la moglie di Menaechmus I e Peniculus lo rimproverano per tutto quello che ha fatto a sua moglie, tradendola con Erotium. Ma lui nega tutto, affinché lei non si arrabbi. La donna non è poi così stupida e sa perfettamente che il marito la tradisce con Erotium. Allora la donna dice a Menecmo I Menaechmus I che se vuole tornare a casa deve prendere il mantello che a regalato a Erotium e restituirglielo. Quando Menaechmus I rimane solo è tranquillo perché andrà a casa di Erotium, dove sicuramente lo lasceranno passare la notte, chiederà il mantello per regalarlo alla moglie e ne comprerà un altro ancora più bello per Erotium.
  • Scena terza: Menaechmus I va a casa di Erotium e chiede il mantello della moglie, ma lei gli dice che non ce l'ha perché glielo avevo dato nel pomeriggio per farlo modificare. Menaechmus I rimane interdetto perché in nessun momento di quel giorno è entrato in casa sua e tanto meno aveva ricevuto il mantello. Erotium, dal canto suo, pensa che Menaechmus I la stia prendendo in giro.

Plauto - Menaechmi: trama e caratteristiche della commedia plautina articolo

I Menaechmi di Plauto: atto quinto

Il quinto atto dei Menaechmi di Plauto consta di dieci scene:
  • Scena prima: La moglie di Menaechmus I incontra Menaechmus I, che indossa il suo mantello, e crede che sia Menaechmus I e gli dice che è un mascalzone perché prima aveva negato di averglielo rubato e ora glielo mostra senza ritegno. Gli dice che chiamerà suo padre, affinché lo faccia desistere dal commettere infamie e possa vedere di che razza è fatto il suo genero. Lei lo ricatta dicendogli che si separerà da lui, ma a lui non importa perché non è sua moglie. Vedendo ciò, chiama suo padre. Arriva suo padre e Menaechmus II nega di conoscerlo, così come non conosce lei.
  • Scena seconda: Il padre della donna cerca di conoscere entrambe le versioni, per porre fine a questa disputa, ma quando vuole conoscere quella di Menaechmus II, qualunque cosa il padre gli chieda, lui nega tutto cosicché il suocero lo crede pazzo. Menaechmus II ne approfitta per riuscire a sbarazzarsi dei due e poter continuare la ricerca di Messenio.
  • Scena terza: monologo di Menaechmus II.
  • Scena quarta: anche il padre fa un breve monologo, mentre aspetta l'arrivo del medico. Parla di quanto tempo impiega il medico ad arrivare a casa.
  • Scena quinta: il padre spiega al medico che si sente male, perché suo genero è pazzo, non sa quello che sta dicendo. Dalla finestra scorgono Menaechmus I.
  • Scena sesta: il padre dice al medico di avvicinarsi a Menaechmus I affinché possa vedere con i suoi occhi che è pazzo. Il medico si avvicina e comincia a fargli una serie di domande per confermarlo o smentirlo. Quando ha finito, il medico giunge alla conclusione che Meneechmus I è pazzo e chiede al suocero di farlo portare a casa dai suoi schiavi per poterlo curare.
  • Scena settima: monologo di Messenio che non si accorge che il suo padrone è davanti a lui.
  • Scena ottava: Gli schiavi afferrano Menaechmus I, per portarlo dal medico, quando passa Messenio, scambiandolo per Menechmus II. Messenio va verso di loro e li picchia così duramente che alla fine lo lasciano andare. Messenio chiede a Menaechmus I di liberarlo per avergli salvato la vita da quegli uomini. Menaechmus I non capisce ciò che Messenio gli racconta, perché non è suo schiavo, ma poiché lo ha salvato, alla fine è d'accordo con lui e lo libera dalla schiavitù. Ma Messenio gli dice che finché non torneranno a casa, non lo lascerà. Allora Messenio gli dice che andrà a cercare la borsa con i soldi per dargliela. Menaechmus I, dopo tutto questo, si reca a casa di Erotium per essere perdonato.
  • Scena nona: Menaechmus II incontra Messenio per strada e gli racconta che dove era stato tutta la mattina. Messenio è sconcertato.
  • Scena decima: Messenio e Menaechmus II ritornano sulla nave, vedono in lontananza Menaechmus I e sono sorpresi di ciò che vedono i loro occhi, non riescono a crederci. Tale è la sorpresa che i due (Menaechmus II e Messenio) gli vanno incontro, e Messenio gli domanda se il suo nome sia Menaechmus e il nome di suo padre Mosco. Menaechmus I dice di sì. Allora Messenio dice a Menaechmus II che gli mostrerà che questa persona è suo fratello gemello, che sta cercando da cinque anni; e se sarà come dice, il fratello gemello dovrà liberarlo come ricompensa. Messenio gli mostra che, in effetti, Menaechmus I è il fratello gemello di Menaechmus II. Menaechmus I chiede a Menaechmus II se anche lui abbia il suo stesso nome e Menaechmus II risponde di no: quando suo nonno aveva appreso la notizia che Mosco era morto e che Menaechmus I era stato rapito, gli aveva cambiato il nome da Sosicle in Menecmo. Menaechmus I chiede a Menaechmus II di dirgli il nome di sua madre e Menaechmus II gli dice che il suo nome è Teuximarca. Dopo aver parlato molto, i tre, tornano a Siracusa per iniziare una nuova vita insieme.

Per approfondimenti su Plauto vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Di cosa tratta l'appunto di Letteratura Latina?
  2. L'appunto tratta delle caratteristiche della commedia di Tito Maccio Plauto, in particolare del suo lavoro "Menaechmi".

  3. Quali sono le circostanze che precedono l'azione nella commedia "Menaechmi"?
  4. Le circostanze che precedono l'azione sono spiegate nel prologo e riguardano due fratelli gemelli, Sosicle e Menecmo, che vengono separati e adottati da famiglie diverse.

  5. Quali sono alcuni dei momenti comici nella commedia "Menaechmi"?
  6. Alcuni dei momenti comici includono i dialoghi tra la moglie di Menecmo e suo padre, i dialoghi tra Menecmo II e lo schiavo di Erotium e la scena con il dottore.

  7. Qual è la struttura della commedia "Menaechmi"?
  8. La commedia "Menaechmi" si sviluppa senza interruzioni né ritardi, seguendo il reale corso degli eventi. Non presenta alti e bassi nella sua struttura.

  9. Qual è l'influenza dei "Menaechmi" di Plauto sulla letteratura successiva?
  10. I "Menaechmi" di Plauto hanno avuto una grande influenza sulla letteratura successiva, con numerose traduzioni e rielaborazioni in Italia, come ad esempio "I gemelli veneziani" di Carlo Goldoni.

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