Concetti Chiave
- Wilfred Owen, noto come uno dei maggiori poeti di guerra, scrisse "Dulce et Decorum Est" nel 1917, influenzato dalle sue esperienze belliche durante la Prima Guerra Mondiale.
- La poesia denuncia la "vecchia bugia" che morire per la patria sia dolce e decoroso, attraverso una rappresentazione cruda e realistica della guerra e delle sue atrocità.
- La struttura della poesia è composta da tre strofe irregolari che descrivono la condizione dei soldati, un attacco con il gas e l'incubo del poeta, culminando in un potente messaggio contro la guerra.
- Owen utilizza diverse figure retoriche, come similitudini, metafore, allitterazioni e onomatopee, per intensificare l'impatto emotivo e visivo della poesia.
- La traduzione della poesia mantiene il linguaggio evocativo e drammatico dell'originale, illustrando le scene di sofferenza e sacrificio vissute dai soldati in trincea.
Indice
Owen, Wilfred - Dulce et Decorum est: analisi e traduzione
Dulce et Decorum est è una poesia di guerra scritta nel 1917 da Wilfred Owen, uno dei più importanti poeti della Prima Guerra Mondiale. Nato nel 1893 a Shropshire e istruito a Liverpool, Owen insegnò inglese a Bordeaux nel 1913, per poi tornare in Inghilterra nel 1915 e arruolarsi nell’esercito. Durante il conflitto, fu colpito dalla febbre delle trincee sul fronte della Somme e venne ricoverato a Edimburgo. Dopo la convalescenza, tornò a combattere in Francia, dove ricevette decorazioni per il coraggio, ma morì nel 1918 sul canale della Sambre, una settimana prima della firma dell’armistizio.L’esperienza bellica di Owen influenzò profondamente la sua scrittura, spingendolo a rappresentare la guerra in modo crudo e realistico, ma anche con compassione e umanità. Oggi è considerato uno dei più grandi poeti di guerra, noto per il suo stile sperimentale e la capacità di esprimere l’orrore della vita di trincea e della morte provocata dai gas. A differenza di altri, Owen e i "poeti di guerra" denunciarono il brutale realismo della guerra e distrussero la visione glorificata e avventurosa che accompagnava i primi anni del conflitto.
Analisi della poesia
Dulce et Decorum Est colpisce il lettore fin dall’inizio: L’apertura presenta parole come "piegati", "mendicanti", "sacchi", "streghe", "bestemmiavamo", "fango" – un linguaggio di povertà e privazione che contrasta con l’immagine eroica della guerra.Il narratore è lo stesso poeta.
La poesia si divide in tre strofe irregolari:
- La prima strofa introduce la situazione dei soldati esausti;
- La seconda descrive un attacco con il gas;
- La terza rappresenta un incubo del poeta;
- L’ultima parte illustra la morte di un soldato e il messaggio della poesia.
Figure retoriche
- "like old beggars" - Similitudine
- "men marched asleep" - Iperbole e allitterazione
- "drunk with fatigue" - Metafora
- "hoots" - Onomatopea
- "as under a green sea" - Similitudine
- "guttering, choking, drowning" - Climax
- "gargling" - Onomatopea
- "obscene like cancer, bitter as the cud" - Similitudine
- "knock-kneed" - Allitterazione della "k"
- "but limped on, blood..." - Allitterazione della "b"
- "some smothering" - Allitterazione della "s"
- "watch the white eyes" - Allitterazione della "w"
- "from the froth..." - Allitterazione della "f"
Traduzione di "Dulce et Decorum Est"
Piegati in due, come vecchi mendicanti sotto sacchi,con le ginocchia che si toccavano, tossendo come streghe, bestemmiavamo nel fango,
fin davanti ai bagliori spaventosi, ci voltammo indietro
e cominciammo a trascinarci verso il nostro lontano riposo.
Uomini marciavano addormentati. Molti avevano perso i loro stivali
ma avanzavano con fatica, calzati di sangue.
Tutti andavano avanti zoppi; tutti ciechi;
ubriachi di fatica; sordi anche agli ululati
di granate di portata troppo corta, che cadevano dietro.
Gas! Gas! Veloci, ragazzi! – Un brancolare da pazzi,
mettendosi le maschere anti gas appena in tempo;
ma qualcuno stava ancora gridando e inciampando,
e si contorceva come un uomo nel fuoco o nella calce…
Pallido, attraverso i vetri appannati delle maschere e la torbida luce verde,
come sotto un mare verde, l’ho visto affogare.
In tutti i miei sogni, prima che la mia vista diventasse debole,
si precipita verso di me, barcollando, soffocando, annegando.
Se in qualche opprimente sogno anche tu potessi marciare
dietro al vagone in cui lo gettammo,
e guardare gli occhi bianchi contorcersi nel suo volto,
il suo volto abbassato, come un demonio sazio di peccato;
se tu potessi sentire, ad ogni sobbalzo, il sangue
che arriva come un gargarismo dai polmoni rosi dal gas,
ripugnante come un cancro, amaro come il marciume
di spregevoli, incurabili piaghe su lingue innocenti, –
amica mia (*), tu non diresti con tale profondo entusiasmo
ai figli desiderosi di una qualche disperata gloria,
la vecchia Bugia: Dulce et decorum est
pro patria mori.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della poesia "Dulce et Decorum Est" di Wilfred Owen?
- Come è strutturata la poesia "Dulce et Decorum Est"?
- Quali figure retoriche utilizza Owen nella sua poesia?
- Qual è il significato della frase latina "Dulce et decorum est pro patria mori"?
- In che modo l'esperienza personale di Owen ha influenzato la sua poesia?
Il tema principale è la denuncia della guerra e la critica alla glorificazione del sacrificio per la patria, evidenziando l'orrore e la brutalità della vita in trincea.
La poesia è divisa in tre strofe irregolari: la prima descrive i soldati esausti, la seconda un attacco con il gas, e la terza un incubo del poeta, culminando con il messaggio finale.
Owen utilizza varie figure retoriche, tra cui similitudini, iperboli, metafore, onomatopee e allitterazioni per intensificare l'impatto emotivo della poesia.
La frase significa "è dolce e decoroso morire per la patria", ma Owen la definisce una "vecchia bugia", criticando l'idea che la morte in guerra sia gloriosa.
L'esperienza di Owen nella Prima Guerra Mondiale, inclusi i traumi e le sofferenze vissute, ha influenzato profondamente la sua scrittura, spingendolo a rappresentare la guerra in modo realistico e compassionevole.