Concetti Chiave
- Wilfred Owen, soldato e poeta, racconta in una poesia l'orrore degli attacchi con il gas durante la Prima Guerra Mondiale, sottolineando la brutalità e l'incertezza dell'uso di armi chimiche.
- La poesia evidenzia il contrasto tra l'educazione eroica dei giovani europei, nutriti dai miti classici, e la cruda realtà della guerra di massa e della morte anonima.
- Durante la guerra, l'euforia patriottica collettiva portò molti giovani a combattere, spinti dal desiderio di emulare gli eroi delle opere classiche, ma si trovarono di fronte a un conflitto impersonale e devastante.
- Il concetto di "milite ignoto" emerge dalla difficoltà di identificare i soldati caduti, con la morte di massa che rendeva irriconoscibili i corpi, portando all'uso di targhette identificative.
- Nonostante l'iniziale entusiasmo, la disillusione si diffuse tra i soldati, mentre in Italia il partito socialista si distanziò dalla guerra, ritardando l'entrata del paese nel conflitto fino al 1915.
Indice
Poesia di Wilfred Owen
Il soldato Wilfred Owen racconta ciò che ha visto durante un attacco con il gas, egli è morto poco prima della fine della guerra, però le sue poesie sono state raccolte e pubblicate (l’unico modo per potersi distrarre nelle trincee nei momenti di pace era infatti quello di scrivere lettere alle famiglie, oppure come nel caso di questo soldato, di scrivere poesie).Questa poesia racconta un attacco con il gas, perché durante la prima guerra mondiale furono inventate nuove armi, si utilizzava soprattutto il gas, in modo particolare l’iprite, cioè un gas urticante che scioglieva i tessuti all’interno se veniva respirato (morte atroce). Il gas in realtà non garantiva l’aggressione del nemico, perché bastava un cambio di vento per farlo tornare sul proprio fronte, quindi ritornava a chi lo aveva lanciato.
L’ultima parte della poesia è molto significativa perché fa riferimento all’educazione che i ragazzi ricevevano, in effetti, quando scoppiò la prima guerra mondiale, all’interno degli stati si creò un clima di euforia collettiva, tutti accolsero la guerra con felicità, entusiasmo, si creò un clima di patriottismo collettivo, si lanciavano tutti verso la guerra.
Perché?
Perché questi ragazzi europei erano stati “nutriti” dai classici greci, ad esempio dall’Iliade, dove la guerra veniva presentata come un fatto eroico (se dall’Iliade togliamo la parte mitologico-religiosa, resta la guerra, che è raccontata in maniera straordinaria, di ogni soldato viene descritto l’abbigliamento, il modo in cui muore). Tutti i ragazzi ambivano dunque a diventare degli eroi, a essere come quei guerrieri descritti nelle opere classiche con le armature scintillanti, nessuno veniva dimenticato, in quanto tutti venivano elencati e chiamati per nome fino all’ultimo.Tuttavia, invece di trovarsi di fronte a questa guerra eroica e a questa gloria del combattimento, i ragazzi entravano a far parte di una guerra di massa dove i soldati non sono non venivano chiamati per nome e considerati dagli eroi ma non si riusciva a capire neanche chi fossero, perché appunto rimanevano morti, dispersi, senza nome, i cadaveri erano irriconoscibili.
Tanto che nel monumento al milite ignoto a Roma è stato seppellito uno dei tanti soldati che nella prima guerra mondiale morì e a cui non è stato possibile attribuire un nome perché la morte di questi soldati era una morte anonima, il massacro portava infatti a morire come “mosche”.
Per questo la fine di quella poesia è particolarmente significativa, perché ci parla proprio di uno dei tanti fenomeni della prima guerra mondiale, rappresentato dalla disillusione (ragazzi che partivano pieni di aspettative, di ansia perché dovevano diventare gli eroi della nazione, della patria, nutriti della cultura classica, ma in realtà andavano incontro a una morte anonima). A un certo punto poi i soldati furono dotati di una targhetta metallica con il loro nome, perché visto che i cadaveri erano completamente irriconoscibili, l’unico modo per capire se un ragazzo fosse ancora vivo o morto era proprio la targhetta che portavano appesa al collo.
Questa euforia collettiva ci fu in tutte le nazioni, tanto che tutti i partiti aderirono con entusiasmo alla guerra(anche i partiti socialisti, che fino a quel momento avevano mantenuto una posizione pacifista, contraria alla guerra, in quanto la guerra faceva arricchire i grandi capitalisti, ed era combattuta dalla povera gente). L’unico in Europa a mantenersi distante dalla guerra è stato il partito socialista italiano, infatti l’Italia non entrò in guerra subito ma nel 1915, quindi un anno dopo. L’Italia adottò la formula “né aderire né sabotare” perché una volta entrati in guerra, essere contro la guerra significava essere contro la propria patria, quindi non si poteva andare contro.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale delle poesie di Wilfred Owen?
- Perché i giovani europei erano entusiasti di partecipare alla guerra?
- Qual è il significato della disillusione nella poesia di Owen?
- Come venivano identificati i soldati durante la prima guerra mondiale?
- Qual era la posizione del partito socialista italiano riguardo alla guerra?
Le poesie di Wilfred Owen descrivono l'orrore e la disillusione della guerra, in particolare attraverso esperienze come gli attacchi con il gas durante la prima guerra mondiale.
I giovani europei erano entusiasti di partecipare alla guerra perché erano stati influenzati dai classici greci, come l'Iliade, che presentavano la guerra come un evento eroico.
La disillusione nella poesia di Owen si riferisce alla differenza tra le aspettative eroiche dei giovani soldati e la realtà brutale e anonima della guerra di massa.
I soldati venivano identificati tramite una targhetta metallica con il loro nome, poiché i cadaveri erano spesso irriconoscibili.
Il partito socialista italiano mantenne una posizione distante dalla guerra, adottando la formula "né aderire né sabotare", e l'Italia entrò in guerra solo nel 1915.