Concetti Chiave
- Chrétien de Troyes racconta un'avventura di Erec, un cavaliere che, attraverso sfide e viaggi, dimostra il valore della saggezza e della condivisione della conoscenza.
- Erec partecipa a una caccia reale che assegna un bacio alla più bella fanciulla del regno, ma l'evento genera tensioni tra i cavalieri.
- Il matrimonio tra Erec e Enide è caratterizzato da profondo amore e celebrazioni, ma Erec si allontana dai suoi doveri cavallereschi, suscitando preoccupazioni in Enide.
- Attraverso numerose avventure, Erec affronta vari avversari, dimostrando coraggio e cavalleria, mentre Enide si rivela fedele e di supporto, rafforzando il loro legame.
- Dopo molte prove, Erec ed Enide ritornano alla corte di re Artù, dove Erec viene incoronato, consolidando la loro posizione e il loro amore.
Erec e Enide – Chrétien de Troyes
Introduzione: Chrétien afferma che ognuno deve adoperarsi sempre, e in ogni modo, a ben dire e a ben educare. A tal proposito vuole raccontare una avventura che prova che non agisce saggiamente colui che non dispensa la propria scienza, così come Dio gliel’ha data in grazia.
L’inseguimento di Erec: il re indice la caccia al cervo bianco, che darà a costui che per primo lo catturerà, il diritto di baciare la più bella fanciulla del regno. La cosa però potrebbe creare malcontento fra i vari cavalieri, che potrebbero tutti sostenere che la loro amica sia la più bella. Intanto la regina va nel bosco con Erec e una damigella. Essi vedono un cavaliere e una dama con davanti un nano malefico. Sia Erec che la damigella, su invito della regina, provano ad approcciare i tre misteriosi personaggi, ma il nano violento li scaccia. Erec si mette all’inseguimento dei tre per accrescere o annullare l’onta. Tornerà fra tre giorni, e tanto dovrà attendere il re che ha vinto la caccia.
Lo scontro con Idiero: Erec giunge così ad un castello e prende dimora presso un vecchio buon uomo. Egli ha una figlia bellissima e la concederà solo ad un cavaliere valorosissimo, o un re. Di lì a poco vi sarebbe stata una competizione: uno sparviero sarebbe toccato alla dama più bella accompagnata da un cavaliere. Il detentore del titolo è proprio il cavaliere incontrato nel bosco, Idiero. Erec allora prende la bellissima figlia dell’ospitante, partecipa alla contesa, va in armi col cavaliere, lo sconfigge, gli risparmia la vita ma lo costringe ad andare prigioniero dalla sua regina con l’amica e il nano.
L’accoglienza a corte: poco dopo anche Erec e la sua amata ritornano a corte, dopo aver salutato e promesso ricchezze ai genitori di lei. La regina provvede a vestirla riccamente, e il re, constatato come la damigella di Erec sia la più bella del regno, senza alcun ricorso, le dona un bacio. Qui finisce la prima parte del racconto.
Il matrimonio: ai genitori della fanciulla, che nel matrimonio si scopre avere nome Enide, viene dato in dono qualsiasi bene e il regno di Estregalles. I due sposi, innamoratissimi, creano grande allegria a corte, cosicché si ebbero 15 giorni di festa. Intanto, si dispose di approntare un torneo fra York ed Edimburgo.
Enec torna a casa: Manco a dirlo, Enec ebbe la meglio nel torneo conquistandosi ancora maggiore rispetto e ammirazione. Congedatisi da re Artù, i due novelli sposi tornano nel di lui regno, quello di Carnant, dove tutti li accolgono con gioia e ogni onore.
Il misfatto: la vita si svolge così dolcemente e intrisa d’amore che Erec dimentica i suoi compiti di cavalleria non partecipando più ad alcun duello o torneo. La voce, circolante per il regno, turba non poco Enide, che una mattina, giacendo vicino ad Erec dormiente, piange e infine le confessa il suo turbamento. I due, allora, fuggono da regno, poiché Erec non ha altro desiderio che avere la sola compagnia della moglie.
La freddezza: Erec è diventato freddo con la moglie e le intima di non rivolgergli la parola. Lei infrange due volte il tabù: una volta per riferire il timore per 3 cavalieri sopraggiungenti, la seconda per 5 belligeranti. Erec, infuriato, rinnova il divieto ogni volta, sconfigge i cavalieri e si impadronisce dei loro 8 cavalli.
L’ospitalità (con trappola): i due sposi, vagando nel bosco, incontrano uno scudiero che li rifocilla e li conduce nel suo regno, dove un borghese dà loro ospitalità. Il conte, ammaliato dai racconti dello scudiero, incontra i due, si innamora di lei, e la ricatta: o diventerà sua moglie o lui ucciderà Erec. Lei fa finta di accettare, poi riferisce tutto al marito che può quindi organizzare la fuga. L’inseguimento dura breve tempo, perché il conte si accorge del suo gesto ignobile e del valore morale dei due.
Il nuovo viaggio: nel loro peregrinare, Erec e Enide si imbattono ancora nel re irlandese Guivret il Piccolo. Enide ancora una volta contravviene al divieto, indicando al marito pensieroso l’insidia. Il duello si risolve a favore di Erec, che conclude il combattimento con gran cavalleria: risparmia la vita all’uomo in cambio della sua protezione in cambio di pericolo.
Riecco re Artù: i due sposi in fuga si imbattono su un accampamento del re Artù. Erec, non riconosciuto inizialmente né da Keu né da Galvano, non vorrebbe fermarsi ma alla fine viene convinto astutamente. Con una pomata magica viene curato, ma già l’indomani riparte alla ventura verso la foresta con la moglie.
Un’altra avventura: Erec, vedendo una dama dolente nel bosco, lascia per un attimo Enide per capire le cause di ciò. Due giganti avevano rapito il suo cavaliere. Allora, Erec si lancia contro i due malfattori, li uccide, libera il cavaliere e lo riconduce dalla sua dama ora non più dolente. Ne rifiuta i servigi e gli onori e riparte solo con Enide, spedendo l’altra coppia a re Artù.
Svenimento e risveglio violento: Erec, raggiunta la moglie, sviene riverso sul cavallo. Un conte e il suo seguito si offrono di portarli alla loro corte. Il conte promette degna sepoltura per Erec ma vuole in moglie Enide. Lei si dibatte, ma alla fine è costretta con la forza al matrimonio non voluto.
All’ennesimo sopruso, all’ennesimo grido di dolore di Enide, Erec si risveglia dal suo giaciglio e furioso abbatte il conte e fa fuggire il suo seguito. Quindi, prese armi e vesti, fugge con la moglie, rinfrancata da un perdono e da un grande amore ritrovato. Enide ha dato grande prova di fedeltà, Erec la ama più di prima.
Ferite e cure: ancora Guivret: i due sposi, attardatisi nel bosco la notte, vengono trovati da Guivret e il suo seguito, preoccupati di aiutarli a scampare a varie traversie e di dare degna sepoltura a Erec. Guivret ed Erec non si riconoscono, si danno battaglia, il ferito Erec sta per avere la peggio quando Guivret, riconosciutolo, tributa a lui e la moglie vari onori, li ospita e li fa curare. Ora che Erec non ha più dubbi sull’amore di Enide e che le sue ferite si sono richiuse dopo 15 giorni, delibera di tornare alla corte di re Artù.
L’impresa della Gioia della Corte: il compagno di Erec e Enide fa vedere al valente cavaliere uno stupendo regno inespugnabile da cui nessun cavaliere uscì mai vivo per la difficoltà della sfida che esso accoglie. Erec non si fa pregare e, nonostante le diffide del conte, vuole tentare l’impresa: viene condotto in un verziere e vedere diversi pali con elmi e teschi di cavalieri che lo hanno preceduto. Il seguito lo lascia, ora è solo.
Un altro duello: Erec scorge una dama nuda su un letto e le si avvicina. Ma un cavaliere bellissimo e altissimo gli intima l’alt e lo sfida a duello. Dopo colpi terribili, Erec ha la meglio e il cavaliere battuto svela come esso sia costretto a stare in quel verziere da un’antica promessa d’amore fatta all’amica. Sarebbe stato libero appena sconfitto da un cavaliere, e sarebbe stato facile ma disonorevole per lui farsi battere apposta. Quindi, Erec suona il corno posto su un palo e tutti comprendono la buona riuscita dell’impresa.
La Gioia: finalmente, tutta la corte esulta, tranne la dama che teme di aver perso le attenzioni del cavaliere. La sua tristezza è però lenita dalla notizia che Enide è sua cugina. Dopo tre giorni di festaggiamenti, Erec deve però ripartire per compiere il suo proposito di tornare nel castello ove risiede re Artù.
La riconciliazione e l’incoronazione: Erec ed Enide vengono accolti con grande gioia anche alla corte di re Artù. Il cavaliere accoglie l’invito del re a restare per qualche anno nel suo regno. Però giunge inaspettata la notizia della morte del padre di Erec, che lo addolora molto. Ma questi, ripresosi, verrà incoronato a Nantes fra manifestazioni di giubilo e di grande onore, insieme alla sua regina Enide.
Commento: è il primo romanzo di materia arturiana di Chrétien. Enide, controparte degna del grandioso Erec, è comunque conscia della sua fortuna e accetta di buon grado anche qualche capriccio del compagno, come quello di condurla alla corte di Artù vestita dei suoi stracci. Il dramma della coppia permette di perfezionare il loro legame d’amore. Ed Erec può dimostrare che doveri d’amore e di cavalleria non sono affatto incompatibili. Più che la stima dei baroni, però, Erec vuole riconquistare quella della moglie.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale dell'introduzione di "Erec e Enide"?
- Come si sviluppa la relazione tra Erec ed Enide nel corso della storia?
- Qual è il significato del "misfatto" nella storia di Erec e Enide?
- In che modo Erec dimostra il suo valore cavalleresco durante le avventure?
- Qual è l'importanza della "Gioia della Corte" nell'opera?
Chrétien de Troyes sottolinea l'importanza di condividere la propria conoscenza e saggezza, come un dono divino, attraverso il racconto di avventure.
La relazione tra Erec ed Enide evolve attraverso sfide e avventure che mettono alla prova la loro fedeltà e amore, culminando in una riconciliazione e un amore più forte.
Il "misfatto" rappresenta un momento di crisi in cui Erec, immerso nell'amore per Enide, trascura i suoi doveri cavallereschi, portando a un viaggio di riscoperta e rafforzamento del loro legame.
Erec dimostra il suo valore cavalleresco attraverso duelli e sfide, come sconfiggere cavalieri e giganti, mostrando misericordia e onore, e infine riconquistando la stima di Enide.
La "Gioia della Corte" rappresenta una sfida finale che Erec affronta per dimostrare il suo coraggio e abilità, portando a una celebrazione della sua vittoria e al rafforzamento del suo status cavalleresco.