Concetti Chiave
- L'architettura USB master-slave centralizza il controllo tramite un PC, creando una struttura a stella che diventa ad albero stellato con gli hub.
- La centralizzazione rende complesso il trasferimento diretto di dati tra periferiche intelligenti, obbligando a passare per il PC.
- Il trasferimento di file tra dispositivi richiede un passaggio intermedio tramite file temporanei sul PC, complicando il processo.
- L'evoluzione da USB 1.0/1.1 a 2.0 non ha modificato le caratteristiche meccaniche ed elettriche dei connettori e cavi USB.
- Con un massimo di 500 mA a 5V, l'USB alimenta solo periferiche a basso consumo, limitando l'uso per dispositivi più complessi.
L’Usb da sempre utilizza un’architettura di tipo master-slave: in pratica deve esistere un controllore (tipicamente il Pc) che comanda sulle periferiche, gestendo tutte le funzioni di arbitrariato. Questo tipo di architettura genera una struttura a stella (che diventa ad albero stellato con l’aggiunta di hub) in cui il controllo è sempre centralizzato. Questa era la scelta più logica per collegare al Pc periferiche “stupide” come tastiera e mouse, ma è diventata un’arma a doppio taglio nel trasferire dati tra due periferiche “intelligenti”. Se, per esempio, volete copiare i file dalla vostra fotocamera o videocamera a un hard disk esterno, con l’Usb non potete farlo direttamente, ma dovete per forza passare per un Pc. E se pensate che questa operazione sia indolore, vi sbagliate: la fotocamera/videocamera manda i dati al computer, che li stipa momentaneamente in file temporanei per poi trasferirli man mano al disco esterno. Tutta questa procedura è decisamente laboriosa, tanto che è consigliabile dividere l’operazione in due parti, prima trasferire i dati sul sistema (desktop o notebook che sia) e poi spostarli sul supporto finale.
- Nonostante l’evoluzione da 1.0 / 1.1 a 2.0, il connettore e il cavo Usb sono rimasti immutati nelle loro caratteristiche meccaniche ed elettriche. Il connettore integra 4 pin a cui sono collegati i 4 fili presenti all’interno del cavo: 2 per il segnale, 1 per la massa e 1 per la tensione di alimentazione. In questo modo con un solo cavo è possibile connettere e alimentare le periferiche, a patto però che queste ultime siano a basso consumo. L’Usb infatti è in grado di veicolare fino a 500 mA a 5V per una potenza massima di 2,5 watt, valore adatto solo per i dispositivi più semplici (ad esempio non è sempre sufficiente per i dischi esterni da 2,5”).