Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il latino era una lingua con molte varietà, influenzate da fattori sociali e geografici, e differiva tra regioni e all'interno di Roma stessa.
  • La lingua scritta latina era più conservativa, aderendo a regole retoriche, mentre il latino parlato era più duttile e soggetto a cambiamenti.
  • Le lingue neolatine derivano dal latino popolare, con influenze regionali che hanno portato all'evoluzione in diversi "volgari".
  • Il latino della Chiesa era una forma sovranazionale e ufficiale, che mantenne molti aspetti del latino antico con influenze cristiane.
  • Nel Medioevo, il latino era usato nelle università e nella curia papale, mentre le lingue volgari continuavano a evolversi, creando un bilinguismo.

Indice

  1. Introduzione
  2. Il latino: una lingua con tante varietà
  3. Latino parlato e latino scritto
  4. Il latino parlato
  5. Il latino della Chiesa: un latino sovranazionale
  6. Il latino, lingua sovranazionale

Introduzione

Per capire perché le lingue romanze sono derivaste dal latino bisogna descrivere le sue caratteristiche a Roma e in tutto il resto dell’impero.

Il latino: una lingua con tante varietà

Il latino non è mai stato una lingua con caratteristiche di uniformità: esso era articolata in numerose varietà linguistiche in funzione del gruppo sociale di appartenenza e dell’area geografica di appartenenza del locutore/interlocutore.
I latino parlato a Roma non ero lo stesso parlato in Gallia o sulle rive del Danubio. Ma anche all’interno dell’Urbe, le differenze erano notevoli.
La lingua scritta utilizzata dagli scrittori (Cicerone, Orazio, Virgilio) non era la stessa che veniva utilizzata utilizzato negli scambi commerciali, dai contadini o all’interno dell’esercito, fra commilitoni.
Esempio: nello stile elevato cavallo = equus, ma nella vita quotidiana esisteva caballus, da cui l’italiano cavallo, il francese cheval e lo spagnolo caballo. Da equus sono poi state ricostruite le parole di origine dotta: equino, equitazione
Comunque esisteva una sorta bilinguismo. Infatti, il latino che Cicerone usava nelle sue orazioni e nei suoi scritti differiva notevolmente da quello di cui si serviva per rivolgersi alla sua servitù.

Latino parlato e latino scritto

Come è sempre successo per tutte le lingue vive, con passar del tempo, il latino ha subito delle modifiche.
Infatti, il latino del I secolo a.C. è assai diverso da quello utilizzato nel III o IV secolo d.C.
Le modifiche subite dalla lingua parlata sono state molto più rapide ed incisive rispetto a quelle subite dalla lingua scritta, perché quest’ultima aveva un carattere molto più conservativo. Il latino scritto era codificato dalle regole della retorica che avevano lo scopo di mantenere la lingua il più aderente possibile ai grandi autori definiti “classici”.
Invece il latino parlato, per la sua stessa funzione, era più duttile, più predisposto alle novità e al processo di trasformazione.

Il latino parlato

Le lingue neolatine, dette anche “volgari”, perché parlate dal “vulgus” (= popolo), derivarono dal latino popolare, informale e parlato a cui si aggiunsero, nel corso dei secoli delle interferenze a secondo della regione geografica in cui esso era parlato. Per esempio, per indicare il luogo in cui si abita, il latino avevano due termini:
1) “casa” da cui si è passati al volgare italiano “casa”
2) “domus”, latino letterario, indicava un’abitazione di maggior prestigio che nel volgare è passato ad indicare la casa del Signore, il duomo.

Il latino della Chiesa: un latino sovranazionale

Mentre il latino parlato si evolveva lentamente in direzione delle lingue romanze volgari, coesisteva una lingua latina scritta, utilizzata in situazioni ufficiali, come le cerimonie liturgiche, molto vicino al latino antico sia per strutture che per lessico. Si trattava del latino della Chiesa. Comunque anche questo latino, su cui aveva una forte influenza il Cristianesimo soprattutto a livello semantico. Diverse parole, infatti, cambiano significato. Per esempio,
il termine “fides” tradizionalmente aveva il significato di “impegno, parola data” che poi è passato a indicare “fede religiosa”;
il termine “virtus” che aveva il significato di “valore, coraggio militare”, ha acquisito una connotazione morale per indicare “virtù morale”;
il termine “captivus”, in latino significava “prigioniero”. Col tempo i cristiani hanno avuto la consuetudine di usarlo per indicare una persona che il diavolo ha imprigionato nel male (si diceva “captivus diaboli”) e questo ha contributo a dare al termine, il valore di “cattivo” in senso morale, opposto a qualcuno che è buono.
A queste modifiche di significato occorre aggiungere alcuni neologismi derivati dal greco: clericus, episcopus, basilica, angelus, ecclesia, tutti termini legati alla vita religiosa e al sacro.

Il latino, lingua sovranazionale

Occorre, però, precisare che, per tutto il Medioevo, quando il popolo parlava delle lingue molto diverse dal latino e in continua evoluzione, senza per altro senza una dignità di uso colto, il latino era una lingua sovranazionale che veniva parlata o scritta sia nella curia papale, che nelle università come Parigi e Bologna. Nelle stessi luoghi, a livello parlato si continuava, però, a parlare le lingue volgari in continua evoluzione, come si trattasse di un vero e proprio bilinguismo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali varietà del latino menzionate nel testo?
  2. Il testo descrive il latino come una lingua con molte varietà, influenzate dal gruppo sociale e dall'area geografica. Differenze esistevano tra il latino parlato a Roma e quello in altre regioni come la Gallia o il Danubio, e anche all'interno di Roma stessa.

  3. Come si differenziava il latino parlato dal latino scritto?
  4. Il latino parlato era più soggetto a cambiamenti e influenze regionali, mentre il latino scritto era più conservativo, aderendo alle regole della retorica e ai modelli dei grandi autori classici.

  5. In che modo il latino della Chiesa si differenziava dal latino parlato?
  6. Il latino della Chiesa era una forma scritta utilizzata in contesti ufficiali e liturgici, mantenendo una vicinanza al latino antico, ma subendo influenze semantiche dal Cristianesimo.

  7. Quali sono alcuni esempi di cambiamenti semantici nel latino della Chiesa?
  8. Alcuni termini latini hanno cambiato significato sotto l'influenza cristiana, come "fides" da "impegno" a "fede religiosa", "virtus" da "coraggio militare" a "virtù morale", e "captivus" da "prigioniero" a "cattivo" in senso morale.

  9. Qual era il ruolo del latino nel Medioevo?
  10. Durante il Medioevo, il latino era una lingua sovranazionale usata nelle università e nella curia papale, mentre le lingue volgari continuavano a evolversi e venivano parlate a livello quotidiano, creando una situazione di bilinguismo.

Domande e risposte