sirenetta
Sapiens
1 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • Il genitivo della pena si utilizza con verbi di condanna per indicare la pena in caso di multa indeterminata.
  • Per multe indeterminate come "tanti", "quanti", "dupli", si usa il genitivo; altrimenti, si utilizza l'ablativo.
  • Esempi di condanna includono "damnare aliquem morte" per condannare a morte.
  • Le leggi antiche prevedevano pene proporzionali, come il ladro condannato al doppio e l'usuraio al quadruplo.
  • Camillo fu condannato, benché assente, a pagare una somma specifica in libbre di bronzo.
Il genitivo della pena
Unitamente ai verbi di condanna (ad esempio: damno, condemno, multo) indica la pena a cui uno viene condannato per la colpa commessa. Si ha il genitivo solo se si tratta di una multa indeterminata (ad esempio: tanti, quanti, dupli, tripli), mentre in tutti gli altri casi viene utilizzato l'ablativo (con valore strumentale del mezzo).

Esempi:

Damnare aliquem morte
Condannare a morte

Maiores nostri ita legibus posuerunt: furem dupli condemnari,feneratorem quadrupli
I nostri antenati fissarono così con le leggi: che il ladro fosse condannato al doppio [di quanto aveva rubato], l'usuraio al quadruplo

Camillus abses (valore concessivo) quindecim milibus aeris gravis damnatur
Camillo, benchè assente, viene condannato a pagare quindicimila libbre di bronzo

Saepe, iudices, multos capite damnastis
Spesso, o giudici, avete condannato molti a morte

Domande e risposte