Fabrizio Del Dongo
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Indice

  1. Tomber dans le panneau = cadere nella rete
  2. En mettre un rayon = Darsi da fare
  3. Une vie de patachon = Una vita da Michelaccio
  4. Courir le guilledoux = Correre la cavallina
  5. Courir la prétantaine = Correre la cavallina
  6. Bouffer des briques = fare la fame
  7. Vider son sac = vuotare il sacco
  8. Faire le mariol = Darsi delle ari
  9. Une vie de bâton de chaise = una vita da scapestrato
  10. Valoir que dalle = non valere nulla

Tomber dans le panneau = cadere nella rete

Il « panneau » er auna rete, collocata in modo verticale in cui gli uccelli – ma anche altri animali, si impigliavano. A volte, si tirava una corda e la rete veniva a cadere improvvisamente sulla selvaggina Ancora oggi viene utilizzata nei Pirenei per la caccia ai colombo. Il senso figurato che se ne fa derivare è evidente. I pannelli pubblicitari i pannelli elettorali si prestano molto bene ad un involontario quanto piacevole gioco di parole.

En mettre un rayon = Darsi da fare

“rayon” deriva dal termine “rai” nel senso di solco di un campo arato e ci rimanda a colui che ara e che produce uno sforzo notevole per tracciare il solco In senso metaforico si riferisce a colui che instancabilmente si dà da fare per raggiungere il suo scopo.

Une vie de patachon = Una vita da Michelaccio

Nel XIX secolo le “pataches” erano delle vetture pubbliche riservate alla povera gente. Il conducente si chiamava patachon ed era sempre per le sandre e si fermava a bere in tutte le bettole.

Courir le guilledoux = Correre la cavallina

Poichè le guilledoux deriva dallo svedese kveldulr (= lupo della sera) si tratterebbe di correre incontro al pupo mannaro quando si fa sera e si riallaccia all’espressione “avoir vu le loup, qu’on applique aux filles qui ont couru”, cioè alle ragazze di dubbiosa morale. Per altri, poiché “guilledou” è un termine burlesco per indicare la dissolutezza di una persona, di una donna si dice “qui court le guilledoux” perché viene meno ai suoi impegni domestici. Ce chi ha anche pensato a “gildonia”, una specie di confraternita tedesca dedita alle baldorie. Poiché quresti trattenimenti era licenziosi, i gli iscritti venivano chiamati frequentatori di guilledou. Ma la teoria più accreditata afferma che si tratta di una parola composta: guiller (= ingannare) + doux (in senso morale), per cui “guilledoux” corrisponderebbe ad un’astuzia sottile. Da ricordare infine che nel Poitou il verbo “guiller” significa “introdursi in un piccolo orifizio, infilarsi in un passaggio stretto, per cui il termine “guilledoux” assumerebbe un significato che non ha bisogno di commenti.

Courir la prétantaine = Correre la cavallina

Nel XVII secolo, l’espressione significava « andare di qua e di là”, “vagare senza un particolare motivo”. Soltanto nel XVIII secolo, la frase comincia ad applicarsi alle donne che fanno delle passeggiate con uno spirito di libertinaggio.

Bouffer des briques = fare la fame

Questo modo dire si basa sudi un’errata interpretazione. La parola “briques” non sono i mattoni del francese attuale, bensi un terminme derivato dal medio olandese “bricke” = pezzo, briciola. “Brique” è pertanto uno dei modi per fare la negazione. Infatti nei dialetti francesi del nord è frequente senti dire: “Il ne mange brique = Il ne mange rien. A seguito dell’ellissi del “ne” è rimasta la frase “manger brique =non mangiare nulla, mangiare le briciole di quel che resta. “brique” come negazione fa pensare all’italiano “mica” = Non ha mica mangiato = non ha mangiato nulla.

Vider son sac = vuotare il sacco

L’origine di questa espressione è di ordine giuridico. Un tempo tutti gli incartamenti di un processo erano trascritti su pergamena e quindi arrotolali, sigillati e legati con un nastro. Per trasportarli si era soliti utilizzare un sacco. Per questo motivo, ogni avvocato, arrivato davanti al giudice vuotava il sacco nel senso che presentava tutti gli atti necessari per la causa da affrontare. Nel linguaggio moderno, l’espressione ha acquisito una certa sfumatura di astio. “ora è giunto il momento che tu vuoti il sacco e che tu dica tutta la verità, anche quella che hai nascosto fino ad ora!”

Faire le mariol = Darsi delle ari

La parola “mariol” ha un doppio senso. In primo luogo è un furbacchione, un individuo molto astuto che inganna sempre i propri simi; basti pensare all’italiano “mariolo”.
In secondo luogo, ha il valore di damerino, cicisbeo, Esso proviene da “mariole” diminutivo di “marion”, a sua volta diminutivo di “Maria”. Nel XV secolo le “marioles” erano le damerine che si davano delle arie. Il maschile corrispondente era marjolets che probabilmente il termine ha conservato una punta di astuzia dei “mariols” iniziali.

Une vie de bâton de chaise = una vita da scapestrato

I « bâtons de chaise » sono le due stanghe che servivano a trasportare le portantine e non gli appoggia piedi delle nostre sedie. In Francia, le portantine cominciarono ad essere di moda nella seconda metà del XVII secolo. Le relative stanghe venivano ora tolte, ora rimesse, si piegavano sotto il carico della persona trasportata e all’occorrenza servivano anche come arma da difesa e arma offesa. La loro vita era veramente travagliata, senza un momento di riposo, come non trovano tranquillità gli scapestrati.

Valoir que dalle = non valere nulla

“Que dalle” proviene dalla lingua degli zingare in cui “dail” o “dal” significa “proprio nulla”.

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