Concetti Chiave
- La religione romana antica era più sociale e politica che spirituale, focalizzata su valori come la pietas e la maiestas populi romani.
- Le élite culturali si allontanarono dalla religione tradizionale, cercando risposte morali in filosofie come l'epicureismo e lo stoicismo.
- L'astrologia e le pratiche magiche divennero popolari a Roma, poiché offrivano supporto per affrontare le difficoltà quotidiane.
- I culti orientali, come quelli di Iside, Osiride e Mitra, attirarono la popolazione promettendo salvezza e vita ultraterrena.
- Questi nuovi culti erano caratterizzati da una tendenza al monoteismo, unificando funzioni divine in un'unica divinità.
La rivoluzione cristiana
L’antica religione romana non aveva nulla a che vedere con i sentimenti, le passioni e i dolori degli individui. Aveva un carattere prevalentemente sociale e politico. Secondo la tradizione la pax deum (pace degli dei) si realizzava quando il cittadino uniformava il proprio comportamento ai valori della pietas (rispetto per gli dei) della fides (rispetto dei riti) e perseguiva come bene supremo la maiestas populi romani (grandezza del popolo romano).
La religione romana era diventata un guscio vuoto.
Le alternative alla religione tradizionale
Gli uomini di cultura si erano da tempo allontanati dalla religione tradizionale, che pur rispettavano. Alcuni intellettuali e uomini politici perduta ogni fiducia negli dei antichi, cercavano altrove regole di comportamento morale o approvano a posizioni di scetticismo. Ma gli uomini più sensibili si interrogavano sulla presenza del bene e del male e si chiedevano se la causa dovesse essere cercata nell’azione del caso o in quella della provvidenza divina.
Alcuni correnti filosofiche ebbero successo perché rispondevano agli interrogativi morali delle persone colte. L’ epicureismo si proponeva di allontanare l’uomo dalla superstizione che procuravano sofferenza e dolore. Il piacere secondo Epicuro è alla base della felicità, ma può portare come conseguenza anche il dolore, bisogna evitare ogni eccesso o desiderio smodato. Lo stoicismo invitava a partecipare all’attività politica non per ambizione ma per dovere.
Anche nella capitale dell’impero poteva capitare a tutti di sentirsi infelici e di avere bisogno di soccorso. Si diffusero così credenze e pratiche superstiziose che aiutavano il singolo ad affrontar le difficoltà della vita quotidiana. Ebbe grande importanza l’astrologia: sosteneva che i pianeti e le stelle avevano una forte influenza sulla via dell’umo. Si diffusero anche le pratiche magiche: i Romani usavano amuleti per scacciare i malanni. Spesso di notte era possibile osservare donne aggirarsi nei cimiteri per cercare erbe per creare pozioni magiche. Più pericolose erano le pratiche destinate a nuocere alla persona odiata.
Le nuove religioni
La gran massa della popolazione si affidò ai culti orientali, che sembravano rispondere meglio ai bisogni spirituali della gente. I culti delle divinità egizie Iside e Osiride, vietati da Tiberio in nome delle tradizioni romane. Nell’epoca dei Flavi vennero dedicati santuari anche a Mitra, un dio di origine persiana. I nuovi dei affrontavano il problema del dolore, promettevano la salvezza, alimentavano la speranza di una vita dopo la morte resa possibile dall’intervento del dio.
Nei culti orientali il rapporto dell’uomo con la divinità veniva conquistato con la meditazione la preghiera e la purificazione. I culti di Iside, Osiride e Mitra avevano in comune, oltre alla promessa di una vita ultraterrena, la tendenza al monoteismo, poiché unificavano nella persona di un solo dio funzioni precedentemente attribuiti a dei diversi.
Domande da interrogazione
- Qual era il carattere principale della religione romana antica?
- Quali alternative cercavano gli uomini di cultura alla religione tradizionale?
- Quali erano le caratteristiche dei culti orientali che attiravano la popolazione romana?
- In che modo i culti orientali differivano dalla religione romana tradizionale?
La religione romana antica aveva un carattere prevalentemente sociale e politico, focalizzandosi sulla pax deum e la maiestas populi romani, piuttosto che sui sentimenti individuali.
Gli uomini di cultura si allontanavano dalla religione tradizionale, cercando risposte nelle correnti filosofiche come l'epicureismo e lo stoicismo, o in pratiche superstiziose come l'astrologia e la magia.
I culti orientali, come quelli di Iside, Osiride e Mitra, promettevano la salvezza e una vita dopo la morte, affrontando il problema del dolore e alimentando la speranza spirituale.
I culti orientali si basavano su meditazione, preghiera e purificazione, e tendevano al monoteismo, unificando funzioni divine in un solo dio, a differenza della religione romana che era più sociale e politica.