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Gabriel Scribano III^ C 2/03/06
Liceo Scientifico T. Monticelli Laboratorio di Fisica
ALLUNGAMENTO DI UNA MOLLA:
CALCOLARE IL K DELLA MOLLA CHE PROVIENE
DALL’UNIONE DI DUE MOLLE.
OBBIETTIVO
L’obbiettivo di questa esperienza è la verifica sperimentale della legge di
Hooke in un caso particolare: quando si uniscono due molle. Infatti lo
scopo è trovare il K che proviene dell’unione di due molle. Si tratta di un
vero e proprio “esperimento”, perché si cerca una relazione tra due
grandezze, che nel caso specifico sono l’allungamento di una molla appesa
a un gancio e i pesi che le vengono applicati.
CONSIDERAZIONI TEORICHE
L’unità di misura della forza:
Per poter definire la forza è necessario stabilire in quale modo si collegano
gli effetti della forza con la sua intensità; abbiamo bisogno insomma di una
unità di misura.
L’unità di misura delle forze è il Su un corpo di massa 1 kg
Newton (N).
agisce una forza peso di 9,81 N.
Peso (N) = 9,81 N/kg x massa (kg).
L’elasticità e la legge di Hooke:
Una pallina di acciaio che cade su una lastra di marmo rimbalza molte più
volte di una di piombo o di morbida creta.
Questi diversi comportamenti sono dovuti a un’importante proprietà dei
materiali: l’elasticità.
Si definisce la proprietà che hanno determinati corpi di
elasticità
riacquistare la forma originaria dopo essere stati deformati.
Naturalmente, un corpo perfettamente elastico non esiste ma è possibile,
utilizzando determinati materiali (gomma, acciaio e così via) e realizzando
particolari forme, ottenere corpi ad elevata elasticità. Per esempio, è
proprio l’elasticità la caratteristica fondamentale di una molla.
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Se fissiamo l’estremità di una molla a un sostegno rigido, possiamo
applicare una forza alla molla semplicemente appendendo un corpo: per
effetto della forza la molla si allunga. Se modifichiamo la forza applicata,
vediamo che cambia anche l’allungamento della molla (che indichiamo
con ∆l): si può constatare che il rapporto tra le due grandezze resta sempre
lo stesso, cioè è costante. In altre parole possiamo dire che l’allungamento
(∆l) della molla è direttamente proporzionale all’intensità della forza (F)
che lo determina, ovvero, in termini matematici:
F/ ∆l = k oppure F = k x ∆l
A questo importante risultato giunse più di tre secoli fa R. Hooke, uno
scienziato inglese contemporaneo di Newton. Egli enunciò la legge, nota
come che può essere espressa nel seguente modo:
legge di Hooke,
Un corpo perfettamente elastico subisce una deformazione proporzionale
alla forza applicata.
Vediamo ora qual è il significato fisico della costante k che compare
nell’espressione della legge di Hooke.
Diciamo subito che k è detta (o della molla
costante di elasticità rigidità)
che, poiché il suo valore deriva dal rapporto tra una forza e una lunghezza,
la sua unità di misura nel Sistema Internazionale è il newton su metro
(N/m). Possiamo dunque concludere che una molla è tanto più rigida
quanto più è grande il valore della sua costante k, valore che dipende dalle
caratteristiche costruttive della molla. Noteremo infine, che il K ottenuto
dall’unione di delle due molle sarà ½ rispetto a quello iniziale.
MATERIALE OCCORRENTE
Asta con treppiede;
• Morsetto con gancio;
• Asta graduata;
• Bilancia elettrica;
• 2 molle costituite da 40 spire;
• Masse tarate con portatesi o ganci di raccordo;
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FORMULE UTILIZZATE
F = m x 9,8(accelerazione di gravità)
∆l = lf - li
F / ∆l = k (costante)
PROCESSO TEORICO
Misurare il K della prima molla;
• Misurare il K della seconda molla;
• Mettere le due molle in serie per misurare il K equivalente.
• PROCEDIMENTO
Dopo aver portato in laboratorio un asta con piedi di sostegno alla
• quale abbiamo attaccato un morsetto con gancio; abbiamo appeso al
gancio una molla e abbiamo misurato la lunghezza della molla a
riposo l = 65,8 cm. Dopo, abbiamo applicato alla molla una massa di
0
50 g e abbiamo calcolato l’allungamento della molla (∆l) pari a 1,4
cm. Dopo di ché, abbiamo ripetuto questa operazione applicando alla
molla prima una massa pari a 100g e poi una massa pari a 150g e
abbiamo misurato l’allungamento della molla (∆l) pari a 1,4cm sia
con la prima massa che con la seconda. Infine abbiamo calcolato il K
della molla = forza / allungamento che è = 350 N/m
Ora ripetiamo gli stessi procedimenti per la seconda molla: infatti
• abbiamo appeso al gancio un’altra molla e abbiamo misurato la
lunghezza della molla a riposo l = 66,2 cm. Dopo, abbiamo applicato
0
come nel precedente passaggio una massa di 50 g e abbiamo
calcolato l’allungamento della molla (∆l) pari anche in questo caso a
1,4 cm. Dopo di ché, abbiamo ripetuto questa operazione applicando
alla molla prima una massa pari a 100g e poi una massa pari a 150g
e abbiamo misurato l’allungamento della molla (∆l) pari a 1,4cm sia
con la prima massa che con la seconda. Infine abbiamo calcolato il K
della molla = forza / allungamento che è = 350 N/m
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