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Concetti Chiave

  • La Scuola di Marburgo era la principale corrente del pensiero neokantiano, rappresentata da Hermann Cohen e Paul Natorp.
  • Natorp collega Platone a Kant, interpretando le idee platoniche come categorie kantiane e considerando Platone un anticipatore del pensiero kantiano.
  • Le idee platoniche, secondo Natorp, fungono da condizioni trascendentali per la conoscenza, simili alle categorie di Kant.
  • I neokantiani propongono un ampliamento del trascendentale di Kant, includendo non solo la scienza ma anche morale, estetica e storia.
  • Questo ampliamento mira a rendere la conoscenza logico-matematica oggettivamente valida per tutta l'esperienza umana.

Indice

  1. La scuola di Marburgo
  2. Il trascendentale e la conoscenza

La scuola di Marburgo

La corrente dominante nel pensiero neokantiano era la cosiddetta “Scuola di Marburgo”, i cui principali esponenti furono Hermann Cohen e Paul Natorp. Quest’ultimo ha cercato di mostrare, pubblicando un libro assai fortunato, La dottrina platonica delle idee, come Platone possa essere considerato un precursore di Kant; a tal fine Natorp è partito dalla considerazione che le idee platoniche sono i princìpi che rendono possibile la nostra conoscenza delle cose. L’idea non è soltanto un’entità a sé, una struttura ontologica ma, in alcuni dialoghi, è anche (come affermerebbe Kant) condizione trascendentale di pensabilità dei fenomeni, una funzione epistemologica in grado di avvicinare progressivamente la conoscenza all’eterno x, ovvero a quell’essere, studiato nell’esperienza scientifica, che rappresenta precisamente l’orizzonte indeterminato della possibile e inesauribile determinazione gnoseologica. Quest’ultimo senso epistemologico corrisponde, secondo Natorp, all’autentica dottrina di Platone, perciò le idee sono interpretabili come categorie kantiane: è possibile considerare Platone un kantiano ante litteram.

Il trascendentale e la conoscenza

Il trascendentale quale si esplicita nella Critica della ragion pura fa sostanzialmente riferimento a quel tipo di conoscenza scientifica emersa dalla rivoluzione scientifica moderna e in larga parte alle tesi di Newton. I neokantiani, che mirano ad una conoscenza prettamente logica-matematica, la quale, pur calata nella storia, risponda all’esigenza di un’oggettività formale ed “astratta” della mente, affermano che il disegno kantiano dev’essere allargato a tutta l’esperienza umana; mentre Kant, qualora si occupasse di scienze empiriche, non allargava la validità del trascendentale alla morale, all’estetica o alla storia (a cui tuttavia voleva dedicare una quarta critica), i neocriticisti si pongono chiaramente il problema di un allargamento del trascendentale, interpretato in senso storico-relativo, a tutta l’esperienza umana, anche alla dimensione storica dell’esperienza umana.

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