Concetti Chiave
- Averroè ammira incondizionatamente Aristotele, considerandolo un modello che ha raggiunto la verità in quasi tutti i campi del sapere.
- Critica al-Ghazali sostenendo che abbandonare la filosofia per teologia infondata mina la fiducia nelle capacità conoscitive umane.
- Averroè vede filosofia e religione come "sorelle" che conducono sempre alla stessa verità unica, con contrasti solo apparenti.
- Nell'opera "Trattato decisivo", argomenta che la filosofia è obbligatoria per la legge islamica, essendo una considerazione di tutto ciò che esiste come segno di Dio.
- Propone che il Corano abbia diversi livelli di lettura, con il senso profondo accessibile solo ai filosofi, escludendo teologi che mancano degli strumenti interpretativi.
Indice
Ammirazione per Aristotele
Giurista, produce commenti a tutte le principali opere di Aristotele, con ammirazione incondizionata: egli è un modello a cui bisogna ispirarsi, perché ha raggiunto la verità in praticamente tutti i campi del sapere.
Interpretazioni personali di Averroè
Comunque, Averroè prende delle decisioni interpretative molto personali, riguardo la dottrina dell’intelletto e la questione del soggetto della filosofia prima, che lo diventa Dio e le altre sostanza separate (le intelligenze). Quindi metafisica come teologia filosofica.
Critica a al-Ghazali
Critica al-Ghazali nello scritto “L’incoerenza dell’incoerenza”: se si rinuncia alla filosofia per far posto a pretese teologiche non sufficientemente fondate, si distrugge ogni figucia nelle possibilità conoscive dell’uomo. In ogni caso, filosofia e religione sono “sorelle”, si implicano in qualche modo a vicenda.
o L’accordo tra filosofia e religione
Nell’opera-fatwa “Trattato decisivo sull’accordo tra filosofia e religione”, si analizza appunto questo rapporto.
Filosofia e diritto islamico
Secondo il diritto islamico, tutte le azioni umane si dividono in atti permessi/leciti, atti prescritti e atti illeciti. Se la filosofia non è altro se non la considerazione di tutto ciò che esiste in quanto è prodotto da Dio ed è segno di Dio, essa non è né vietata né soltanto lecita, ma prescritta dalla legge islamica come obbligatoria, o per lo meno meritoria. E anche lo studio dei filosofi del passato, anche se pagani e non musulmani, è in qualche modo obbligatorio.
Concordanza tra filosofia e religione
Ma che fare se si registra una discordanza tra gli insegnamenti della filosofia e quelli della religione? Un contrasto effettivo o reale non può mai aver luogo: la verità non può mai essere contraria alla verità, non può mai entrare in contraddizione con se stessa. Quindi la religione e la filosofia conducono sempre entrambe alla medesima verità, che è sempre unica. I contrasti sono puramente apparenti, nel senso che una delle due ipotetiche verità in conflitto deve in realtà essere interpretata più correttamente.
Interpretazione del Corano
E dato che, per le regole dettate dal modello sillogistico, qualsiasi dimostrazione scientifica o filosofica è indubitabile, allora è il testo coranico rivelato a dover essere sottoposto a un’interpretazione che lo rende compatibile con la verità filosofica. Ciò è accettabile perché il Corano ha diversi livelli di lettura:
i. Senso letterale/ovvio: per tutti i credenti
ii. Senso metaforico/profondo: accessibile a coloro che hanno gli strumenti per interpretarlo, cioè i filosofi.
Non ci saranno mai contrasti, perché i filosofi potranno sempre trovare l’interpretazione del testo sacro che risulti compatibile con quello che è possibile dimostrare scientificamente. Ma allora la gente semplice è tenuta ad attenersi esclusivamente al senso letterale della rivelazione. Inoltre, dall’interpetazione del testo devono essere esclusi anche i teologi, perché sono coloro che non intendono attenersi solo al senso letterale, ma voglio accedere a quello profondo pur non avendone i mezzi.
L’unica maniera corretta di pervenire al senso profondo o metaforico di un passo coranico è quella di interpretarlo secondo le regole della logica e della filosofia.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Averroè riguardo alla relazione tra filosofia e religione?
- Come si deve interpretare il Corano secondo Averroè?
- Qual è la critica di Averroè a al-Ghazali?
- Qual è il ruolo della filosofia secondo il diritto islamico, secondo Averroè?
Averroè sostiene che filosofia e religione sono "sorelle" e si implicano a vicenda, conducendo entrambe alla stessa verità unica. I contrasti tra i loro insegnamenti sono solo apparenti e devono essere risolti attraverso un'interpretazione corretta.
Averroè afferma che il Corano ha diversi livelli di lettura: un senso letterale per tutti i credenti e un senso metaforico accessibile ai filosofi. I filosofi devono interpretare il testo sacro in modo compatibile con la verità filosofica, mentre la gente semplice deve attenersi al senso letterale.
Averroè critica al-Ghazali per aver rinunciato alla filosofia a favore di pretese teologiche non sufficientemente fondate, sostenendo che ciò distrugge la fiducia nelle capacità conoscitive dell'uomo.
Secondo Averroè, la filosofia è prescritta dalla legge islamica come obbligatoria o meritoria, poiché è la considerazione di tutto ciò che esiste come prodotto e segno di Dio. Anche lo studio dei filosofi del passato è in qualche modo obbligatorio.