Concetti Chiave
- La ragione astrae dalle immagini create dall'immaginazione per ottenere il concetto o essenza comune a una specie.
- Questo processo è simile all'induzione psicologica, utilizzato per apprendere i principi delle scienze.
- Attraverso l'intuizione intellettuale, si può comprendere l'essenza di concetti complessi, come l'uomo definito "animale razionale".
- Aristotele differisce da Platone, poiché le idee sono immanenti alle cose concrete e sensibili, non esistono indipendentemente.
- La ragione non solo astrae concetti, ma li collega in giudizi e ragionamenti, formando sillogismi.
Il ruolo della ragione
Sulle immagini prodotte dall'immaginazione, che la memoria conserva, opera la ragione (noùs). Essa astrae dalle immagini la forma intelligibile, ossia il concetto o essenza che conviene a tutti i membri di una specie, in quanto ne raccoglie o "ne prende insieme" i tratti comuni. Si tratta in sostanza del medesimo processo dell'epagoghé (induzione) psicologica, di cui abbiamo parlato come metodo per apprendere i principi delle scienze.
Per esempio, sulla base di successive percezioni sensibili di uomini, rielaborate dall'immaginazione e conservate dalla memoria, è possibile giungere, con un atto di intuizione intellettuale (noùs), ad apprendere con il pensiero l'essenza o forma intelligibile dell'uomo, espressa sul piano linguistico dalla definizione "animale razionale" (che costituisce uno dei principi propri dell'antropologia, ossia della scienza che studia l'uomo).Differenze con Platone
È necessario osservare anche, a questo proposito, la differenza rispetto alla concezione platonica: le idee o intelligibili, per Aristotele, non esistono in sé, come per Platone, ma sono immanenti alle cose concrete e sensibili, da cui spetta alla ragione di trarle. Oltre a trarre dal sensibile la forma intelligibile e a rifletterla in sé, come in uno specchio, la ragione si attiva a collegare i concetti nei giudizi e i giudizi nei ragionamenti (sillogismi).