Concetti Chiave
- Nel XIII secolo, le opere di Aristotele dominano l'università grazie alle traduzioni di domenicani come Alberto Magno e Tommaso d’Aquino.
- Alberto Magno parafrasa il "De Anima" di Aristotele e discute la gerarchia dei sensi umani nella sua opera "Summa de creationis".
- Secondo Magno, il tatto è fondamentale per la sopravvivenza e viene considerato il senso primario nell'ordine dell'animalità.
- Dal punto di vista cognitivo, la vista è considerata superiore, mentre il tatto occupa l'ultima posizione.
- Tommaso d’Aquino considera la percezione sensoriale, in particolare il tatto, come base di tutta la conoscenza, anche quella immateriale.
Indice
L'influenza di Aristotele nel 13 secolo
Dalla metà del 13 secolo Aristotele tende a regnare nell’università con traduzioni delle sue opere si deve al lavoro intellettuale di due domenicani se verso la fine del processo filosofi naturali, teologi e medici potranno disporre di una compiuta teoria della percezione sensoriale:
Contributi di Albero Magno
- Albero Magno, parafrasò il “De Anima” aristotelico e trattò della sensorialità umana nella “Summa de creationis” si danno a suo parere cinque sensi, ognuno viene collegato a un organo e servono per conservare l’essere della creatura e farla vivere con un certo benessere. Quanto al loro ordine gerarchico se come criterio si assume l’animalità, viene elencato ovviamente per primo il tatto, fondamento di tutti gli altri e l’unico senza del quale non vi sia sopravvivenza possibile (si può infatti vivere da ciechi o da sordi ma non senza la pelle, organo associato al tatto). Se invece si valuta la funzione cognitiva, allora balza davanti a tutti la vista mentre il tatto retrocede in ultima posizione, forma e perfezione del corpo animale il tatto ha per organo il corpo nella sua interezza e senza bisogno di un mezzo esterno. Come ultimo invece riceve il semplice contatto e agisce alla pari degli altri quale veicolo di trasmissione sensoriale;
Tommaso d'Aquino e la percezione sensoriale
- Tommaso d’Aquino, anche lui commentò il “De Anima” allestendo lo stesso impianto di prima. Assume la percezione fornita dai sensi come base di tutto il sapere anche di quello dell’immateriale, di tatto vive il corpo interno, è radice e fondamento di tutti i sensi e ha la carne quale medium connaturale;