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Concetti Chiave

  • Le multinazionali organizzano la produzione in diversi paesi per sfruttare costi di manodopera ridotti e minori vincoli fiscali e sindacali.
  • La legislazione ambientale meno rigorosa nei paesi in via di sviluppo porta a gravi conseguenze ambientali e sociali.
  • Il fenomeno della "Mcdonaldizzazione" descrive come le culture locali siano sostituite da simboli del consumismo globale.
  • La globalizzazione ha ampliato la rete di comunicazioni e servizi grazie alle innovazioni tecnologiche, come Internet e la TV satellitare.
  • La globalizzazione è vista come una fonte di ricchezza e sviluppo da alcuni, ma criticata dai movimenti no global per le sue implicazioni negative.

Indice

  1. Introduzione
  2. Una legislazione meno rigorosa nella tutela dell’ambiente

Introduzione

Lo strumento dell’economia globalizzata sono le multinazionali, grandi imprese che organizzano la produzione in almeno due paesi diversi. le multinazionali hanno spostato parti o intere produzioni in paesi del Sud del mondo o in quelli dell’Europa orientale per godere di vantaggi come:
  • il costo ridotto della manodopera, spesso reclutata in paesi economicamente disagiati e quindi disposta a lavorare con bassi salari e in qualsiasi condizione pur di combattere la miseria;
  • minori difese sindacali a favore dei lavoratori;
  • meno tasse da pagare per le imprese;

Una legislazione meno rigorosa nella tutela dell’ambiente

È questo un problema grave perché, non soltanto sottopone le popolazioni locali a tutti i rischi di inquinamento a volte massiccio, ma va comunque ad aumentare il degrado complessivo del nostro mondo.
A volte sono le foreste ad essere attaccate: abbattute senza nessun criterio di conservazione, per produrre legname pregiato; altre volte i fiumi sono ridotti a discariche per smaltire i rifiuti di lavorazioni pericolose che le società ricche del Nord del mondo non vogliono più sul loro territorio. Da anni sono sorti dei movimenti di protesta, definiti no global, che combattono proprio contro la gestione politicamente scorretta delle multinazionali.

Poche aziende, dunque, di grandissime dimensioni impongono il loro punto di vista e dominano il mercato mondiale a scapito delle imprese di medie e piccole dimensioni che arrancano per esistere sulla piazza, non riuscendo a raggiungere un livello di competitività simile. È per questo che da anni il mondo globalizzato oltre a spaccarsi economicamente, si divide in parti opposte anche eticamente.

La globalizzazione dell’economia influenza anche la globalizzazione culturale tanto che in alcuni settori della scienza sociale si è affermato il termine Mcdonaldizzazione coniato dal sociologo Ritzer. Tale teoria indica il fenomeno attraverso il quale le culture locali vengono sradicate e sostituite dai simboli del consumismo provenienti dal design e dalla pubblicità, come il simbolo della Mc Donald, appunto. Nel campo delle comunicazioni il fenomeno della globalizzazione implica una rete sempre più ampia e più articolata di rapporti, favoriti dalle innovazioni tecnologiche. Internet, la tv satellitare e gli altri new media estendono a tutti la possibilità di usufruire di servizi sempre più avanzati, in altre parole, grazie all’incontro di globale e locale, si estendono le offerte d’informazione. Chi appoggia la globalizzazione vede in questo processo una crescente ricchezza mondiale e maggiori possibilità di sviluppo, libertà culturale, progressi tecnologici, istruzione e formazione, competitività e libera concorrenza. Tuttavia non tutti ritengono positivi gli effetti di questo processo, primi fra tutti i no global. La critica principale del movimento va alle multinazionali considerate così potenti da condizionare le scelte dei singoli governi verso politiche non sostenibili da un punto di vista ambientale ed energetico, imperialiste, non rispettose delle peculiarità locali, e dannose per le condizioni dei lavoratori. La globalizzazione ha contribuito a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni a livello mondiale, ma è cresciuto il divario tra le economie dei paesi ricchi e quelle dei paesi poveri.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i vantaggi per le multinazionali nel trasferire la produzione in paesi del Sud del mondo o dell'Europa orientale?
  2. Le multinazionali beneficiano di costi ridotti della manodopera, minori difese sindacali e meno tasse da pagare.

  3. Quali sono le conseguenze ambientali della legislazione meno rigorosa nei paesi in cui operano le multinazionali?
  4. Le popolazioni locali sono esposte a rischi di inquinamento e degrado ambientale, come la deforestazione e l'inquinamento dei fiumi.

  5. Come influisce la globalizzazione sull'economia e sulla cultura?
  6. La globalizzazione economica porta a una divisione etica e culturale, con fenomeni come la "Mcdonaldizzazione" che sostituiscono le culture locali con simboli del consumismo.

  7. Quali sono le critiche principali mosse dai movimenti no global contro le multinazionali?
  8. I no global criticano le multinazionali per influenzare politiche non sostenibili, imperialiste e dannose per i lavoratori, aumentando il divario tra paesi ricchi e poveri.

Domande e risposte