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Concetti Chiave

  • Le variabili preanalitiche, come l'esercizio fisico estremo, possono influenzare i livelli di enzimi ALT e AST nel sangue.
  • L'ALT mostra un ritmo circadiano e una variabilità inter-day maggiore rispetto all'AST, mentre il cibo non influisce sulle misurazioni di entrambi.
  • La misurazione di ALT e AST si basa su reazioni enzimatiche che rilevano l'attività enzimatica piuttosto che i substrati.
  • Per misurare correttamente l'ALT, è essenziale aggiungere il cofattore vitamina B6 (PLP) al campione di reazione.
  • Le moderne metodologie includono la vitamina B6 nel reagente, evitando i problemi dei dosaggi di prima generazione nei pazienti con epatite alcolica.

Variabili preanalitiche

Esistono delle variabili preanalitiche che possono influenzare la determinazione di questi enzimi poiché essendo presenti anche a livello muscolare, in caso di esercizio fisico estremo (maratona) questi aumentano anche di 3 volte la norma. ALT ha un ritmo circadiano che invece non si riscontra in AST, anche la variabilità inter-day è più alta per ALT rispetto ad AST mentre l’ingestione di cibo non ha nessun effetto sulla misurazione.
L’emolisi in vitro o in vivo può inficiare enormemente i livelli di AST proprio perché si misura l’AST rilasciato dai globuli rossi.
Per misurare ALT ed AST si utilizza una reazione enzimatica non più per misurare un substrato ma per misurare l’attività enzimatica dell’enzima stesso.
Per misurare ALT:
1. si aggiungono ad un campione di plasma i suoi substrati ovvero alanina e chetoglutarato.
2. Essendo ALT un’aminotransferasi prende il gruppo amminico dall'alanina e lo trasferisce al chetoglutarato
3. l’alanina diventa piruvato e il chetoglutarato diventa glutammato.
Per far sì che ciò avvenga è necessario un cofattore ovvero il piridossalfosfato (PLP) derivato della vitamina B6. L’enzima insieme a PLP forma una base di Schiff che permette di trasportare il gruppo amminico da una parte all’altra. I dosaggi di prima generazione di ALT avevano dei grossi difetti e non vedevano un rialzo delle aminotransferasi nei soggetti con epatite alcolica, perché al medio di reazione non veniva aggiunto il PLP, così l’enzima per funzionare utilizzava la vitamina B6 contenuta esclusivamente nel campione biologico, ma il campione biologico di un paziente con epatite alcolica (che ha un malassorbimento) è un campione privo di vitamina B6. Ciò che si misurava in laboratorio erano valori normali di ALT e AST ma non perché il soggetto non avesse un danno epatico (un alcolista ha un danno epatico) ma perché l'enzima non espletava la sua funzione in modo corretto essendo deficitario della vitamina B6. I dosaggi al giorno d’oggi non presentano più questo problema, infatti, al medio di reazione viene aggiunta anche la vitamina B6. Tanto più ALT viene rilasciato dall'epatocita tanto più si può misurare perché si aggiunge non solo alanina e chetoglutarato ma anche il suo cofattore (vitamina B6).
Per AST il processo non cambia, ovviamente si parte da substrati diversi quindi la trasformazione sarà da aspartato ad ossalacetato e da chetoglutarato a glutammato. Se si potesse distinguere tra le varie isoforme si avrebbero dei marcatori utili per diagnosi completamente diverse ma di fatto quello che si misura è invece un’attività enzimatica totale. Proprio per questo motivo LDH viene riservato solo come marcatore prognostico e di risposta alla terapia in alcune patologie ematologiche.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le variabili preanalitiche che influenzano la determinazione degli enzimi ALT e AST?
  2. Le variabili preanalitiche includono l'esercizio fisico estremo, che può aumentare i livelli di questi enzimi, e l'emolisi, che può influenzare i livelli di AST. ALT ha un ritmo circadiano e una maggiore variabilità inter-day rispetto ad AST, mentre l'ingestione di cibo non ha effetto sulla misurazione.

  3. Come si misura l'attività enzimatica di ALT?
  4. Per misurare ALT, si aggiungono alanina e chetoglutarato a un campione di plasma. ALT trasferisce il gruppo amminico dall'alanina al chetoglutarato, trasformando l'alanina in piruvato e il chetoglutarato in glutammato, con l'aiuto del cofattore piridossalfosfato (PLP).

  5. Qual era il problema dei dosaggi di prima generazione di ALT e come è stato risolto?
  6. I dosaggi di prima generazione non includevano il PLP nel medio di reazione, causando misurazioni errate nei pazienti con epatite alcolica. Ora, la vitamina B6 viene aggiunta al medio di reazione, risolvendo il problema.

  7. Qual è la differenza nel processo di misurazione tra ALT e AST?
  8. Il processo di misurazione è simile, ma per AST si utilizzano substrati diversi, trasformando l'aspartato in ossalacetato e il chetoglutarato in glutammato. Tuttavia, si misura l'attività enzimatica totale, non distinguendo tra le varie isoforme.

Domande e risposte