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Concetti Chiave

  • Una rapida diminuzione della concentrazione di emoglobina può indicare un'emorragia massiva, richiedendo una trasfusione immediata.
  • L'errata interpretazione dei test di laboratorio può portare a decisioni mediche pericolose, come nel caso di un test antidoping di Lance Armstrong.
  • È cruciale contestualizzare gli esami di laboratorio e considerare tutte le possibilità per evitare errori diagnostici.
  • I marcatori ideali devono essere rilasciati rapidamente nel sangue per consentire un trattamento tempestivo, specialmente in situazioni critiche come un infarto.
  • La rilevazione tempestiva dei biomarcatori è essenziale per migliorare le prospettive di trattamento del paziente, riducendo la mortalità in situazioni urgenti.

Esempi di test di laboratorio

Ad esempio, in un paziente in cui, effettuando l’emocromo, si osserva un passaggio di concentrazione di emoglobina da 130 a 80 g/L in un giorno, si notifica un’emorragia massiva che rende immediatamente necessaria una trasfusione. Qualora però, a causa di un esame non corretto, si sottoponesse a trasfusione un individuo sano, l’emoglobina salirebbe a 180 g/L, con condensazione sanguigna e conseguente rischio di trombosi.
Un altro esempio è rappresentato dal caso eclatante di erronea interpretazione del ciclista Lance Armstrong. Quando l’atleta fu sottoposto a controllo antidoping egli risultò positivo ad un test di gravidanza (che dosa la β HCG, un potente ormone anabolizzante). I medici conclusero quindi che le ipotesi fossero due: o gli esami erano sbagliati, o l’atleta era effettivamente colpevole di doping. Un mese dopo, Armstrong svenne durante un allenamento, e una volta in ospedale furono individuate delle metastasi cerebrali originate da un seminoma al testicolo, tumore che secerne proprio β HCG. L’esame quindi era corretto, ma era sbagliata l’interpretazione che i medici ne avevano fatto, per di più lasciando passare un mese durante il quale il tumore ebbe il tempo di metastatizzare (il seminoma è caratterizzato da una velocità di crescita molto rapida). È quindi importantissimo calare ogni esame nel suo contesto e vagliare tutte le possibilità.3. Deve essere rilasciato in tempistiche utili per consentire l’adeguato trattamento del paziente. In genere un marcatore ideale è rilasciato rapidamente nel sangue a seguito della patologia, a meno che non si tratti di un marcatore al 100% ristretto per un determinato organo, che quindi se dosato indica una condizione localizzata. Ad esempio, un marcatore che viene rilasciato nel sangue dopo un lasso di tempo di quattro giorni, può essere comunque utile e indicativo per la diagnosi di alcune patologie, come il cancro, in cui quattro giorni non rappresentano un tempo decisivo per l’intervento, ma perde il suo valore diagnostico in condizioni in cui è essenziale poter avere un intervento rapido, come nel caso di infarto. Se nell’ECG di un paziente emerge la possibile presenza di infarto, questo viene immediatamente sottoposto a rivascolarizzazione, poiché è cruciale agire tempestivamente: in una patologia come questa anche solo un’ora di ritardo aumenta la mortalità del 5%. Il biomarcatore ideale deve quindi essere rilevabile in un arco temporale che consenta di avere prospettive favorevoli nel trattamento del paziente.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza di contestualizzare correttamente i risultati dei test di laboratorio?
  2. È fondamentale calare ogni esame nel suo contesto e vagliare tutte le possibilità per evitare errori di interpretazione che possono portare a diagnosi errate e ritardi nel trattamento, come dimostrato nel caso di Lance Armstrong.

  3. Quali sono le conseguenze di un'errata trasfusione di sangue?
  4. Un'errata trasfusione di sangue in un individuo sano può portare a un aumento eccessivo dell'emoglobina, causando condensazione sanguigna e un conseguente rischio di trombosi.

  5. Quali caratteristiche deve avere un biomarcatore ideale?
  6. Un biomarcatore ideale deve essere rilasciato rapidamente nel sangue dopo l'insorgenza della patologia per consentire un trattamento tempestivo, soprattutto in condizioni critiche come l'infarto, dove anche un'ora di ritardo può aumentare significativamente la mortalità.

Domande e risposte