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Gregor Johann Mendel naque a Heizendorf, in Austria il 22 luglio 1822. Era l'unico figlio
di un contadino. Nel 1843 cominciò a studiare nel monastero di St. Thomas di ordine
agostiniano a Brno (oggi una delle città principali della Repubblica Ceca), vista la sua
attitudine e facilità all'apprendimento. Nell'agosto 1847 ricevette gli ordini sacerdotali.
Venne assegnato, dopo la sua ordinazione, alle funzioni pastorali, ma presto divenne
chiaro che era più adatto ad insegnare. Nel 1849 gli venne assegnato ad una scuola
media nella città di Znaim; fu qui che fece l'esame di qualificazione per la
certificazione come insegnante. Intorno al 1850, Mendel passò alla storia grazie agli
esperimenti di incrocio tra piselli da giardino compiuti. Dopo essere entrato
nell'Università di Vienna nel 1851 per imparare ad insegnare matematica e biologia,
per due anni si dedicò all'insegnamento nell'abbazia. Proprio all'Università sviluppò le
proprie abilità come ricercatore che utilizzò successivamente nel corso della sua vita.
Mendel tornò ad insegnare nel monastero di Brno nel 1854. Nello stesso anno iniziò gli
esperimenti di incrocio di piante impiegando come laboratorio l'orto del suo
monastero, con lo scopo di trovare delle leggi che spiegassero la continuità nella
trasmissione dei caratteri. Nel 1868 ne divenne anche abate. Mendel amava molto
curare l'orto e si stupì ben presto di come spesso le piante presentassero
caratteristiche atipiche. Proprio l'osservazione della trasmissione dei loro caratteri lo
portò a sviluppare la teoria dell'ereditarietà. Egli fu infatti, ricercatore accurato e
meticoloso, esperto in fisica e in matematica, uno tra i primi studiosi che decisero di
applicare la matematica alla biologia. Fece un utilizzo innovativo di caratteri ben
definiti e contrastanti (seme liscio o rugoso, fiori rossi o bianchi) nell'ambito della
stessa specie, quando la maggior parte dei suoi predecessori si era
occupata prevalentemente di incroci tra specie differenti. Seguendo
ben definiti caratteri attraverso la prima , la seconda e le successive
generazioni, Mendel riuscì a dimostrare che l'ereditarietà non è una
mescolanza di caratteri parentali, come si era pensato, ma che i
caratteri ereditari sono trasmessi da unità distinte, riassortite a ogni
generazione. Mendel prima di iniziare i suoi esperimenti aveva già in
testa le idee che, casualmente, gli antichi si erano "fatti" sulla
trasmissione dei caratteri. Ad esempio nell'allevamento dei piccioni,
gli allevatori del passato, per ottenere piccioni con la coda lunga (pavoncelli), avevano
selezionato gli esemplari col carattere più evidente e li avevano incrociati tra loro;
continuarono questa operazione fino a quando il piccione ebbe la coda della lunghezza
desiderata. In conclusione anche senza conoscere le leggi della genetica gli uomini
praticano da tempo l'ibridazione, sia animale che vegetale. Oltre alle conoscenze di
carattere scientifico Mendel conosceva molto bene la statistica e il calcolo delle
probabilità. Come si potrà vedere nelle pagine degli esperimenti la probabilità.
La scelta di Mendel della pianta da pisello (specie “piuma sativum”)per i suoi
esperimenti fu dovuta a diverse ragioni:
Le piante si trovavano in commercio ed erano facilmente coltivabili;
Le numerose varietà avevano caratteristiche assai differenti che si manifestavano
inalterate e riapparivano in un raccolto dopo l'altro;
Era possibile incrociare le piante artificialmente, ma non era possibile che si
verificasse un incrocio accidentale che potesse confondere i risultati sperimentali.
Attraverso i suoi studi, Mendel giunse alla formulazione delle cosiddette leggi
fondamentali, che scrisse nella sua opera chiamata “saggi sugli ibridi vegetali”,
generalmente valide per tutti gli organismi animali e vegetali a struttura cellulare,
mentre non lo sono nei batteri e nei virus. Esse sono:
1) Legge della dominanza (o legge della omogeneità del fenotipo) secondo la quale,
incrociando due individui puri che differiscano per un dato carattere, si ottengono nella
prima generazione (F1) discendenti con caratteristiche omogenee rispetto al carattere
in questione.
Questo significa che, in ogni caso, nella F1 uno dei caratteri antagonisti scompare
completamente, senza lasciare traccia. Questo carattere e altri dello stesso tipo
vengono detti recessivi, mentre quelli che determinano il fenotipo della pianta
prendono il nome di dominanti.
2) Legge della segregazione (o legge della disgiunzione), secondo la quale, incrociando
tra loro due individui della F1, si ottiene una progenie (F2) in cui i caratteri parentali si
manifestano secondo questi rapporti: 1/4 dei discendenti
presenta il carattere di un progenitore; 1/4 quello dell'altro, e la
restante metà è costituita da tutti e due.
Mendel arrivò a questa conclusione dall'osservazione del fatto
che i caratteri recessivi, scomparsi nella F1, riappaiono nella F2.
Egli spiegò questo fatto asserendo che i caratteri ereditari sono
sempre determinati da una coppia di fattori distinti, ciascuno dei
quali viene ereditato da uno dei genitori. I due geni di una
coppia possono essere uguali (nel qual caso gli organismi danno origine a discendenti
puri), e l'organismo viene detto omozigote per quel particolare carattere; nel caso
siano diversi l'organismo viene detto eterozigote per quel particolare carattere (gli
organismi danno origine a discendenti non puri). I gameti contengono i geni, ma ogni
gamete possiede solo uno dei due possibili alleli per ogni carattere. Quando due
gameti si combinano, gli alleli sono presenti nello zigote nuovamente in coppie. Un
allele può essere dominante rispetto ad un altro allele; in tal caso l'organismo
mostrerà nel suo aspetto esterno, cioè nel suo fenotipo, il carattere proprio dell'allele
dominante, anche se nel suo corredo genetico, o genotipo, ciascuno dei due alleli
continua ad esistere indipendente e distinto anche se non risulta visibile. L'allele
recessivo si separerà poi dal compagno dominante durante la formazione dei gameti,
nel processo meiotico.
3) Legge dell'indipendenza, secondo la quale in un incrocio, prendendo in
considerazione due coppie di caratteri alla volta (ossia incrociando piselli a semi gialli
e lisci con altri a semi verdi e grinzosi), si ottiene una prima generazione costituita
interamente da piselli gialli e lisci, essendo questi caratteri dominanti. Incrociando poi
tra loro questi individui si ottiene una seconda generazione costituita da:
Le prime due combinazioni daranno origine ad individui omozigoti, cioè puri per il
colore giallo o verde. La terza combinazione invece darà individui eterozigoti (o ibridi),
cioè impuri, ma gialli secondo il principio della dominanza. I caratteri recessivi non si
sono né persi né mescolati ad altri ma hanno mantenuto la loro identità. Mendel
calcolò anche che la presenza del carattere dominante risultava del 75% dei casi
mentre quella del carattere recessivo del 25%. Tale rapporto (3 a 1) rimaneva
costante in tutti gli esperimenti nella quale si poteva osservare la presenza del
carattere dominante e recessivo. Mendel ritenendo che la costanza di questo rapporto
non fosse casuale formulò due ipotesi:
1. Ogni carattere doveva essere determinato dalla presenza di “fattori ereditari” (oggi
detti geni).
2. Nelle cellule sessuali dei genitori ciascuna coppia di geni si separava in ogni singolo
componente: la cellula sessuale doveva quindi contenere un unico fattore ereditario o
gene. Indicò così ogni fattore ereditario con una lettera dell’alfabeto: i caratteri
dominanti con la lettera maiuscola, mentre quelli recessivi con la lettera minuscola.
Indicò quindi nei suoi esperimenti con “R” il carattere dominante che determinava il
colore dei fiori rossi e con “r” il carattere recessivo che determinava il colore del fiore
bianco. Individui che ereditano da entrambi i genitori un fattore uguale sono detti
omozigoti e sono indicati con “RR” o con “rr ” a seconda del carattere ereditato. Individui
che ereditano fattori diversi sono detti eterozigoti e vengono indicati con “rR”. Due
individui con una configurazione diversa, tipo “RR” e “Rr”, possono avere un aspetto
uguale (in questo caso il fiore sarà rosso). Poiché gli eterozigoti manifestano il carattere
dominante come gli omozigoti, è necessario distinguere il loro aspetto esterno, cioè il
loro fenotipo, dalla costituzione genetica, cioè il loro genotipo: fenotipi simili possono
infatti derivare da genotipi diversi.
Questa legge è perfettamente valida per geni di cromosomi differenti mentre è solo in
parte verificata per i geni dello stesso cromosoma.
Mendel morì a Brno il 6 gennaio 1884.