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Sintesi

Il corpo umano


Homo sapiens
Genere: homo
Famiglia: ominidi
Ordini: primati
Classe: mammiferi
Subfilum: cordati
Regno: animalia
Dominio: eucaria

Evoluzione pollice opponibile ha permesso l’evoluzione dell’uomo: permette all’uomo tutte le azioni che sa compiere ed ha permesso di sviluppare le proprie capacità encefaliche.
Come studiare il corpo umano: posizione eretta, arti superiori lungo il tronco, palmi in avanti e ginocchio flesso in avanti
Parti fondamentali: capo – tronco – arti
Capo: parte superiore che si articola al tronco attraverso il collo, capo in alto è la cefalizzazione per garantire una migliore relazione possibile con ambiente esterno. Nel capo c’è l’encefalo, organo più importante che permette le più elaborate funzioni a livello vegetativo, cognitivo, sentimentale. L’encefalo è protetto dalla scatola cranica, sistema osseo, formato da ossa saldate tra loro.
Tronco: parte superiore: torace, parte inferiore: addome; separate da muscolo a cupola: il diaframma, che interviene nella respirazione.
Torace: formato da gabbia toracica formata da ossa, osso centrale impari e mediano: lo sterno, al quale si articolano le costole o coste, esso protegge organi vitali: cuore e polmoni.
Addome: contiene organi più importanti dell’apparato digerente, escretore e riproduttore. Cresta iliaca (margine sup dell’ala dell’osso ileo), dà forma al bacino ed è un carattere sessuale secondario: più stretto nell’uomo più largo nella donna, al suo livello ci sono gli arti inferiori: propaggini che si articolano per mezzo del cinto pelvico (cinto scapolare al tronco).
4 arti: 2 superiori, 2 inferiori (perché posizione eretta
Arti superiori: formati da 3 parti: braccio, avambraccio e mano; ciascuna parte articolata con l’altra
Braccio: parte più vicina al corpo, prossimale, mentre quella lontana distale; lungo osso: omero
Avambraccio: ulna dalla parte del mignolo e radio dalla parte del pollice; distale per braccio e prossimale a mano
Mano: struttura più distale, formata da ossicini ed articolazioni che permetto diversi movimenti
Arti inferiori: coscia, gamba, piede
Coscia: 1 osso lungo, il femore.
Gamba: tibia e perone a livello del ginocchio. Si articolano con estremità distale, il piede
Piede: struttura più distale, formata da ossicini ed articolazioni che permetto diversi movimenti

Sono le ossa a dare forma e organizzazione spaziale, se no saremmo amorfi. Il sistema muscolare permette i movimenti.
Centinaia di miliardi di cellule, tutte cloni, ciascuna specializzata nelle funzioni.
200-300 tipi di cellule diverse, le quali a seconda della morfologia e funzione si riuniscono a formare 4 tipi di tessuti più importanti tessuti epiteliali, connettivi, muscolari e nervoso.

Tessuti epiteliali


• Rivestono strutture interne e esterne
• Occupa tutta la superficie libera
• Le loro cellule presentano 3 caratteristiche:
1. sono strettamente ravvicinate le une alle altre, per mezzo delle giunzioni cellulari (giunzioni occludenti, comunicanti, desmosomi… sono strutture formate da proteine di membrana che consentono specifiche interazioni tra cellule), non ci sono spazi tra le cellule.
2. Tali tessuti sono privi di vasi sanguigni, quindi le cellule assumono nutrimento (ossigeno, materiale utile) dal tessuto connettivo sottostante tramite lamina basale, alla quale le cellule epiteliali sono attaccate per mezzo di emidesmosomi (sono particolari punti di adesione, appartenenti al gruppo delle giunzioni di ancoraggio)
3. A causa della continua usura alla quale vanno in contro le cellule, esse sono in costante mitosi, divisione, altrimenti viene a mancare.
• Si dividono in base al numero di strati cellulari: epiteli monostratificati, pluristratificati, pseudo stratificati (è uno ma sembrano di più a causa della diversa forma e grandezza delle cellule) ed epitelio di transizione (il numero di strati cambia secondo il momento della funzione dell’organo).
• In base alla forma: squamoso o pavimentoso se le cellule sono molto appiattite; cubico se si equivalgono le dimensioni/grandezze della cellula; prismatico o colonnare se cellule alte.

Quello dell’epidermide: pluristratificato, più in profondità cellule più alte, via via verso esterno più sottili. Quello dei capillari monostratificato e pavimentoso perché livello dei capillari sanguigni si devono scambiare le sostanze. Quello pseudo stratificato è quello respiratorio. Quello di transizione nella vescica, organo cavo nell’apparato escretore che raccoglie l’urina prima che venga emessa all’esterno con latto della minzione; quando è vuota le pareti sono spesse, quando si riempie più sottili, gli strati cellulari cedono spazio ad uno solo.

• In base alla funzione: secrezione, epiteli ghiandolari e rivestimento.

Le ghiandole sono organi, strutture corporee con funzione di produrre e secernere sostanze; il parenchima delle ghiandole (parte funzionale) è formato da cellule epiteliali.

Due gruppi


Ghiandole endocrine: producono e secernono ormoni nel sangue.
Ghiandole esocrine: direttamente o indirettamente riversano il contenuto del loro secreto all’interno di dotti o condotti che trasporteranno il materiale all’esterno; di solito secernono liquidi: ghiandole lacrimali (per umidificare sup occhio), salivali (per digestione), sudoripare (termoregolazione), sebacee, mammarie, fegato (bile), pancreas (succo pancreatico)

• epitelio sensoriale: si trova a livello delle papille gustative, orecchio e le cellule sono in stretta relazione con i neuroni, responsabili del gusto, udito. Tali cellule sono cellule epiteliali in relazione con quelle nervose, immerse nel tessuto nervoso
• epitelio particolarmente differenziato: unghie, capelli, denti. Cellule per lo più morte e fortemente cheratinizzate



Tessuto muscolare


Esso è formato da cellule con capacità di contrarsi. Contrazione mediante cui si attiva il movimento cellula, organo, individuo permesso: tramite eccitazione e contrattilità. Solo cellule muscolari e nervose rispondono alla reattività: ciò avviene mediante il cambiamento del potenziale elettrico di membrana(differenza cariche positive e negative): ioni positivi e negativi disposti in modo diverso ai versanti della membrana: differenza del potenziale elettrico
-20millivolt : costante sempre per tutte le cellule tranne che per quelle nervose e muscolari che per poter compiere la loro funzione alterano la disposizione consueta sui 2 versanti della membrana generando il potenziale d'azione(energia cellula aumenta rapidamente): alle cellule muscolari dà contrazione e alle nervose eccitazione
• 3 tipi di tessuto muscolare: 1. striato scheletrico volontario / 2. liscio viscerale involontario / 3. striato cardiaco involontario
1. Presenta striature trasversali dovute al fatto che le 2 proteine contrattili (actina e miosina) sono disposte in modo regolare a formare sarcomeri (la più piccola struttura muscolare in grado di sviluppare forza e accorciarsi); scheletrico perché i muscoli si inseriscono sulle ossa mediante i tendini; volontario perché movimento dettato dalla volontà dell’individuo. Le cellule sono polinucleate perché alla mitosi non è seguita la citodieresi quindi molti nuclei, contengono molti mitocondri (liberano energia), molto lunghe, dette fibrocellule. Capace di compiere movimenti estremi, intensi e molto elaborati, fini, ma per periodi limitati: va incontro a stanchezza (non posso correre o dipingere per sempre).
2. Liscio perché non si vedono striature perché le proteine non sono disposte in modo regolare; mononucleate, aspetto fusiforme (estremità spessa); viscerale perché si trova negli organi interni  tessuto involontario. Movimenti meno imponenti, intensi, ma posso durare nel tempo, non si stanca.
3. Unico ad essere striato ed involontario contemporaneamente. Forma il miocardio: tessuto muscolare del cuore. Striature diverse dal tessuto scheletrico. Le cellule sono mononucleate ma così vicine che funzionano in modo sincrono.


Tessuto nervoso


Cellule eccitabili e in grado di condurre impulso nervoso.
Due cellule: neuroni e cellule gliali. Neuroni: cellule nervose propriamente dette, le gliali sono di supporto ai neuroni.


Pirenoforo: al centro, dove è situato il nucleo, corpo cellulare, forma di stella
Dendriti: prolungamenti corti e numerosi, aspetto ramificato
Assone: prolungamento lungo

Impulso unidirezionale: centripeta, da dendriti verso il centro e centrifuga, da centro a assone/periferia

Le cellule nervose non si riproducono, sempre in G1
Tre tipi di neuroni: sensoriali, di associazione o interneuroni, motori o motoneuroni
sensoriali: captano lo stimolo tramite dendriti, lo stimolo fa aprire i canali ionici, agli assoni in contatto con organo effettore (ghiandola)
di associazione: trasmettono l’impulso da un neurone all’altro, collegano neuroni sensoriali con quelli motori
motori: trasmettono l’impulso ad elementi ghiandolari e muscoli, in relazione con organo effettore
SINAPSI: spazi neuronali chimici lasciati durante il passaggio dello stimolo da un neurone all’altro, facilitano stimolazioni e permettono velocità

Le gliali: servono di nutrimento, necessarie affinché neuroni possano vivere bene e svolgere funzioni

Tessuti connettivi


Tenere insieme l'organo, sostegno meccanico, protezione; ogni organo ha più tessuti; alcuni hanno particolari funzioni metaboliche. Le cellule non sono mai a stretto contatto l’una dall’altra, tra esse c’è la matrice extracellulare formata da una sostanza fondamentale, liquido gelatinosa con sporgenze glucidiche delle membrane cellulari e fibre proteiche (collagene, elastina). Le cellule più numerose sono i fibroblasti (producono fibre proteiche) e i macrofagi (cellule deputate alla difesa); con fagocitosi: assumono materiali esterni, virus, batteri.
La classificazione è molto ampia: 1. tessuto connettivo propriamente detto che si divide in 3 (lasso: molto diffuso, fa da sostegno agli epiteli e prevalgono il collagene e elastina; denso: ricco di fibre che si trova nei tendini, connette parti del corpo; adiposo: bianco e bruno: il bianco ha adipociti ricchi di grassi, forma cuscini protettivi per organi, funzione di termoregolazione e impermeabili; il bruno ha molti mitocondri per energia (gli animali che vanno in letargo) 2. tessuto cartilagineo: cellule condrociti; presente poco nell’animale adulto e tanto nel feto, solo che durante la crescita cede il posto al tessuto osseo. Nell’uomo la cartilagine è in pochi settori: naso, orecchie, articolazioni. 3. tessuto osseo: cellule osteociti, formate da sostanza fondamentalmente solida impregnata di fosfati e carbonati di calcio. Le ossa sono una sorta di isole osteociti. Esso forma lo scheletro. 4. sangue: sostanza fondamentale è liquida: plasma; è l’8% di un adulto, 5/6 litri. Formato da plasma in cui ci sono le proteine e le cellule: elementi figurati: globuli rossi, bianchi e piastrine. Plasma: 55% del volume del sangue; 45% valore ematocrito deve essere costante se aumenta è meno fluido e flusso più lento se diminuisce mancanza di globuli rossi (anemia)
• Plasma: acqua e sostanze come sali minerali e ioni bicarbonato. Nel plasma si trasportano anidride carbonica e tutte sostanze (utili o di scarto) prodotte da organi. Qui ci sono le proteine del sangue:
-Albumina (per mantenere pressione colloido-osmotica, fa sì che le cellule del sangue possano vivere in ambiente isotonico rispetto a quello interno / in persone denutrite vengono distrutte e ricavata energia, cade pressione, aumentano i liquidi)
– Fibrinogeno (nei meccanismi di coagulazione del sangue, proteina inattiva -GENO, se fosse attiva sempre indurrebbe coagulazione)
– Immunoglobuline (anticorpi, difesa specifica, antigeni)
• Globuli bianchi: leucociti, cellule complete, da 4 a 8 mila per millimetro cubo di sangue. Pur avendo un nucleo non si riproducono, ma vengono riprodotte da cellule staminali del midollo osseo, vivono da ore a pochi giorni; aumento globuli bianchi indica uno stato infiammatori, un’infezione. Difendono organismo. A seconda delle modalità secondo le quali intervengono in difesa dell’organismo si suddividono: granulociti neutrofili polimorfonucleati (pmns): i più numerosi, tra il 40 e 60% di tutti i globuli bianchi, si chiamano granulociti perché si notano dei granuli che hanno attività lisosomiale, neutrofili quindi si colorano con coloranti neutri; abbondanza di lisosomi fa capire la loro funzione: fagocitosi del materiale estraneo scaricando il contenuto degli enzimi lisosomiali. Difesa immediata ma aspecifica, con stesse modalità per qualunque corpo estraneo. Devono lasciare il torrente circolatorio e dirigersi nei siti di infezione, si muovono con movimenti ameboidi (amebe quei protozoi che si muovono per deformazione del citoplasma con emissione di pseudopodi). Hanno un solo nucleo strozzato in vari lobi, per cui sembrano più nuclei, ma in realtà uno solo / non polinucleati, mononucleati divise in vari lobi.
Granulociti eusinofili (acidofili): funzione nei meccanismi funzione allergica, si trovano tra il 3 e il 5% dei globuli bianchi, nome deriva dal fatto che i granuli si colorano con coloranti acidi.
Granulociti basofili: tra 2% e 8%. I granuli contengono sostanze utili istamina per allergia e anticoagulante eparina, il nome deriva dal fatto che i granuli colorati con coloranti basici.
Linfociti: tra 20% e 30% - si suddividono in gruppi; intervento ritardato nei meccanismi di difesa ma altamente specifico. Attaccano il materiale estraneo: producendo anticorpi che interagiscono con sostanze estranee e porta cellule a distruggere il materiale in modo preciso (immunità cellulo-mediata).
Monociti: tra 1 e 10%. Cellule inattive che diventano attive nella difesa quando abbandonano il torrente circolatorio. Si trasformano in macrofagi che attuano fagocitosi: macrofagi sono la forma attiva. Piu numerosi tessuti adibiti al contrasto del materiale estraneo.
Chemiotassi: reazione con cui vengono attirati, tramite sostanze chimiche
Formula leucocitaria: somma delle varie percentuali, corretta se prima neutrofili e poi linfociti
• Globuli rossi: o eritrociti, 5 milioni per mm cubo, costanti in tutto il valoro ematocrito. Cellule specializzate costituite da membrana cellulare e all’interno NON da organuli ma solo da emoglobina. Non hanno nucleo; compiono solo un’attività metabolica: glicolisi, infatti le cellule trasportano ossigeno – non sanno fare nient’altro. Trasporta fino a 4 molecole di O.
Forma a dischetto biconcavo, non appiattito: forma dovuta a 2 motivi: la superficie biconcava aumenta la sup di scambio gassoso – riescono a infilarsi anche nei capillari più sottili per raggiungere cellule. Quando invecchiano diventano grinzosi, vengono riconosciuti dalla milza che li elimina riciclando il ferro. Ferro: responsabile legame con O. Non avendo nucleo non si riproducono, sono prodotti dalle cellule staminali pluripotenti del midollo osseo; produzione controllata dall’eritroproteina rilasciata da cellule epatiche EPO. Globulo rosso maturo non ha organuli, vengono espulsi durante maturazione. Sulla sup ext della membrana ci sono antigeni per riconoscimento di sé (Rh e glicoproteine A e B)
• Le piastrine: trombociti; cellule incomplete, frammenti cellulari dei megacariociti; variano da 200mila a 400mila per mm cubo di sangue; prive di nucleo e organuli, a ricche di enzimi e sostanze che occorrono nella coagulazione del sangue: meccanismo a cascata, ciascun evento determina quello successivo ma se ne manca uno il processo si auto blocca: avviene quando si ha una lesione vasale, in quel momento viene liberato collagene e fattori tessutali; le piastrine liberano i fattori di coagulazione XII.
L’attivazione contemporanea dei fattori coagul., più altri fattori del plasma, attivano la protrombina (forma inattiva) in trombina (forma attiva) attiva il fibrinogeno in fibrina (proteina che forma rete che impiglia globuli rossi e si forma il coagulo che blocca la fuoriuscita del sangue).
Tappo bianco: primo tappo, risposta immediata delle piastrine. Tappo rosso: successivo globuli rossi
Se fosse sempre attiva causerebbe trombosi.

Apparato digerente


Insieme di organi che concorrono per permettere una funzione vitale dell’organismo, uniti da loro come struttura e come funzione. Esso assume materia ed energia dall’esterno, trasformarla ed eliminare i rifiuti. Anche detto tubo digerente, 10m diverso a seconda del livello considerato, tubo perché si apre alle due stremità, a quella superiore con la bocca o rima orale all’esteriore con l’ano, in diretta relazione con ambiente esterno.
4 momenti: ingestione, digestione, assorbimento, eliminazione dei rifiuti.
Ingestione: acquisizione alimento nella bocca, comporta movimenti volontari e implica la funzione di muscoli striati. Bocca: formata da 2 labbra, una superiore e una inferiore, denti, saliva e lingua per la digestione.
Digerire = rompere 1. Digestione meccanica: precede quella chimica, sminuzza l’alimento senza intaccare le molecole 2. Chimica: attuata dagli enzimi che agiscono sulle molecole, rompono dei legami chimici.
Denti: operano una prima digestione meccanica, sminuzzano l’alimento (molari tagliano, canini lacerano, … masticano infatti siamo onnivori)
Saliva: prodotto di secrezione delle ghiandole salivari che sono esocrine: attraverso condotti riversano liquido all’esterno; sottolinguali, sottomandibolari, protidi. Impasta l’alimento aiutando l’azione meccanica dei denti; digestione chimica perché contiene la ptialina, una alfa amilasi: enzima che idrolizza l’amido, riconosce legame alfa glicosidico tra molecole di glucosio che formano amido (le trasforma fino ad arrivare al maltosio): in bocca inizia quindi digestione chimica. Circa 1l di saliva al giorno. La sua produzione è sotto controllo del sistema nervoso autonomo.
Lingua: organo importante nel linguaggio. Su essa sboccano papille gustative, percepiamo sapori dolce amaro salato acido, la rendono rugosa. Con il suo movimento distribuisce l’alimento nella bocca e tra i denti e permette ai denti di svolgere la loro funzione.
L’alimento è ora una poltiglia semi fluida: il bolo alimentare.
Deglutizione: ultimo movimento volontario: coinvolge la contrazione di muscoli striati. Il bolo passa nella laringe e faringe, la quale ha 2 strade una respiratoria e una digerente, dalla quale passa nell’esofago. Il bolo non deve ostruire vie aeree: l’epiglottide chiude l’accesso alle vie respiratorie, chiude la glottide (lingua tocca il palato). Parlare mantiene vie respiratorie aperte, se deglutiamo si chiudono: bene non parlare mentre si mangia se no il corpo non capisce.
Esofago: organo cilindrico con lume chiuso, posteriore alla trachea lungo 10/15 cm, pareti formate da 2 strati muscolari, esterno longitudinale, interno circolare; 80% muscoli lisci, nella parte sup muscoli striati volontari per la deglutizione. Il bolo alimentare non cade nell’esofago ma lo attraversa grazie ai movimenti dei muscoli lisci delle pareti esofagee. Con apertura e chiusura il bolo raggiunge lo stomaco. Movimenti peristaltici o onde peristaltiche delle pareti esofagee: movimenti dei muscoli lisci dell’esofago. Qui il bolo alimentare non subisce alterazioni, la struttura come nella bocca arriva uguale nello stomaco. CARDIAS: si chiude al passaggio del bolo, valvola collega esofago con stomaco; una delle cause del vomito con movimenti antiperistaltici (al contrario)
Stomaco: forma di sacco, più o meno ripiegato a seconda dell’altezza, organo cavo e il suo lume variano enormemente in base alla costituzione fisica, abitudini alimentari (500ml a digiuno ed arrivare a 2l dopo il pasto). Le pareti dello stomaco hanno 3 strati muscolari: da ex. circolare trasversale e longitudinale lisci: funzione dello stomaco si attua attraverso le potenti contrazioni delle pareti gastriche che permettono un importante rimescolamento del bolo alimentare nella digestione meccanica. Epitelio si usura e viene continuamente riformato. Forma la mucosa gastrica, la quale produce il succo gastrico, ovvero un liquido formato da acqua nella quale sono disciolte sostanze come: muco, acido cloridrico e pepsinogeno. Il muco protegge la mucosa gastrica dall’azione corrosiva dell’acido cloridrico, dalla corrosione delle pareti, ed ha funzione nella digestione meccanica perché contribuisce al rimescolamento del bolo alimentare. Acido cloridrico: fortemente corrosivo, PH basso 1/1.5: uccide tutti batteri, neutralizza organismi tossici che vengono ingeriti con alimenti. Pepsinogeno è inattivo, si trasforma in pepsina che è attiva, enzima proteolitico, quindi digerisce le proteine (se fosse sempre attiva corroderebbe le cellule proteiche della mucosa gastrica). Nello stomaco anche digestione chimica: digestione chimica delle proteine.
La produzione del succo gastrico è attivata dalla masticazione. Nello stomaco: assorbimento dell’acqua e alcool che passa nel sangue (molecola piccola) e arriva al cervello. I farmaci costituiti da proteine devono iniettarla sottocute perché se arrivasse nello stomaco verrebbe digerita.
Chimo acido/chimo: il bolo cambia nome, è ora pronto a lasciare lo stomaco e arriva nell’intestino dal duodeno, con valvola piloro.
Intestino: 8m, specializzato a seconda del tratto: intestino tenue o piccolo intestino 6/7m e secondo tratto intestino crasso 1.5m/2m grande intestino perché ha diametro maggiore.
Ciascun intestino diviso in duodeno, digiuno, ileo - cieco, colon, retto.
Duodeno: 12 pollici, 20/25cm, sboccano i condotti di 2 ghiandole annesse all’apparato dig: fegato e pancreas; annesse perché non fanno parte del tubo digerente quindi non attraversate dall’alimento, ma sono collegate entrambe al tubo attraverso condotti che hanno aperture nel duodeno e riversano i prodotti della loro secrezione. Il fegato: ghiandola di dimensioni e massa maggiore dell’organismo 1.5kg, organo svolge molte funzioni, la produzione di bile (liquido giallo verde alcalino, basico quindi Ph superiore a 7 presenza di ioni HCO3-); la bile contiene pigmenti che le conferiscono il suo colore, Sali biliari; digestione meccanica, perché vanno a emulsionare grassi trasformandoli in gocce, ma non svolge dig chimica perché le molecole presenti nel chimo rimangono intatte infatti la bile non contiene enzimi e allora componenti biliari non intervengono nella dig chimica. La bile prodotta dal fegato è immagazzinata nella cistifellea, da dove attraverso il coledoco viene riversata nel duodeno. La bile per mezzo dei pigmenti conferisce il colore alle feci, sennò sarebbero incolore.
Pancreas: ghiandola mista con regioni esocrine e altre endocrine; esocrina, qua e la ci sono isole del Langheranz, raggruppamenti cellulari che sono la funzione endocrina e produce glucagone e insulina; produce succo pancreatico che contiene ioni bicarbonato e quindi Ph alcalino, qui sono presenti numerosi enzimi che concorrono alla digestione chimica del chimo: tripsina e chimotripsina continuano digestione proteine. L’amilasi, alphamilasi, continua la dig degli zuccheri complessi iniziati nella bocca, riconosce solo legame alpha non beta.
Lipasi enzima che digerisce i grassi. Le nucleasi: idrolizzano acidi nucleici.
Due condotti riversano il succo pancreatico nel duodeno.

Le cellule delle pareti del duodeno secernono un succo in cui ci sono enzimi che completano dig chimica, distruzione (succo duodenale), enzimi producono molecole più piccole derivanti dalle biomolecole digerite: lattasi, maltasi e saccarasi che trasformano i disaccaridi in monosaccaridi
Nel duodeno vengono digerite proteine, grassi, acidi nucleici e finisce dig carboidrati
Lattasi: probabile che non riconosca più i legami beta nella crescita
Succo duodenale: alcalino, presenti enzimi che terminano la digestione trasformando dimeri in monomeri
Amminopeptidasi carbossipeptidasi idrolizzano ultimi legami peptidici rilasciando singoli amminoacidi
Il chimo acido si chiama ora chilo, poltiglia di materiale digerito (acqua) e indigerito (fibre cellulosa), dal duodeno passa al digiuno (2 parte intestino tenue)

Nel digiuno e ileo avviene la fase di assorbimento (3 fase): sostanze digerite, attraversando parete intestinale vengono trasportate nel sangue e da lì raggiungono tutte cellule dell’organismo per le quali sono chieste determinate sostanze. In che modo attraversano le pareti dell’intestino? : mediante sistemi di passaggio di sostanze attraverso membrane (più piccoli, apolari per diffusione semplice, facilitata, altre pompe chimiche, trasporto mediato da vescicole...) ma sup di assorbimento a disposizione sarebbe quantitativamente insuff se le pareti del tenue non si sollevassero a formare i villi intestinali che si ripiega sua volta a formare micro villi intestinali. Le proteine che formano il mio corpo derivano da quelle che mangio, noi utilizziamo gli amminoacidi delle proteine che mangio per formare le nostre proteine.
Per mezzo contrazioni intestino il materiale progredisce (movimenti peristaltici) che via via che prosegue assorbimento rimane solo quello si scarto e arriva all’intestino crasso o grande intestino. Dall’ileo prima fazione del crasso che si chiama cieco perché termina cieco con appendice vermiforme nella quale può ristagnare materiale intestinale, accumularsi carica batterica che può dar luogo a infiammazione e si ha appendicite.
Colon: ascendente, trasverso e discendente. Lume intestine tenue 2/4cm, crasso 4/7cm. A dx ascende, poi fa una piega (pieghe austre) e procede orizzontalmente, fino alla parte sinistra dove discende. Quasi tutto il crasso occupato dal colon, importante perché li avviene un grande assorbimento dell’acqua, la secrezione di muco, la compattazione delle feci. Feci formate da acqua, batteri (colonia delle escherichia coli importanti perché concorrono al riassorbimento dell’acqua, producono gas che servono per far procedere feci nell’intestino e producono vitamina K importante per coagulazione del sangue), cose non digerite. Il consumo di fibre è fondamentale per nostro intestino perché aumenta massa int non digerita e promuovono mov intestino, contrazioni peristaltiche, non si ha ristagno e minore rischio di incorrere in malattie tumorali.
Attraverso il retto feci eliminate mediante evacuazione. Emissione feci all’esterno attraverso sfintere anale, apertura inferiore che permette comunicazione diretta con esterno.
Sfintere anale controllato da muscoli striati per esterna e lisci interna

Apparato respiratorio


Funzione vitale di assumere ossigeno e eliminare anidride carbonica (esterna) quella interna a livello dei mitocondri (cellule fungono solo se arriva ossigeno). Aria entra attraverso naso e bocca, ma è preferibile respirare con naso perché bocca si secca, si avverte senso di diminuzione temperatura, nel naso aria è riscaldata da presenza di vasi capillari che portano sangue e riscaldano muscosa nasale, il muco prodotto da muscosa nasale umidifica aria e permette ai gas di procedere meglio nelle vie aeree, a livello del naso aria viene filtrata da peletti che intrappolano materiali di maggiori dimensioni ed evitare che arrivino a vie aeree: aria subisce processo che la rende più pura, meno fredda e umida. Dal naso aria passa nella faringe, organo comune all’app digerente, e viene introdotta da li nella laringe che è un organo cartilagineo posto nella parte anteriore del collo, che sporge nell’esterno che si nota sulla pelle dei maschi in quanto la forma è carattere sessuale secondario ed è appuntita. Laringe anche organo fonazione, dove ha origine la voce, ci sono 2 coppie di pieghe elastiche , le corde vocali che vibrano al passaggio dell’aria ed emettono il suono, la voce, per chi utilizza troppo la voce le corde vocali possono perdere capacità di avvicinarsi oppure polipi ecc…
Trachea: organo cilindrico decorre anteriormente all’esofago, organo cartilagineo. Formata da una serie di anelli cartilaginei, anello incompleto nella parte posteriore completata da tessuto connettivo. Struttura rigida: il lume della trachea deve essere sempre aperto in modo che l’aria possa attraversare i lume tracheale, una struttura rigida sarebbe più fragile, la pressione potrebbe rompere invece le pareti elastiche servono da assorbimento senza conseguente rottura.
Si biforca in due bronchi: dx e sx. hanno la stessa struttura e funzione della trachea e ciascun bronco i divide in2 bronchi. A loro volta in due bronchioli che terminano negli alveoli polmonari: grappoli di tanti alveoli che formano il parenchima dei due polmoni, molto articolati perché così si amplia la sup disponibili per lo scambio gassoso.
Le ciglia dell’epitelio respiratorio vibratile ripuliscono l’ambiente extracellulare battendo e le rinviano verso il naso e bocca; paralizzate dai componenti del fumo di sigaretta, il materiale non può più essere eliminato causando tosse o forme tumorali.
Polmoni: organi pari, formato dx da 3 lobi, il sx da 2 per spazio per il cuore. A livello di essi avviene scambio gassoso attraverso attui respiratori. Atto completo formato da 2 momenti: inspirazione e espirazione. Inspirazione: muscoli toracici si contraggono, il volume della cassa toracica aumenta, … pressione interna rispetto a quella esterna…. La respirazione segue, i muscoli si rilassano il volume interno diminuisce aumenta la pressione interna e aria viene espulsa per un puro meccanismo fisico, atti circa 60 al minuto ma possono variare come numero e profondità.
Respirazione volontaria in parte: posso decidere di aumentare frequenza respiro, profondità, smettere di respirare ma fino a un certo limite oltre il quale non si può andare, fino a quando benché non lo voglia riprendo a respirare con meccanismi autonomi, recettori che sentono aumento dell’anidride carbonica nel sangue.
IL CUORE: centro sistema cardio circolatorio; organo impari posto nel mediastino, parte centrale torace, tra i 2 polmoni e punta spostata a sx (polmone sx più piccolo)
Adulto: pugno chiuso.
Il primo organo che comincia la formazione nell’embrione e ultimo che completa la sua formazione
Orgnano muscolare, presenti ogni tipo di tessuto: 4 strati: endocardio di riv epiteliale interno, miocardio che è spesso, epicardio e infine pellicola esterna pericardio.

Il setto divide parte destra blu e sinistra rossa.
Cavità superiore: atrio; inferiore ventricolo. Atrio e ventricolo stesso lato sono in comunicazione per mezzo di valvole: valvole atrioventricolari quella tra atrio sx e ventricolo sx si chiama bicuspide o mitrale; del dx tricuspide.
Un’altra valvola è quella semilunare aortica a ventricolo sx. nel ventr dc c’è valvola semilunare polmonare: comunicazione tra ventricolo e arteria polmonare. A atrio sx arrivano le 4 vene polmonari. All’atrio dx arrivano.
Ventricolo sx riceve sangue ricco di ox da atrio sx viene pompato nell’aorta e poi fino ai capillari che cederanno ox e Sali min alle cellule, il sangue si caricherà anidride carbonica e sostanze di rifiuto.
Sistole: contrazione, quasi simultanea tra le cellule del cuore; depolarizzazione.
Diastole: rilassamento.
0,85s: durata ciclo cardiaco.
Al minuto 70 battiti8, variazioni solo normali.
atri e ventricoli si contraggono e rilassano in momenti diversi, quelli inversi invece simultaneamente.
Sistole atriale 0,1s: sangue spinto da pressione contrazione nei ventricoli sottostanti.
Sistole ventricolare 0,3s: sistolica, quasi solo ventricolo sinistro.
Diastole 0,4s: miocardio fase di rilassamento, si riempie di sangue.
Si riempiono le camere atriali e ventricolari di sangue.
Due battiti: uno sordo (chiusura valvole ventricolari) e l’altro acuto. (chiusura valvola semilunare)
Attività elettrica del cuore: i tessuti muscolari e nervoso: cambiano potenziale elettrico di membrana, possono cambiare cariche elettriche all’interno e esterno cellula.
Elettrocardiogramma: grafico che consente di capire l’attività elettrica del cuore, associata al corretto funzionamento del miocardio e valvole. Differenze di potenziale devono essere amplificate.
Il primo battito insorge spontaneamente nell’embrione, dopo 2 settimane, in un punto ben preciso: nodo seno atriale, nella parete dell’atrio dx – segnatempo naturale.
No contatti tra atri e ventricoli.

Sistema endocrino: ghiandole che producono e secernono ormoni, sostanze riversate nel sangue e attraverso esso raggiungono cellule o organi sui quali svolgere la loro funzione: gli organi o cellule si chiamano bersaglio.
1. ormoni steroidei, idrofobi, possono attraversare alcuni per diffusione perché sono idrofobi, arrivano anche nel nucleo cellulare
2. ormoni proteici, polari, non possono attraversare membrana plasmatica, riconoscono sulla sup esterna dei recettori con i quali si legano e legame tra ormone e recettore innesca una serie di variazioni che portano all’attivazione dell’MP ciclico
3. ormoni
Solo su cellule bersaglio c’è il determinato recettore per det ormone
Pancreas: isole di Langheranz, porzione endocrina formata da cellule alpha producono glucagone con funzione di aumentare glucosio nel sangue prendendolo anche da fegato, beta produce insulina, abbassa glucosio nel sangue e delta produce somatostatina.
Estratto del documento

IL CORPO UMANO

Homo sapiens

Genere: homo

Famiglia: ominidi

Ordini: primati

Classe: mammiferi

Subfilum: cordati

Regno: animalia

Dominio: eucaria

Evoluzione pollice opponibile ha permesso l’evoluzione dell’uomo: permette all’uomo

tutte le azioni che sa compiere ed ha permesso di sviluppare le proprie capacità

encefaliche.

Come studiare il corpo umano: posizione eretta, arti superiori lungo il tronco, palmi in

avanti e ginocchio flesso in avanti

Parti fondamentali: capo – tronco – arti

Capo: parte superiore che si articola al tronco attraverso il collo, capo in alto è la

cefalizzazione per garantire una migliore relazione possibile con ambiente esterno. Nel

capo c’è l’encefalo, organo più importante che permette le più elaborate funzioni a

livello vegetativo, cognitivo, sentimentale. L’encefalo è protetto dalla scatola cranica,

sistema osseo, formato da ossa saldate tra loro.

Tronco: parte superiore: torace, parte inferiore: addome; separate da muscolo a

cupola: il diaframma, che interviene nella respirazione.

Torace: formato da gabbia toracica formata da ossa, osso centrale impari e mediano:

lo sterno, al quale si articolano le costole o coste, esso protegge organi vitali: cuore e

polmoni.

Addome: contiene organi più importanti dell’apparato digerente, escretore e

riproduttore. Cresta iliaca (margine sup dell’ala dell’osso ileo), dà forma al bacino ed è

un carattere sessuale secondario: più stretto nell’uomo più largo nella donna, al suo

livello ci sono gli arti inferiori: propaggini che si articolano per mezzo del cinto pelvico

(cinto scapolare al tronco).

4 arti: 2 superiori, 2 inferiori (perché posizione eretta

Arti superiori: formati da 3 parti: braccio, avambraccio e mano; ciascuna parte

articolata con l’altra

Braccio: parte più vicina al corpo, prossimale, mentre quella lontana distale; lungo

osso: omero

Avambraccio: ulna dalla parte del mignolo e radio dalla parte del pollice; distale per

braccio e prossimale a mano

Mano: struttura più distale, formata da ossicini ed articolazioni che permetto diversi

movimenti

Arti inferiori: coscia, gamba, piede

Coscia: 1 osso lungo, il femore.

Gamba: tibia e perone a livello del ginocchio. Si articolano con estremità distale, il

piede

Piede: struttura più distale, formata da ossicini ed articolazioni che permetto diversi

movimenti

Sono le ossa a dare forma e organizzazione spaziale, se no saremmo amorfi. Il sistema

muscolare permette i movimenti.

Centinaia di miliardi di cellule, tutte cloni, ciascuna specializzata nelle funzioni.

200-300 tipi di cellule diverse, le quali a seconda della morfologia e funzione si

riuniscono a formare 4 tipi di tessuti più importanti tessuti epiteliali, connettivi,

muscolari e nervoso.

TESSUTI EPITELIALI

Rivestono strutture interne e esterne

 Occupa tutta la superficie libera

 Le loro cellule presentano 3 caratteristiche:

 1. sono strettamente ravvicinate le une alle altre, per mezzo delle giunzioni

cellulari (giunzioni occludenti, comunicanti, desmosomi… sono strutture formate

da proteine di membrana che consentono specifiche interazioni tra cellule), non

ci sono spazi tra le cellule.

2. Tali tessuti sono privi di vasi sanguigni, quindi le cellule assumono nutrimento

(ossigeno, materiale utile) dal tessuto connettivo sottostante tramite lamina

basale, alla quale le cellule epiteliali sono attaccate per mezzo di

emidesmosomi (sono particolari punti di adesione, appartenenti al gruppo delle

giunzioni di ancoraggio)

3. A causa della continua usura alla quale vanno in contro le cellule, esse sono

in costante mitosi, divisione, altrimenti viene a mancare.

Si dividono in base al numero di strati cellulari: epiteli monostratificati,

 pluristratificati, pseudo stratificati (è uno ma sembrano di più a causa della

diversa forma e grandezza delle cellule) ed epitelio di transizione (il numero di

strati cambia secondo il momento della funzione dell’organo).

In base alla forma: squamoso o pavimentoso se le cellule sono molto

 appiattite; cubico se si equivalgono le dimensioni/grandezze della cellula;

prismatico o colonnare se cellule alte.

Quello dell’epidermide: pluristratificato, più in profondità cellule più alte, via

via verso esterno più sottili. Quello dei capillari monostratificato e

pavimentoso perché livello dei capillari sanguigni si devono scambiare le

sostanze. Quello pseudo stratificato è quello respiratorio. Quello di

transizione nella vescica, organo cavo nell’apparato escretore che raccoglie

l’urina prima che venga emessa all’esterno con latto della minzione; quando è

vuota le pareti sono spesse, quando si riempie più sottili, gli strati cellulari

cedono spazio ad uno solo.

In base alla funzione: secrezione, epiteli ghiandolari e rivestimento.

 Le ghiandole sono organi, strutture corporee con funzione di produrre e

secernere sostanze; il parenchima delle ghiandole (parte funzionale) è formato

da cellule epiteliali.

DUE GRUPPI:

GHIANDOLE ENDOCRINE: producono e secernono ormoni nel sangue.

GHIANDOLE ESOCRINE: direttamente o indirettamente riversano il contenuto del

loro secreto all’interno di dotti o condotti che trasporteranno il materiale

all’esterno; di solito secernono liquidi: ghiandole lacrimali (per umidificare sup

occhio), salivali (per digestione), sudoripare (termoregolazione), sebacee,

mammarie, fegato (bile), pancreas (succo pancreatico)

epitelio sensoriale: si trova a livello delle papille gustative, orecchio e le

 cellule sono in stretta relazione con i neuroni, responsabili del gusto, udito. Tali

cellule sono cellule epiteliali in relazione con quelle nervose, immerse nel

tessuto nervoso

epitelio particolarmente differenziato: unghie, capelli, denti. Cellule per lo

 più morte e fortemente cheratinizzate

TESSUTO MUSCOLARE: formato da cellule con capacità di contrarsi. Contrazione

mediante cui si attiva il movimento cellula, organo, individuo permesso: tramite

eccitazione e contrattilità. Solo cellule muscolari e nervose rispondono alla

reattività: ciò avviene mediante il CAMBIAMENTO DEL POTENZIALE ELETTRICO

DI MEMBRANA (differenza cariche positive e negative): ioni positivi e negativi

disposti in modo diverso ai versanti della membrana: differenza del potenziale

elettrico

-20millivolt : costante sempre per tutte le cellule tranne che per quelle nervose

e muscolari che per poter compiere la loro funzione alterano la disposizione

consueta sui 2 versanti della membrana generando il POTENZIALE D’AZIONE

(energia cellula aumenta rapidamente): alle cellule muscolari dà contrazione e

alle nervose eccitazione

3 tipi di tessuto muscolare: 1. striato scheletrico volontario / 2. liscio

 viscerale involontario / 3. striato cardiaco involontario

1. Presenta striature trasversali dovute al fatto che le 2 proteine contrattili (actina

e miosina) sono disposte in modo regolare a formare sarcomeri (la più piccola

struttura muscolare in grado di sviluppare forza e accorciarsi); scheletrico

perché i muscoli si inseriscono sulle ossa mediante i tendini; volontario perché

movimento dettato dalla volontà dell’individuo. Le cellule sono polinucleate

perché alla mitosi non è seguita la citodieresi quindi molti nuclei, contengono

molti mitocondri (liberano energia), molto lunghe, dette fibrocellule. Capace di

compiere movimenti estremi, intensi e molto elaborati, fini, ma per periodi

limitati: va incontro a stanchezza (non posso correre o dipingere per sempre).

2. Liscio perché non si vedono striature perché le proteine non sono disposte in

modo regolare; mononucleate, aspetto fusiforme (estremità spessa); viscerale

perché si trova negli organi interni tessuto involontario. Movimenti meno

imponenti, intensi, ma posso durare nel tempo, non si stanca.

3. Unico ad essere striato ed involontario contemporaneamente. Forma il

miocardio: tessuto muscolare del cuore. Striature diverse dal tessuto

scheletrico. Le cellule sono mononucleate ma così vicine che funzionano in

modo sincrono.

TESSUTO NERVOSO: cellule eccitabili e in grado di condurre impulso nervoso.

2 cellule: neuroni e cellule gliali. Neuroni: cellule nervose propriamente dette, le

gliali sono di supporto ai neuroni.

PIRENOFORO: al centro, dove è situato il nucleo, corpo cellulare, forma di stella

DENDRITI: prolungamenti corti e numerosi, aspetto ramificato

ASSONE: prolungamento lungo

Impulso unidirezionale: centripeta, da dendriti verso il centro e centrifuga, da

centro a assone/periferia

Le cellule nervose non si riproducono, sempre in G1

3 tipi di neuroni: sensoriali, di associazione o interneuroni, motori o

motoneuroni

sensoriali: captano lo stimolo tramite dendriti, lo stimolo fa aprire i canali

ionici, agli assoni in contatto con organo effettore (ghiandola)

di associazione: trasmettono l’impulso da un neurone all’altro, collegano

neuroni sensoriali con quelli motori

motori: trasmettono l’impulso ad elementi ghiandolari e muscoli, in relazione

con organo effettore

SINAPSI: spazi neuronali chimici lasciati durante il passaggio dello stimolo da

un neurone all’altro, facilitano stimolazioni e permettono velocità

Le gliali: servono di nutrimento, necessarie affinché neuroni possano vivere

bene e svolgere funzioni

TESSUTI CONNETTIVI: tenere insieme organo, sostegno meccanico, protezione;

ogni organo ha più tessuti; alcuni hanno particolari funzioni metaboliche. Le

cellule non sono mai a stretto contatto l’una dall’altra, tra esse c’è la matrice

extracellulare formata da una sostanza fondamentale, liquido gelatinosa con

sporgenze glucidiche delle membrane cellulari e fibre proteiche (collagene,

elastina). Le cellule più numerose sono i fibroblasti (producono fibre proteiche) e

i macrofagi (cellule deputate alla difesa); con fagocitosi: assumono materiali

esterni, virus, batteri.

La classificazione è molto ampia: 1. tessuto connettivo propriamente detto

che si divide in 3 (lasso: molto diffuso, fa da sostegno agli epiteli e prevalgono il

collagene e elastina; denso: ricco di fibre che si trova nei tendini, connette parti

del corpo; adiposo: bianco e bruno: il bianco ha adipociti ricchi di grassi, forma

cuscini protettivi per organi, funzione di termoregolazione e impermeabili; il

bruno ha molti mitocondri per energia (gli animali che vanno in letargo) 2.

tessuto cartilagineo: cellule condrociti; presente poco nell’animale adulto e

tanto nel feto, solo che durante la crescita cede il posto al tessuto osseo.

Nell’uomo la cartilagine è in pochi settori: naso, orecchie, articolazioni. 3.

tessuto osseo: cellule osteociti, formate da sostanza fondamentalmente solida

impregnata di fosfati e carbonati di calcio. Le ossa sono una sorta di isole

osteociti. Esso forma lo scheletro. 4. sangue: sostanza fondamentale è liquida:

plasma; è l’8% di un adulto, 5/6 litri. Formato da plasma in cui ci sono le

proteine e le cellule: elementi figurati: globuli rossi, bianchi e piastrine. Plasma:

55% del volume del sangue; 45% valore ematocrito deve essere costante se

aumenta è meno fluido e flusso più lento se diminuisce mancanza di globuli

rossi (anemia)

PLASMA: acqua e sostanze come sali minerali e ioni bicarbonato. Nel plasma si

 trasportano anidride carbonica e tutte sostanze (utili o di scarto) prodotte da

organi. Qui ci sono le proteine del sangue: ALBUMINA (per mantenere

pressione colloido-osmotica, fa sì che le cellule del sangue possano vivere in

ambiente isotonico rispetto a quello interno / in persone denutrite vengono

distrutte e ricavata energia, cade pressione, aumentano i liquidi) –

FIBRINOGENO (nei meccanismi di coagulazione del sangue, proteina inattiva

-GENO, se fosse attiva sempre indurrebbe coagulazione) –

IMMUNOGLOBULINE (anticorpi, difesa specifica, antigeni)

GLOBULI BIANCHI: leucociti, cellule complete, da 4 a 8 mila per millimetro cubo

 di sangue. Pur avendo un nucleo non si riproducono, ma vengono riprodotte da

cellule staminali del midollo osseo, vivono da ore a pochi giorni; aumento

globuli bianchi indica uno stato infiammatori, un’infezione. Difendono

organismo. A seconda delle modalità secondo le quali intervengono in difesa

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